venerdì 27 febbraio 2009

pensando a cosa mi trovero' davanti

(La notizia qui sopra mi ridarebbe fiducia nell'ironia di un sommo scrittore, se mai esistesse)

Fatemi capire, nei due mesi precedenti il mio ritorno in Italia, sono successe queste cose:

1) Sono state approvate le ronde di cittadini con fischietto, fiaschetta di vino e gilet coi catarifrangenti. Associazioni private teoricamente sponsorizzabili, tra l'altro (ah, la ronda Leghista Barilla, come suona bene!);
2) E' in discussione un disegno di legge in cui un tubo infilato in gola e' visto non come trattamento medico ma come naturale alimentazione;
3) E' in discussione un disegno di legge per cui la procura di Catanzaro, per un gruppo ineggiante a un qualsiasi reato (tipo: le CANNE) puo' far oscurare (chiudere no, perche' sono aziende americane, vivaddio) Facebook o, per un post, Blogger (a quando, per una email, vietare definitivamente internet?). La cosa peggiore non e' che la proposta l'abbia presentata il senatore D'Alia, ma che abbia dato un fenomenale contributo l'Onorevole Gabriella Carlucci;
4) La buona musica, come al solito, ha trionfato a SanRemo;
5) E' passato un decreto per cui chi pubblica delle intercettazioni si puo' beccare svariati anni di galera e il suo editore multe gargantuesche (i reati di cui si parla nelle intercettazioni sono invece, solitamente, del tutto dimenticati);

Sto dimenticando qualcosa di fondamentale?

giovedì 26 febbraio 2009

Meno nove ore alla disoccupazione e le orecchie ancora mi fischiano per il concerto di ieri sera


E' una buona giornata. Ho fatto il colloquio di addio con la mia manager delle risorse umane. Domani porto da mangiare ma non da bere, che' potrebbero licenziarmi (ah ah ah). Da un lato non inaspettato ma di sicuro non sperato mi e' arrivata una dimostrazione di umanita' e professionalita' meravigliosa: devo farne tesoro, perche' durante le peregrinazioni attraverso le agenzie di lavoro interinale che mi aspettano di sicuro ne avro' bisogno.

Ieri sono stato a vedere in concerto i Titus Andronicus.
Prima di loro suonavano tre gruppi: i primi erano probabilmente i figli della signora delle pulizie: ma il cantante tredicenne aveva una bella voce e le canzoni non erano cosi male, e potrebbero crescere (e comunque, mi hanno fatto una tenerezza infinita, soprattutto il bassista con le pose da metallaro e il cantante che non sapeva bene se agitarso o meno). Si chiamavano Little Death, e se avete molto tempo potete andare a vedervi il loro myspace (per quanto, lo sapete, io sia contrario all'utilizzo di tale strumento).
Dopo di loro hanno suonato gli Elvis Suicide, alias una roba mezzo punk (il punk dei primi Misfits, pero') mezzo rockabilly: divertentissimi da vedere dal vivo, e potete usarli nelle vostre feste meno ingessate. Ancora dopo di loro c'erano gli Empires, che non sono sicuro di aver capito. Erano meno immediati ed io ero stanco, e mi e' rimasto il dubbio: non erano granche' o ero io che non c'avevo voglia? (a questo punto, nel loro caso, saro' io a piegarmi all'orrido myspace, per vedere in che consistono).
Finalmente, troppo tardi pero' (ho dovuto abbandonare a meta' dell'ultima canzone per non perdere l'ultimo treno per Greenock), hanno suonato i Titus Andronicus. Il loro primo disco, "The Airing of Grievances" e' (come ho gia' detto da qualche parte) Conor Oberst dei Bright Eyes sotto acido (e molta birra) e donato al punk. Muro di suono (tre chitarristi in scena, chi siete, gli Iron Maiden?) e casino a go go, birra a fiumi, insulti a pochi e selezionati spettatori e un angst molto proletaria (non sbaglia chi, in giro, vede qualche connessione tra loro e la E-street band...). Bellissimi, piu' dal vivo che su disco, sicuramente. Se andate alla loro pagina su Last.fm (che sopporto molto piu' di myspace... mi sto ripetendo?) potete ascoltare l'intero disco, ma se girano dalle vostre parti, andate a vederli anche senza aver prima ascoltato niente. Vi divertirete. Io mi sono divertito un sacco.

