mercoledì 29 agosto 2012

IL MONDO NUOVO ( aspettando il 3D )






Two Lovers - USA 2008, 100'. Regia di James Gray.
Proseguendo nel discorso intorno ai sentimenti, approdiamo alla vicenda di un giovane affetto da bipolarismo, che in seguito a una storia andata male per motivi genetici ( gli eventuali figli non avrebbero superato l’anno di vita a causa di incompatibilità del dna dei genitori, e lei non voleva provare con l’adozione ), si rifugia dai Suoi per meditarci sopra. Avrà di fronte la strada sicura di una giovane di buona famiglia con annessa attività lavorativa paterna e imminente fusione aziendale nel campo della lavanderia; oppure la tortuosa strada della passione per una messa male che è appesa ad un uomo sposato con figlio che non si decide mai a fare il passo di lasciare la famiglia.
Perché continuiamo, così, a farci del male, nel tuffarci in soliloqui privi del fondamento necessario ad una storia, ovverosia la reciprocità? Ha a che fare con la crescita, con la sfiga, con la fisica quantistica? Per fortuna, dalle mie stime statistiche, la maggior parte della gente pare farcela, almeno da questo punto di vista, grossomodo una sistemazione la trovano tutti. Poi ci sono i problemi interni alle relazioni, quello è un campo su cui non metto bocca. Però è un passo avanti. Il film si poggia sugli sguardi scontrosi del protagonista, dolci anche, sui movimenti imbarazzati e sui suoi slanci folli, sul saliscendi emotivo che non gli permette più di capire chi è, sul suo tentativo di non adagiarsi. È un raccontare delicato.


Manifesto per gli amanti non-corrisposti affetti da recidiva:

martedì 28 agosto 2012

IL MONDO NUOVO ( aspettando il 3D )

Il segreto dei suoi occhi - ARG 2009, 127'. Regia di Juan José Campanella. Se solo ricordassi qualcosa de Le radici del romanticismo di Isaiah Berlin, potrei provare una sorta di preambolo vagamente colto. Oppure sapessi un po’ della storia Argentina, tracciare un parallelo tra la vicenda privata e quella pubblica, affrontando la memoria e la rimozione, magari azzardando paragoni con le vicende nostrane. Non avendo mai sviluppato un metodo di studio, il più delle volte i saggi sui temi più disparati mi scivolano via e amen. Comunque, almeno per la parte musicale, un appiglio l’ho trovato, ovvero il brano di pianoforte che ritorna più volte è chiaramente una ripresa di un notturno di Chopin, o comunque gli somiglia molto. Inoltre, il protagonista della vicenda, un vice-qualcosa di un tribunale, è stupefatto di trovare un amore che non ha più visto in nessun altro, come nel povero vedovo, la cui donna è stata stuprata e uccisa. È una storia che si svolge in due piani temporali, le vicende ricordate e il presente, producendo lo spazio per il rimpianto del protagonista di non aver osato con la sua amata e per questo di non poter dimenticare la vittima del caso su cui ha lavorato. Mentre il vedovo consiglia continuamente di dimenticare, perché è passato troppo tempo, che si pensi ai propri amori passati o alla storia del proprio paese. Ma allora come si elabora un lutto? Probabilmente non c’è un modo giusto. C’è però chi guarda avanti, come Irene, la cancelliera del tribunale, la donna amata e creduta irraggiungibile. C’è l’amico e collega, che unicamente vive per la sua passione, l’alcool e le risse. Il protagonista prova con la scrittura, per tenersi attaccato ai ricordi. Il film non si alza mai in volo, se non nella sequenza dello stadio, un volo sopra le teste dei calciatori a ricordare una straordinaria sequenza iniziale di Soy Cuba di Kalatozov. Però rimane comunque un film notevole, che ha i suoi momenti toccanti in grado di lasciare libera la mente di inseguire qualche ragionamento. 



mercoledì 22 agosto 2012

500?

Jon Hopkins - Opalescent ( 2001 ) Ascoltando questo disco ho trovato un modo di comporre che se non si accompagna ad immagini filmiche comunque sembra seguire una o più tracce narrative. Per esempio Halcyon, volendo seguire la interessante definizione dell’Oxford dictionaries, che parla di un uccello mitico in grado di calmare le acque. Delicati fraseggi di chitarra puntellati da alcune note di piano elettrico. Ognuno può metterci del suo ovviamente. Magari l’immaginazione è già guidata dai titoli, nel senso che uno pensa al mare e alla calma e si immagina la scena, dal momento che abbiamo ormai tutti più o meno l’abitudine di pensare cinematograficamente. Ma in generale l’intero disco permette di spaziare con la mente, non indica un’unica strada. Credo dipenda dalla quiete con cui procede la musica. Gli unici momenti in cui aumenta il volume è per infondere una sorta di energia positiva, rappresentata spesso dalla chitarra elettrica pulita e leggermente riverberata. C’è insomma la possibilità di immaginarsi delle storie, dei personaggi, se proprio non si vuole attingere dai propri ricordi o dal presente vissuto. Molto piacevole anche Lost in Thought, con un suono di chitarra che mi ha ricordato un pezzo di John Frusciante solista. La chitarra emerge spesso per dare la direzione ai pezzi mantenendo sempre piccoli fraseggi e arpeggi di pochi accordi. Fading Glow sembra la più intensa. Inner Peace può essere presa come paradigma del disco intero. La caratteristica principale mi pare il senso della misura e dell’ordine, governato con tocco comunque sapiente, che rende sostanzioso l’ascolto. Non ci sono mai sbandate. Si ritorna su questo disco con la sicurezza di tornare a casa. Al massimo può esserci l’indugio nella malinconia, il bisogno di rattristarsi. Anche le poche tracce con atmosfere vagamente misteriose o minacciose non cercano mai di destabilizzare. Non essendo un profondo conoscitore della musica elettronica o ambient non saprei ben collocare questo disco, né dal punto di vista qualitativo né stilistico. Certo è che l’ho ascoltato volentieri più volte. Manca solo la prova nel traffico.

martedì 14 agosto 2012

PRESI ALLA POLVERE

"Dei "generali" - cioè degli ingegneri e dei manager - che portarono l'attacco finale alla città pestilenziale e che quindi salvarono, sia direttamente sia indirettamente, milioni di persone dagli eserciti invisibili dei micropredatori ( virus e batteri ) oggi non ricordiamo nulla: non un volto, un'opera, non una statua. Dei veri generali che hanno sterminato centinaia di migliaia di loro simili - da Giulio Cesare a Gengis Khan a Napoleone - studiamo invece le loro gesta fin dai banchi delle elementari. I Giulio Cesare o i Napoleone di questa guerra si chiamano Joseph Balzagette e Georges Eugène Haussmann. Il primo costruì il sistema fognario di Londra, il secondo quello di Parigi." Da Autoritratto dell'immondizia - come la civiltà è stata condizionata dai rifiuti di Lorenzo Pinna. C'è anche una presentazione sul tubo

lunedì 13 agosto 2012

Note private dette in pubblico

Qualche tempo fa ho scritto una musichina, vi andrebbe di ascoltarla? Ho fatte due versioni dello stesso brano per sapere come risulta ad altre persone. La prima è archi e piano; la seconda è solo con gli archi. Se vi va ascoltatele e soprattutto ditemi che ne pensate, quale versione preferite o almeno quella meno peggio.