martedì 30 ottobre 2007

Frog Eyes "Tears of the Valedictorian"


Non fosse stato per una simpatia onomastica, mai avrei ascoltato un disco dalla copertina così brutta. Mi sarei perso gli ennesimi (deve essere un buon periodo, da quelle parti) canadesi capaci di mischiare indie rock, psichedelia, buone dosi di pop e molta schizofrenia: dalle parti degli Arcade Fire, ma con un cantante (Carey Mercer) che blatera (per fortuna) molto di più su testi apparentemente privi di qualsiasi senso, in un amore dichiarato per il primo Nick Cave, ma forse ancora di più per i cantanti folk degli anni settanta (Roy Harper, ma anche Van Morrison e certo Tim Buckley....). Come gli Arcade Fire, si diceva, ma con molti più angoli e spigoli taglienti, e con la tendenza a prendere perfette melodie pop-rock e mandarle a velocità doppia, per vedere l'effetto che fa (soprattutto il pianista si vede che ci prova, ma non è capace di suonare più lentamente).

n.b. Sul sito della loro etichetta (Absolutely Kosher, già il nome....) si può ascoltare Bushels, il pezzo migliore - e il più lungo e complesso - del disco. Buon Ascolto!

sabato 27 ottobre 2007

Fùtbol



avevo dimenticato di aver scattato questa foto. Il 16 di giugno, a Pisa (cioè nel giorno della festa del santo Patrono, San Ranieri, per l'appunto), il giorno prima della partita con il monza decisiva per il passaggio in serie B.

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mercoledì 24 ottobre 2007

Philip Pullman "His Dark Materials III: The amber Spyglass"


Di ritorno dalla Valtellina, con i pizzoccheri e una sorta di purè 2.0 da digerire ("tavroz", mi sembra che si chiami), non ho potuto fare a meno di finire di leggere l'ultimo capitolo della trilogia di His Dark Materials: The Amber Spyglass.
Da allora continuo a chiedermi cosa non mi è piaciuto di questo terzo volume, e mi do varie risposte: i nemici come al solito sembrano avere troppa fiducia in sè stessi, ed è questo che causa alla fine la loro sconfitta (ma il difetto è alla base: è nel cercare di dipingere il nemico sempre come il più potente possibile, per far apparire più grandi anche i "buoni": d'altronde è più semplice disegnare grandi villains che grandi eroi): l'angelo Metatron è troppo umano e troppo debole, alla fine, troppo scoperto. L'unico colpo di genio è renderlo così perché in fondo troppo arrapato. Poi non mi è piaciuta la conversione al "bene" di una delle cattive dei primi due volumi, in virtù di un amore materno a cui invece in precedenza era risultata magnificamente indifferente. Inoltre alcune sdolcinatezze finali, e una certa sproporzione tra l'evento da cui tutto dovrebbe dipendere, cioè la "tentazione" di Lyra e Will, i due bambini protagonisti del libro, e il reale impatto che esso ha sulla storia dei mondi (ma ho qualche dubbio: proprio questa sproporzione potrebbe essere un colpo di genio ulteriore di Pullman: almeno, è da quando ho finito di leggere il libro che mi ci sto interrogando).
Le cose che me lo hanno fatto amare sono però molte di più di quelle che non mi soddisfanno e che mi sto arrabattando ad elencare: una costruzione teologico-ontologica profondissima (in un libro per bambini, poi! Dovevo ripetermelo ogni dieci pagine, che stavo leggendo una roba messa sugli stessi scaffali di Harry Potter), in cui il bene è l'autocoscienza e la capacità degli uomini di mantenere la propria mente aperta, l'esortazione a costruire nel mondo "la repubblica del paradiso" (dopo che il Regno viene, giustamente, distrutto) contro ogni pensiero o religione che vorrebbe imporci rinunce e spostare la nostra attenzione dal mondo in cui viviamo ad un inesistente vita dopo la morte; alcuni personaggi fenomenali (i due angeli omosessuali, il prete assassino, Lord Asriel, che non prova mai affetto per la propria figlia, che al limite è fiero di quello che sta facendo, risultando in questo ben più credibile di Mrs Coulter, la dottoressa Malone, ovvero il serpente, ecc.), la morte di Dio e una delle discese agli inferi più "credibili" che io abbia mai letto. Inoltre, un continuo riferimento/controcanto ad alcuni capolavori della letteratura: nel primo il Paradise Lost di Milton, nel secondo le Songs of Innocence e le Songs Of Experience di William Blake, in quest'ultimo di nuovo Milton, ma anche la Commedia di Dante (ovviamente) e, in un capitolo geniale, la Recherche di Proust.
Mi rimane il dubbio di come possano pensare di trarne un film visionabile alle grandi masse: certo Pullman ha l'accortezza di non parlare mai di Cristo (anche se la religione del mondo di Lyra è la religione cristiana, priva della divisione tra protestanti e cattolici) e l'impressione che se di Cristo parlasse lo metterebbe dalla parte di coloro che lottano contro Dio rimane una lettura tendenziosa: magari basta ammorbidire la polemica contro la chiesa e fare della lotta contro Dio la lotta contro qualche tipo di potere superiore non meglio specificato per renderlo fruibile. L'unico problema è che così della profondità del libro non rimane quasi niente, e non si capisce tutta la riflessione sul peccato e sulla libertà degli uomini. L'unica speranza insomma, è che il primo film vada così male che ai produttori non convenga realizzare gli altri due. Contro questa riflessione però, temo proprio che il film, quando arriverà in Italia, andrò a vederlo. (ripeto, la mia religione me lo consente).