mercoledì 25 febbraio 2009

quotes: Frasario essenziale per passare inosservati in societa'

(L'ho ritrovato di recente fra le cose appuntate, ma mi fa ridere sempre)

A – Questi sono ragionamenti da cretino.
B – Cretino a me? Come ti permetti di dirmi cretino?!
A – Non ho detto cretino. Ho detto pretino – Ragionamenti da ecclesiastico, volevo dire, un po' tortuosi, ma non per questo sciocchi.

(un minuto dopo)
A – Stai ragionando come uno stronzo.
B – Stronzo a me? Come ti permetti? Io ti spacco il muso.
A – Che hai capito? Ho detto: sbronzo. Ragioni come uno che ha un po' bevuto, estrosamente. Non è un'offesa.

(un minuto dopo)
A – Ragioni come un pederasta frocio.
B – Ragiono come posso.


(Ennio Flaiano – Taccuino ottobre 1959, da “Frasario essenziale per passare inosservati in società”, Bompiani 1986)

lunedì 23 febbraio 2009

Incubo del giorno /5

(Non so se e' proprio un incubo, ma almeno e' freschissimo. Di solito ricordo solo una frazione dei sogni che faccio, in questo caso ne ricordo diverse. Ho cercato di non razionalizzarle e armonizzarle troppo)

Io e una mia amica prendiamo la mia macchina per andare in un posto che non ricordo. Appena lei sale in macchina le faccio notare che alle nostre spalle un tornado sta devastando la campagna. "Si''" mi fa lei, tranquilla. Le dico che a questo punto forse e' il caso di andare al mare, e poi si vedra'. Entrambi pensiamo, ma non lo diciamo, che sara' una palla, perche' non abbiamo portato i costumi. Lungo la strada notiamo come lo studio del ginecologo sia sempre aperto e quello del mio medico mai. Ci fermiamo e li' incontriamo Jamie, il mio padrone di casa. Mi dice che non possono pubblicare delle cose che gli avevo sottoposto. Io gli dico di non preoccuparsi, che' ho ricevuto rejection slips ben peggiori. Lui ci tiene ad informarmi che al suo giornale ci tengono ad essere gentili, sempre.
Non so che fine faccia la mia amica, ma io mi ritrovo a lavorare in campagna. C'e' anche un ex coinquilino dei tempi dell'universita', che si dice depresso. Io vengo designato per riportare a casa il trattore, che in realta' e' un pulmino. Io faccio notare che per me trattore e' il coso monoposto con le ruote grosse. Intanto il trattore si e' trasformato in un enorme animale (nel sogno sapevo cosa fosse, da sveglio no) a cui vengono praticati clisteri di etanolo, e che si muove correndo e con lunghi balzi '... ehm ... gassosi. Il trattore/animale si guida sedendogli sul dorso enorme e tenendo le briglie ad una pecora (di quelle pelosissime e quasi tonde, con la faccia cattiva) che gli corre furiosamente sul capo. Dopo un solo balzo e alcune centinaia di metri di galoppo furioso (della pecora soprattutto), il trattore/animale si ferma, e io rimango bloccato in mezzo ai campi, senza sapere che fare.

ripensamenti, colpi di gomma.

mi hanno fatto notare che un backside che avevo scritto non era poi così ben bilanciato e privo di riferimenti biografici come pensavo. per me il centro erano le scorribande con Enrico andando a San Giorgio (ed Enrico l'aveva persino commentato, stupendomi), ma forse l'astio che non posso fare a meno di provare per il suo protagonista reale non sono riuscito a trattenerlo quanto dovevo. Errore imperdonabile, anche perchè nel periodo di cui raccontavo era uno dei miei migliori amici. Quindi: cancellato senza pietà, e backside sospesi fino a quando non capisco come scriverli.
buonanotte a tutti.

