lunedì 29 marzo 2010

lunedì 22 marzo 2010

fonti di ispirazione per l'arte contemporanea


in che stile rifarlo?

c'è un che di fiammingo, nell'insieme.
(mi piace ovviamente il tizio che si prende la mazza da baseball in faccia, ma anche la bimba vestita di rosa che guarda nel vuoto con espressione sconsolata - rapita)

lunedì mattina


lunedì mattina, aka RIUNIONE FIUME SETTIMANALE: i disegni automatici prodotti mentre si parla d'altro incominciano ad essere rivelatori

fonti di ispirazione per l'arte contemporanea


ci sarebbe da farci un quadro, dico sul serio.

e se ho tempo mi ci metto pure. (via LA STAMPA)

martedì 16 marzo 2010

Erland and The Carnival




Di mio sarei uno che cerca di imporre l'ascolto di quei dischi che considera fondamentali, belli o anche soltanto interessanti.
Con l'età ho capito che non è una bella cosa.
Cerco di non farlo, di solito mi riesce anche abbastanza.

C'è un disco, però, che ho sempre avuto qualche difficoltà a consigliare.
Di solito funziona così: io nomino l'autore e il mio interlocutore mi risponde "Ah, sì, quello gnuro, che fa le canzoni un po' reggae, che suona la chitarra tenendosela in braccio". E io: "No, quello è BEN HARPER, io sto parlando di ROY HARPER".
Se è uno fissato con gli anni settanta gioco la carta "non tutti sanno che"
"Sai che persino i Led Zeppelin gli hanno dedicato una canzone? Hats off to Roy Harper..."
Di solito non funziona. Se uno è fissato coi Led Zeppelin, solitamente non c'ha voglia di ascoltare altro.
C'è poi l'imbarazzante momento, soprattutto con gli amici un briciolo più anglofoni, in cui svelo il titolo del disco e mi sento ridere in faccia: "ah ah ah ... TEMPESTA DI CAZZO???".
E io lì, a pazientare "No, perché sennò sarebbe COCKSTORM... è STORMCOCK, al limite potrebbe voler dire CAZZO DI TEMPESTA... comunque è una specie di tordo inglese..."

E comunque: Stormcock, di Roy HArper, è un disco fondamentale, datato 1970: Roy Harper ha fatto dischi molto belli e dalla metà dei settanta in poi anche dischi molto brutti, ma questo è da avere/ascoltare a tutti i costi. E' uno con la chitarra e ogni tanto qualcos'altro che fa canzoni (4 in tutto) della durata variabile tra i 7 minuti e i 16, non aspettatevi i King Crimson. Soprattutto non aspettatevi i Led Zeppelin. E' folk, in un modo suo, molto letterario e complesso. E molto bello.

Ma a parte l'amarcord, perché parlarne? Solo perché sto ascoltando un disco di gentaccia inglese, gli Erland and The Carnival (disco omonimo, appena uscito, non riesco a mettere la pur notevole copertina in modo decente, composto da cariatidi del genere ex membri dei Verve e del gruppo di Paul McCartney, addirittura) che ha fatto un operazione molto post moderna (che non va più di moda, e questo rende l'operazione più sopportabile) di recupero di vecchie canzoni, di motivetti tradizionali (recuperano addirittura una cazone del mitico Jackson C. Frank AKA il cantante più sfigato della storia), brani di poesia (c'è del Blake, da qualche parte) e altra roba che ancora non ho riconosciuto. Tra gli organetti, le chitarrine e le canzonette, nei primi due pezzi ho avuto l'impressione di ascoltare il buon Roy Harper, quello bravo, prima che gli anni ottanta lo corrompessero. Poi l'impressione svanisce, gli ETC mischiano più roba, ritmi addirittura ballabili in alcuni punti, o comunque più facili di quelli del buon Roy, e un organetto che trovo adorabile e delle robe molto revival folk tipo Fleet Foxes.
Un disco da ascoltare, insomma: bello e vario e divertente.
Ovviamente, dopo che avrete ascoltato Roy Harper. Ci mancherebbe altro.

Poesie in Forma di Nota /12 - Poco meno di due giorni

I miei segni, sul tuo fianco destro,
carne nera* che sbiadisce in fretta.
Le sacche di sangue
si lasciano assorbire troppo facilmente**,
e tu mi torni tutta intera e liscia,
ogni volta come ti ricordavo



*come la volevo

**da continente e terraferma
a poche isole sparse,
un arcipelago sbiadito che non mi è dato di esplorare,
e tanta acqua che non riesco a immaginare.

domenica 7 marzo 2010

Poesie in Forma di Nota /19

Di un mio amico

Che fumava tre per venti sigarette al giorno, che scatarrava troppo

Che viveva in una casa con le scale irregolari

Che teneva i calzini sporchi

prigionieri in una busta

(fuori dalla sua camera, in esilio anche mensile)

Di lui,di lui, o meglio di una cosa mi sono ricordato ieri:

(che a lui in realtà ci penso spesso,

che è stato uno di quegli amici che ho perso all'improvviso

e anche se poi l'ho recuperato,

e anche se abbiamo parlato chiarito spiegato raccontato* -

ora siamo poco e niente, e non lo chiamo mai, e una volta sapevo il numero a memoria)

E anche se di lui so molte cose**

non so più quante sigarette fuma al giorno***,

e mi sono ricordato che la prima sera in cui parlammo

(eravamo ubriachi entrambi)

mi raccontò diverse volte

(e mai coincidevano i particolari, e mai le mie domande ottenevano risposta)

di una, una in particolare, quella, proprio lei, che temeva sarebbe stata l'ultima,

e quella sera

io ero così ubriaco

che non mi sono neanche accorto che fumava.



*mentito

**So che non è più fidanzato ma che non è stata una tragedia,

So di quando si è trasformato e ha indossato una cravatta,

So che disegna molto meglio, che dorme ancora quando non dovrebbe,

Che lava i panni il giorno prima di ricominciare il giro dei vestiti sporchi,

Che elabora metafore come un tempo, e bestemmia forte come sempre

***non so neanche che marca fumi adesso

e non mi ricordo neanche la marca che fumava,

e comunque era una marca non poetica

che per quanto io mi sforzi non riesco a ricordare cosa fosse

(Merit, probabilmente: o più probabilmente Diana Rosse)

venerdì 5 marzo 2010

Analisi Politica dell'ANNO (so far) 2010

"Mi piacciono molto i reality ... Ballarò, Annozero ..."

(sentita in discussione sulla televisione, anno del signore 2010 - 05 marzo, ore 15.40 circa)

mercoledì 3 marzo 2010

We Are The World For Polverini

Segnalato da Metilparaben, un video geniale (a parte la voce che hanno messo al povero Springsteen)

Poesie in Forma di Nota /15: Superstudiosi con Superproblemi

Il cruccio (: la consolazione, forse)
di non aver tenuto un posto nella schiera.*

I discorsi di chi sta resistendo,
la bava alla bocca che era anche la mia,
la coda tesa e i muscoli allenati:

che si sciolgono alla minima carezza


*(a seconda del momento,
di quanto mi sento intero e realizzato
di quanto tutti i pezzi mi sembra abbiano senso) **

**(del punto della
ricostruzione ciclica in cui mi capita di ritrovarmi)