i grandi scoop del menga: le facce dei wu ming (cioè di due di loro)

Ieri sera qui a Pisa, al Rebeldia, c'erano un pezzo dei Wu Ming a presentare Manituana, il loro ultimo libro. Io ci sono andato con la speranza che ci fosse WM1, che è quello che leggo e ascolto più volentieri (i readings da "new thing" sono fenomenali, ascoltateli), e con la curiosità di vederli "dal vivo" e aggiungere delle facce a tizi di cui conosco bene voce e scrittura. Insomma, era come incontrare un amico di penna dopo anni di corrispondenza, con la differenza che io a loro non ho mai scritto e ieri per non eccedere ho evitato anche di fare domande.
I due Wu Ming erano esattamente così:
Uno dei due, quello che ho scoperto essere WM1, faceva stretching prima della presentazione, e già questo valeva la serata. L'altro non ho onestamente capito quale fosse, ma lui, la sua refrattarietà alla calvizie e il turchese della sua felpa hanno tutta la mia approvazione.

update: uno scambio di mail con i wu ming (gentilissimi e rapidissimi a rispondere, tra l'altro, fossero così metà dei professori che conosco....) mi ha rivelato che la verà identità di wu ming bhò (pseudonimo che se fossi in lui userei d'ora in poi: wu ming 1, 3, 4, 5 e bhò) è in realtà wu ming 2: l'avessi saputo gli avrei fatto un pò di domande su Geims Oliva, uno dei miei personaggi preferiti di sempre, e sul teorema dei tre bar. (Il teorema, se lo ricordo bene, è così: in ogni paese con più di mille abitanti, municipio e bancomat esistono almeno tre bar, uno coi tabacchi, uno dei vecchi e uno della teppa. Quest'estate e l'estate scorsa cercavo i paesini più piccoli del salento proprio per verificarlo).

gli unici che contano

Giuro, poche cose mi hanno fatto più piacere nella vita di questo.

giovedì 18 ottobre 2007

metal hello kitty

la stessa amica che mi segnalava il video dei pink floyd oggi mi stupisce con questa meraviglia.
(Poi la smetto di postare video, diventa una droga)

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ancora lui

Per la vostra gioia, ecco un altro video del buon Danzig. Mi piacciono particolarmente: le sue smorfie all'inizio, la tizia inspiegabilmente in reggiseno e il momento in cui casualmente gonfia il bicipite.

Il nostro eroe non è però soltanto un cantante tutto muscoli e ciuffo, è anche un ragazzo sensibile che legge e si informa, anche se una certa psicopatia è sempre evidente, cosa che trova facilmente conferma in questo splendido video documento.
Enjoy!
N. B. Danzig non è a petto nudo per caso: si toglie la maglietta tutte le volte che si mette a leggere.