sabato 21 febbraio 2009

Antidoti (Lambchop "Oh (Ohio)"

Ho provato a tenermi informato sul Sanremo di quest'anno ma non ce l'ho fatta ad andare oltre il primo minuto e mezzo di nessuna canzone. Urgeva rimedio: ecco a voi il signor Kurt Wagner dei Lambchop in solitario e il gruppo in "Talk Like a Pirate Day" (non mi fa l'embedding, seguite il link, grazie). Entrambe le canzoni sono prese dall'ultimo album "OH (ohio)", che trovo bellissimo (tranquillo, artigianale, caldissimo. Non lo consiglierei a nessuno. Bisogna imbattercisi, non aspettarsi niente, annoiarsi un pò, chiedersi "Ma come canta questo?" oppure "ma quando inizia la canzone vera?" e poi a poco a poco amarli. O cancellare i files, certo.)

http://www.deezer.com/track/2163494

venerdì 20 febbraio 2009

Proposte per la leadershit del PD /7


Ho deciso che Ralph SuperMegaMaxiEroe è il perfetto simbolo per la rinascita del PD: un uomo mediocre cui viene consegnato uno strumento enormemente potente, ma non il libretto delle istruzioni. Il simbolo inoltre sarebbe perfetto per il Partito Democratico, e il colore rosso ci ricollega alle origini e al popolo della sinistra disamorato degli attuali vertici.
Alla riscossa!
< /sarcasm >

Proposte per la leadershit del PD /6


perche' accontentarsi della spocchia di D'Alema quando si puo' puntare molto piu' in alto (oltretutto: con un meraviglioso saluto capace di dare finalmente un brand riconoscibile al partito?)

Proposte per la leadershit del PD /5


Seguendo uno dei piu' attivi commentatori di questo blog, la seconda proposta femminile per la direzione del Partito Democratico.

Proposte per la leadershit del PD /4


(si' lo so, mi e' preso un po' lo stupido ma l'unione del collasso del PD + l'apporssimarsi del mio ritorno in Italia mi causa euforia nervosa. Vorrei pero' far notare che le proposte da me fin qui avanzate sono piu' realistiche di quelle che finora viste sul sito di Repubblica)

Proposte per la leadershit del PD /3


Una figura femminile, ma anche capace di attirare l'elettorato nostalgico del passato comunista.

Proposte per la leadershit del PD /2


Un possibile direttivo, con tanto di ministro ombra per le politiche sull'immigrazione.

Proposte per la leadershit del PD /1


Carlton Banks, per la moralita' e il rigore nella politica italiana (e l'eleganza anche).
(Nuove proposte per la leadershiT del PD in arrivo: ma se avete nomi, fateli)

venerdì 13 febbraio 2009

deve essere una tradizione

Esattamente come un anno fa, due giornate particolarmente di merda.
Deve essere una specie di festa nazional-popolare.




Nel video, il primo singolo dei Ra Ra Riot, che ho visto dal vivo ieri sera: non la cosa piu' bella dell'anno ma divertenti. Enjoy, voi che potete.

excursus primo

La bambina, scuotendo la lunga treccia verso quell’animale fatto di nero e occhi e bocca unghie scintillanti, fece l’unica domanda che per davvero le sembrasse importante:

- chi sei?
- mio padre – rispose ;
- non è possibile!
- e perché mai?
- perché allora sei di certo anche tuo figlio!
- sei arguta – disse ancora l’essere fatto di buio - ma non abbastanza.
- però ho ragione!! non puoi essere anche tuo figlio!!
- non posso davvero. sono mia figlia, infatti.

giovedì 12 febbraio 2009

Incubo del giorno, 3

Casa di mia nonna non e' come quella di mio zio Emanuele, le cui fondamenta consistono in una vecchia chiesa abbandonata e semisommersa da un lago sotterraneo. Si vedono solo le colonne doriche che spuntano dall'acqua, quando si va in cantina. Casa di mia nonna e' una casa normale, ma e' piena di cunicoli e passaggi segreti. Io, che ho cinque anni, ne seguo uno rischiando piu' volte di rimanere incastrato. Finisco in un sotterraneo. Ci trovo libri vecchi, strumenti abbandonati (con la coda dell'occhio intravedo un liuto) e un arazzo con scene cangianti. Lo guardo incantato e non ho paura per niente.
Mi sveglio comunque convinto che si trattasse di un incubo.

martedì 10 febbraio 2009

Un non cordiale vaffanculo ad Adriano Sofri

***
Si puo' essere sollevati perche' e' morto qualcuno?
Il mio vicino di scrivania, questa mattina, appena aperta la pagina di Repubblica con la notizia della morte di Eluana Englaro, ha esclamato: "oh! finalmente! almeno sti preti smettono di rompere il cazzo".
Non sono riuscito a dirgli che no, non smetteranno.
Poi mi sono imbattuto in una delle cose peggiori che io abbia mai letto, ovvero il commento di Adriano Sofri, "Quella ragazza che amavamo". E, Sofri, hai onestamente rotto il cazzo anche tu. PIU' DEI PRETI. Perche' io non conosco nessuno che volesse bene a Eluana. Non di persona. Il padre sicuramente si', ma anche di lui m'importa il giusto (pochino, in realta').
A me non me ne fregava un cazzo a motore. E il tuo articolo e' il peggiore accumulo di bassa retorica in cui mi sia capitato di imbattermi dall'epoca delle "Sette piccole proposte per una moratoria sull'aborto" del tuo amichetto grasso. Si', quello delle bottigliette d'acqua. Ripeto: non conosco nessuno che volesse bene a quella tizia. Cazzo, non conosco nessuno che non l'avesse vista se non in foto sgranate. Tu, l'amichetto grasso, Uolter, il Nano, Napolitano: se l'aveste vista, probabilmente vi avrebbe preso male. E magari anche fatto un po' schifo. Non so: neanch'io ho mai visto qualcuno da anni in stato vegetativo permanente. Ma almeno non dico di volergli bene. Diventa difficile voler bene ad un parente con un tumore di cui sei costretto a prenderti cura giorno per giorno anche solo per sei mesi. Bisogna essere gran belle persone per voler bene a qualcuno in quelle condizioni. Dopo tre mesi di tumore di mia nonna io mi ricordo che era facile portarla un po' sul cazzo. Io non mi sento unito nell'affetto per Eluana ne' con te, ne' con Ferrara, ne' con Berlusconi, ne' con Veltroni, ne' con Giuseppe Englaro (perche' cazzo i giornali lo chiamano Beppino?? che e', ci siete andati tutti a pranzo assieme?), ne' con nessuno dei lettori di Repubblica. Se c'e' qualcuno che vuole bene a Eluana, li' fuori, ecco: io non mi sento unito a lui. Eppure, sono convinto di essere meno solo di quanto sembri, perche' di Eluana non fregava una beneamata fava a nessuno. N-E-S-S-U-N-O.
Tutti i discorsi che si sono fatti in questi mesi erano per usare il suo caso come un grimaldello: un utile (anche grazie a una certa forma di religione civile del signor Englaro, l'unica cosa che trovo ammirevole in tutto questo) esempio, un esempio "emozionante", perche' cazzo non siamo capaci di prendere posizione sulle cose se non abbiamo prima l'occasione di versare una lacrimuccia, volere bene a qualcuno, dire che siamo tanto buoni e tanto sensibili. Non siamo capaci di fare una legge senza prima indignarci/ emozionarci/ spaventarci. Il che vuol dire, in soldoni, che non siamo capaci di fare una legge: tentiamo soluzioni alla cazzo per problemi su cui non riflettiamo perche' siamo troppo impegnati a voler bene a qualcuno. Il contendere, ma eravate troppo impegnati a voler bene ad Eluana per rendervene conto, era: chi decide quando dobbiamo schiattare, di chi e' la potesta' del nostro corpo. Noi, o una serie di tizi che ha deciso di non scopare e non vivere e non figliare (non pubblicamente per lo meno) per dedicarsi alla ben piu' soddisfacente attivita' di impedire agli altri di farlo, o almeno di decidere come e quando.
Sofri, ma vaffanculo, va.