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mercoledì 17 ottobre 2007

Ciò che mi fa scrivere

Questa sera, dopo un pomeriggio passato advanti al computere senza essere capace di produrre nemmeno una riga di testo dignitosa, ho deciso di non uscire e di lavorare alla mia tesi di dottorato. I Radiohead e i Mice Parade (cioè i due dischi che in questi giorni sto ascoltando di più) non hanno aiutato. I Motorpsycho, passione dei primi anni dell'università, hanno sortito un effetto poco migliore.
Allora, l'illuminazione: Glenn Danzig, ovvero il primo cantante dei Misfits, un figuro troppo grezzo per essere vero, culturista, misogino, fissato con l'horror di serie zeta e con un pessimo gusto in fatto di acconciature. Tuttavia, una delle cose che ho ascoltato di più tra i quindici e i diciassette anni, sentendomi anche un figo perché insomma, un personaggio più di nicchia di lui a Grottaglie era difficile scovarlo. Anche nella nostra comitiva di metallari lo ascoltavamo soltanto io ed Enrico Petrelli (che per un certo periodo della sua adolescenza aveva anche finito per assomigliargli).
Come tutte le volte che riascolto Danzig, mi stupisco di come continui a piacermi, e di come rilassi tanto il mio cervello da farmi scrivere con una facilità incredibile.
Oh, per me sto tipo è un ganzo*.

*(Mi dicono che i suoi dischi successivi a "4", ovvero l'ultimo che io ho comprato, facciano pena, ma non me la sento di verificare. Allego però il ridicolissimo video della sua canzone più famosa, direttamente dal primo suo disco. Enjoy!)

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Pink Floyd - Arnold Layne

Una mia amica mi segnala che esiste un video di Arnold Layne, e io non l'avevo mai visto, accidenti.

lunedì 15 ottobre 2007

l'acquisto scemo della settimana



A Firenze, vicino a Palazzo Strozzi, ci sono due bancarelle che vendono libri usati e rimanenze.
Una, quella sotto i portici vicino piazza della Repubblica, è quella intellettuale: pubblicare un libro e arrivare su di essa significa definitivamente essere qualcuno. Su di essa trovano posto soltanto libri einaudi, adelphi e qualche feltrinelli, ma solo la collana "Campi del sapere".
L'altra, in piazza Strozzi, vende quello che capita a prezzi tra il ridicolo e l'illogico.
Proprio alla seconda di queste bancarelle ho fatto l'acquisto più scemo degli ultimi tempi: per solo un euro mi sono portato a casa la bibbia di Ron Hubbard*, Dianetics: ho sempre preso in giro scientology sulla base di quel poco che ne sapevo tramite internet e i giornali, ma ora intendo farlo a ragion veduta. (sempre ch'io non mi converta).
Tra le perle che regalano le prime cento pagine (a parte la punteggiatura dispensata da traduttori giustamente rimasti nell'ombra), questo consiglio agli scettici che non vogliono credere alla natura degli engram** "Se avete voglia di fare un esperimento potete prendere un uomo, renderlo 'incosciente', ferirlo e dargli delle informazioni. Attraverso la tecnica Dianetics, non importa quali informazioni gli possiate aver dato, queste potranno sempre essere recuperate. Questo esperimento non va condotto alla leggera perché potreste farlo impazzire"
(giuro, non ho cambiato nè aggiunto nè tagliato niente).
Ho deciso di non condurre l'esperimento perché da scettici si vive male, soprattuttto in prigione.
Appena sarò guarito dai miei traumi prenatali, vi assicuro che lo farò sapere.

*tutto il post va ascoltato con in sottofondo Aenima dei Tool, in particolare il pezzo "fuck L. Ron Hubbard and fuck all his clones, fuck you disfunctional, insicure, actresses..."
**un engram è una registrazione completa in ogni dettaglio fatta dalla "mente reattiva" in situazioni di incoscienza totale o parziale, capace di condizionare il comportamento cosciente di chi ha vissuto l'esperienza traumatica così registrata.

venerdì 12 ottobre 2007

Radiohead "In rainbow", recensione in tempo reale.

Dico che impressione mi fanno i pezzi del nuovo album dei radiohead, al primo ascolto, poi magari ci ragiono su meglio (l'ordine è sparso, dipende da come mi stanno arrivando....)

Nude: bella. Lo stile è quello di A Wolf at the Door, una delle due mie canzoni preferite di Hail to The Thief. La prima impressione è che abbiano complicato molto le melodie.