(post scriptum: Sicuramente su questa cosa e' stato scritto di peggio, anche se non riesco a immaginare come sia possibile. Lo scopriro' nel corso della giornata, temo. Sofri pero' fa opinione, la gente si dice d'accordo, il figliolo lo rilancia su Wittgenstein come se dicesse sempre cose belle e giuste. Persino io l'ho iniziato a leggere con la speranza che dicesse qualcosa di sensato.)
***avevo fatto voto di non scrivere piu' di questa cosa, che ne ero seriamente schifato. E pero' quando mi incazzo, contravvengo alle decisioni pregresse.

UPDATE:
- anche Roberto Saviano, scrivendo su El Pais, non ce la fa a non far finta di aver pranzato diverse volte con il signor Giuseppe Englaro (l'abuso di Beppini e' quasi intollerabile)
- Veltroni, incredibilmente, scrive la solita lettera buonista in cui pero' ce la fa a chiamare Englaro solo per cognome e a parlare solo dell'affetto di quest'ultimo per la figlia e non di quello di tutti gli altri. Sono quasi ammirato. Se nella parte in cui parla della legge da farsi fosse appena un po' meno vago (sostanzialmente dice: si deve fare una legge che poi tutti devono rispettare... ok. Con scritto dentro cosa, di grazia?) avrei potuto quasi riconsiderare la mia opinione su di lui e magari anche sul PD.

lunedì 9 febbraio 2009

excursus terzo

La vecchia sbottò in un “Friederich!” acido che poco si intonava col suo aspetto di nonna bonaria e cicciona. Il vecchio baffuto levò lo sguardo dal libro che cercava di leggere e che si ostinava a tenere ridicolmente vicino agli occhi.
“Friederich!” insistette
“Friederich!!”
“Sì...”
“Friederich, smetti di leggere che poi ti fa male la testa e non fai altro che lamentarti!”
“Ma amore…”
“Ho detto basta!”
Il povero Friederich pensò a come sarebbe stata diversa la sua vita se fosse morto giovane e pazzo, quando era un giovane filologo di belle speranze.
Poi chiuse il libro e se ne andò a letto.


(un altro recupero)

domenica 8 febbraio 2009

excursus secondo

Il ratto passò dalla grotta ove il buon Gesù era nato; la luce sprigionata dal santo volto l’avvolse ed egli si ravvide del sudiciume in cui viveva.

Vedendolo liberarsi dello sporco, la ratta gli chiese cosa volesse fare.

- Non vedi che nostro signore è nato? – disse – non t’accorgi che dobbiamo cambiare?

La ratta sorrise e aspettò la prima pioggia perché riportasse suo marito il ratto all’ateismo e al fango.


(un recupero da una vecchia roba)

venerdì 6 febbraio 2009

Affaire Cardano /4 : (rimuginio)

Nello scrivere di un qualsivoglia autore, c'e' il rischio dello scarrafone che e' sempre bello a mamma soja.
Perche', diciamocelo, dopo essersi fatti il culo triplo su un tizio e sulle sue opere illeggibili, non puoi concludere fosse un cretino. Ci passi per cretino anche tu.
Per questo ogni ricercatore e' convinto che quello che studia sia fondamentale, che il suo autore, corrente, opera, periodo siano un faro che deve guidare noi tutti attraverso i flutti perigliosi della storia. E' inevitabile. Quanto piu' un autore viene studiato, tanto piu' ogni sua opera, anche la minore, trovera' chi la incensa, chi le dedica uno studio. Se studi un autore che hanno gia' studiato in tanti, ad un certo punto passi ad occuparti delle opere minori, poi dei diari, poi delle liste della spesa. E ogni volta devi giustificare la fatica immane di decifrare cosa avesse deciso di comprare Nietzsche nel 1894 ("Uova, pancetta, crauti, latte": si conclude che iniziano a manifestarsi i primi segni della pazzia, e la digestione di tutto questo segna la concettualizzazione dell'eterno ritorno).
Anch'io sono convinto che studiare Cardano sia importante. E' inevitabile, l'ho detto. L'importante e' che io non arrivi mai a convincermi che Cardano fosse un eroe, un genio, un motivo d'orgoglio per la storia del pensiero italiano. Va bene cercare di convincersi che da un punto di vista di storia della cultura, della medicina, del genere letterario dell'autobiografia sia importante cercare di capire cosa pensasse quell'uomo e perche': ma convincersi che ogni pagina sfuggita alla sua penna contenga una rivelazione, passare sopra al tasso di stronzate diffuse, catalogandole come "l'officina" di Cardano (mettiamo a morte tutti quelli che usano la metafora dell'officina del pensiero, grazie? Negli ultimi quattro anni l'ho sentita e letta almeno tre volte al giorno), o al limite come il seme di una cosa fondamentale a venire, il presentimento di un'idea futura, il richiamo ad un'idea intelligente di qualcun'altro: questo no, non si fa. E' barare, si fa solo nella richiesta di fondi universitari, nei progetti di ricerca e nei seminari. Nel mondo degli adulti dovrebbe essere vietato. Come Bruno, come Nietzsche, anzi, piu' di questi due (dotati di maggior talento, e' inutile negarlo) Cardano sparava nel mucchio e ci prendeva anche, ogni tanto. Ma sparava nel mucchio, con un suo metodo, cercando di prendere la mira in un modo tutto suo che vale la pena di analizzare ma continuava ad impallinare anche un sacco di innocenti idee bislacche, e ad esibirle affianco a quelle un filo piu' intelligenti. Di libri sulla genialita' di Bruno, di Marx, di Nietzsche, di Cardano (beh, no, su Cardano ce n'e' relativamente pochi, per fortuna) il mondo e' pieno: di libri disposti ad ammettere che ogni tanto dicessero delle stronzate, e magari a chiedersi come mai c'e' invece assoluta carenza.
Non bisogna amare mai gli autori che si studiano. Tanto sono morti.

the purest form

giovedì 5 febbraio 2009

John Keats/ John Keats/ John/ Please put your scarf on.

A fine febbraio abbandono la coperta di linus dello stipendio IBM e mi rilancio nel vorticoso mondo della disoccupazione.
Certo che se ne fanno di cazzate.
Qui pero' e' stato bello stare: ho letto molto, guardato molto il mare, vista piu' neve di quanta credevo potessi tollerarne e preso relativamente poca pioggia. Ho conosciuto qualche persona bella come non mi aspettavo di trovarne e parecchi individui tristi (ma non tutti tristi teatrali, alcuni proprio tristi tristi) come avevo dimenticato che ce ne potessero essere. Ho incrociato un sacco di storie, per lo meno: che' dietro la scelta di prendere cappello e venire qui al gelo una storia o la possibilita' di una storia c'e' sempre.