Weird Fishes/Arpeggi: arpeggi, per l'appunto di fondo, continui, e una batteria in crescendo, mi sembra (la canzone non è ancora finita). mi sembra che Yorke spinga molto con la voce, più di quanto avesse fatto ultimamente e molto più di quanto abbia fatto nel suo disco solista. pausa a metà brano e bellissima ripartenza, che mi ricorda qualcosa ma ora così su due piedi non mi viene di dir cosa.

All i Need: mid-tempo e un suono elettronico grasso e sporco. il ritornello "You're all i need" un pò mi stranisce, cantato da Thom Yorke, ma chissà che dice il resto del testo. Gran finale, temo che questo sia un disco da ascoltare in cuffia e le casse del mio portatile non gli stiano facendo giustizia.

Faust Arp: Chitarra acustica e Voce, raddoppiata subito e poi archi abbastanza schizofrenici di fondo. Ci ho risentito un altro "i love you etc.". I Radiohead ritornano a far canzoni d'amore?
Comunque, due minuti e nove secondi complicati.

Reckoner: non so cosa pensarne, a primo ascolto, se non che mi piace come è trattato il suono della batteria, in 'sto disco.

15 step: prima canzone del disco ma arriva ora. Sporca e Yorke fa impressione. Percussioni e beat stranissimi, non capisco ancora dove vogliano andare a parare ma l'impatto è forte. Che casino fanno? E poi ci sono i bambini che urlano "Yeah" che fanno molto Be Aggressive dei Faith No More.

Bodysnatchers: seconda canzone del disco (vedi su).partenza in chitarra distorta, ovvero quello che non ti aspetti. Cantato un pò lazy, da rockstar dei bei tempi, chissà perchè ci sento i beatles, nella finta melodia indiana che ogni tanto esce fuori. Che Figata. Ecco, questo pezzo mi riconcilia con la musica. Che casino. non sto a descriverlo ché non ci sto capendo nulla e direi cavolate (già quella cosa dei Beatles forse lo è)

House of Cards: dopo tanto casino questa sembra tranquilla, vado a cambiarmi che devo uscire, magari questa posso ascoltarla di sottofondo. In effetti è l'unica finora che non mi abbia fatto granché sobbalzare sulla sedia.

Jigsaw Falling into Place: Bello l'arpeggio con cui inizia. Ganzo l'ingresso di basso e batteria. ha un qualcosa che assomiglia ad un ritornello ed è bellissimo tutto ciò. Oddio, la melodia vocale qui ricorda roba molto più pop, con delirio in sottofondo. Provo ammirazione.

Videotape: chiusura del disco. inizio in pianoforte, e voce. cazzo devo uscire sennò faccio tardi. chissà se succede dell'altro in questo pezzo ma lo scoprirò più tardi.

(Impressione generale nell'ascolto: sono un pò frastornato. Un pò non capisco bene dove vadano a parare le canzoni, un pò mi rendo conto che sono così complesse da doverci lavorare su. Ho un pò l'idea che questo possa essere l'equivalente di Laughing Stock dei Talk Talk, anche se i Radiohead, nonostante tutto non potrebbero mai essere così POCO commerciali...)

(Seguirà: una recensione degna di questo nome, appena mi ci raccapezzo.)

mercoledì 10 ottobre 2007

fare gli snob con se stessi


l'attesa per il nuovo disco dei radiohead (in rainbow, tra giusto 5 giorni.....) si sta facendo spasmodica, ma oggi per la prima volta mi è venuto il dubbio che, dopo tanta attesa, quel disco possa fare la fine che ha fatto (finora, poi magari tra un mese lo riscopro e lo ascolto fino allo sfinimento) l'ultimo album, omonimo, dei Liars: appena è uscito ho avuto un mancamento, l'ho ascoltato una volta, trovato bellissimo e consigliato a chiunque fosse a portata di voce e... ascoltato in tutto altre due volte.
Nello stesso periodo, ho ascoltato un numero di volte piuttosto enorme il disco di Basia Bulat, che è una specie di Joni Mitchell all'acqua di rose, a volte deliziosamente folk, a volte fastidiosamente pop, e viceversa. Come mai non l'ho consigliato a nessuno? E come mai se penso a cosa ho ascoltato di degno negli ultimi mesi non mi viene in mente lei? Eppure il contatore di iTunes non mente....
La stessa cosa mi è capitata con l'ultimo album degli Interpol, che ho trovato bello e profondo, apprezzando la svolta nel sound e nel songwriting (questo era giusto per far vedere che possiedo persino il gergo tecnico del recensore): peccato però che la canzone che ho ascoltato più spesso
di tutto il disco sia "the heinrich maneuver", cioè l'unica scritta nello stesso identico stile dei due album precedenti...
Come mai tendo a raccontarmela? Con i libri non faccio così: sono conscio dei periodi in cui leggo solo cavolate, e anzi difendo con fierezza le mie letture disimpegnate (a proposito, ho "Il Bacio di una morta" della Invernizio che mi aspetta).
Boh, comunque, sto vivendo un attimo di pace in questa schizofrenia tra il musicofilo che penso di essere e quello che sono in realtà: nelle ultime due settimane ascolto quasi esclusivamente i Japan ("Gentlemen Take Polaroids"), il solito Sufjan Stevens e quell'inaspettato capolavoro che è "Prog" dei The Bad Plus.
Poi magari tra un paio di mesi scopro che la cosa che sto ascoltando di più sono Tony Tammaro (che stamattina popolava il mio iPod) e i Beatallica (ovvero il più grande gruppo metal mai esistito).

domenica 7 ottobre 2007

studi ratzingeriani

Un tentativo di Ratzinger. non sono ancora convinto circa la forma del viso, ma mi piacciono molto le orecchie da saggio Yoghurt (quello di Balle Spaziali).

sabato 6 ottobre 2007

col culo degli altri....

Ecco dunque la versione 1.0 del simbolo del prossimo anno. I colori e la qualità del tutto sono ancora piuttosto precari, ma avevo solo i pastelli comprati a 50 centesimi a Milano, e non avevo voglia di usare uno scanner e sono partito (come quasi sempre) da una foto digitale del foglio da disegno.
Ora il prossimo stadio sarà disegnarne una versione decente e farmene fare una versione in CG da Vanni.
Mi sto divertendo come quando ho prodotto le tessere del partito lennonista italiano.

mercoledì 3 ottobre 2007

culombi e pipìstrelli

In questi giorni mi sento un pò il piccolo sindacalista incazzato, anche se preferisco far finta che il mio malumore sia dovuto a due tragedie musicali di cui sono venuto a conoscenza: la prima è che nel prossimo disco di Eros Ramazzotti ci sarà un duetto con Jon Spencer (qui trovate una narrazione plausibile del come si sia potuti arrivare a tanto), la seconda è la cover, con testo modificato, of course, che Dolcenera ha fatto di A Wolf at The Door dei Radiohead (il titolo della versione di Dolcenera è "Il Luminal d'Immenso", se a qualcuno venisse la curiosità d'ascoltarla).
Attraversando piazza dei Cavalieri con una birra come obiettivo ho però deciso di essere ottimista, e lo spirito scazzone che come al solito si impossessa di me in questi momenti mi ha suggerito finalmente la forma e il motto del mio stemma araldico per la fine del 2007 e per tutto il 2008: fondo fucsia, un culombo in alto al centro insidiato da due pipìstrelli in basso (entrambi cavalli di battaglia di miei vecchi disegni). Il motto ripreso da una geniale intercettazione di Stefano Ricucci:
"SONO TUTTI FROCI COL CULO DEGLI ALTRI".
Lo disegnerò a Milano, durante i giorni del convegno, e lo posterò appena possibile.

lunedì 1 ottobre 2007

Radiohead "In Rainbow"


Finalmente i Radiohead si sono decisi ad annunciare il nuovo album, che a quanto pare sarà scaricabile direttamente dal loro sito al prezzo deciso dagli utenti ("it's up to you" è il laconico commento quando si clicca sul punto interrogativo di fianco allo spazio in cui ognuno deve inserire il prezzo che ha in mente).
Rimango sempre basito di fronte alla figaggine di questa gente.
Spero che la loro musica sia rimasta all'avanguardia come le loro idee.
Intanto lotto con il loro sito e cerco di ordinare il disc box, ovvero il feticcio che ogni fan con crisi di coscienza perchè compra un centesimo dei dischi che ascolta finirà per comprare (e questo mi fa pensare che forse i Radiohead sono più furbi di quanto vogliano far credere).

(La caricatura di Thom Yorke l'ho presa dal sito The Cyber Art of Den Preston)