Alla base del mio ritorno, va da se', ci sono tutta una serie di considerazioni narrative ed esistenziali. Ma preferisco dare la colpa alla politica scozzese. Come si fa a vivere in un posto in cui l'arte della dichiarazione e della smentita il giorno successivo e' cosi' negletta da sembrare quasi disdicevole? In cui nani e ballerine naneggiano e ballano (o altre attivita' ancor piu' ludiche, insomma) invece di governare? Come si fa a vivere in un posto in cui ti chiedono se sei cattolico tra grandi scoppi di risa? Un posto dove si ammazzano e accoltellano senza far caso all'etnia (anzi, qui lo fanno preferibilmente all'interno della stessa)? No no, troppa razionalita' (mi sembra strano dirlo di un popolo di alcolisti come questo), non fa bene ne' all'umore ne' alla creativita', meglio tornare in Italia.
(A parte il tempo infame, che' quest'anno avrei voglia di avere un'estate, che in tutto ci saranno stati tre giorni in cui non ho messo il giubbino, tra maggio e ottobre)

Ho calcolato bene i tempi: ho un altro mese per ubriacarmi un altro po', fare una grassa festa d'addio, vedere altri due concerti (i Titus Andonicus su tutti, alias Conor Oberst improvvisamente impazzito e donato al punk, e i Ra Ra Riot), salutare e rimpiangere tutti quelli a cui (poco o tanto) mi sono affezionato e riprendere la via di casa.

Da quando sono qui il libro piu' bello che ho letto e' stato Franny & Zooey di Salinger (la dottoressa S&L, a cui ho imposto la lettura, pur apprezzando mi ha fatto notare che trattasi di due chiacchierate lunghe in tutto 160 pagine. Io le ho risposto che e' proprio quello che mi esalta di quel libro, a parte quello che in quelle due chiacchierate viene detto). Ieri ho finito di leggere "Raise High the Roof Beam, Carpenters / Seymour: an introduction" che, seppur meno bello, mi ha riempito di gioia gia' solo per il fatto di consentirmi di frequentare ancora un altro po' gli stessi personaggi: non mi ricordo neanche quando e' stata l'ultima volta che mi e' successa una cosa del genere. Ce l'ho con Baricco e con la scuola Holden per avermi tenuto lontano da Salinger per tutto questo tempo. Ma forse qualche anno fa avrei apprezzato di meno (oppure sarei stato uno di quelli capaci di dire "Bello Salinger, ma come la traduzione italiana del Giovane Holden non ce n'e'....". Orrore.).
Ora sto leggendo Cheever, la raccolta dei racconti: vi diro'. Per ora mi sembrano molto belli. Senza quella luce che c'e' in tutte le pagine di Carver, ma con una qualita' diversa che ancora non sono riuscito ad afferrare (ma ho letto tre racconti, che pretendo?).

Una lettrice (eufemismo: e' la Lettrice) mi ha segnalato che la nuova opera di Alberto Asor Rosa scatenera' presto prescindibili zuffe letterarie: le aspetto con ansia, ma intanto mi rigiro nella testa le pagine che vorrei scrivere su Baricco perche' e' chiaro, in un modo o nell'altro dovro' vendicarmi.

(tra l'altro: al mio ultimo giro pisano, non so perche' - ma forse perche' sono un nerd letterario e i miei amici sono persino peggio di me - si passo' quasi tutta la serata a parlare male di Baricco e a bere birra chissa' perche' pessima. Solo a fine serata la cameriera ci confesso' il suo amore sconfinato per lo Scrittore, e tutti ci interrogammo sulla qualita' di quello che avevamo bevuto sino ad allora)

martedì 3 febbraio 2009

Incubo del giorno /2

ti vedo in un giorno qualunque in una piazza assolata: seduta per terra fingi di avere vent'anni di meno. Guarda! - ti dico: e affondo le mani per terra. Tiro su erba e radici. Guarda! Ho i guanti di terra e filo d'erba, mi proteggeranno dal freddo? Mi dici: sì, ma se ti piove addosso si sciolgono. Ti faccio vedere: sulle ciglia ho lombrichi pelosi, se piove si gonfiano e mi riparano gli occhi.
Poi inizia a piovere, forte, e mi prende il terrore: so che le mani mi si scioglieranno davvero.
E tu ridi, accidenti a te, tu ridi tantissimo.