lunedì 31 marzo 2008

Obliquo!

Vent'anni fa Tina camminava molto peggio.
Tina ha due figli, Giovanni e Vincenzo, e qualcosa come una ventina d'anni fa giocavamo spesso assieme: Giovanni ha l'età di mio fratello, Vincenzo la mia, e per un po' abbiamo condiviso interminabili pomeriggi di pallone.
Quando io avevo sette anni e mio fratello dieci, lui e Giovanni elaborarono questa fine strategia calcistica: uno dei due doveva fare un lancio lungo che tagliasse il campo verso l'attacco avversario, e l'altro doveva scattare per andare a segnare. Chi faceva il passaggio lungo doveva urlare “OBLIQUO!!” all'altro per dirgli di muoversi. Mio fratello e Giovanni davano per scontato che nessuno avrebbe capito quello schema, né tantomeno la parola 'obliquo'.
A me sembrava una strategia scemissima: ma funzionava, il più delle volte (forse perché in tutte le altre squadre gli attaccanti – cioè tutti – si agitavano come formiche a cui avessero strappato le antenne). Quell'estate vincemmo quasi tutte le partite.
D'inverno andavo da Giovanni e Vincenzo per giocare con l'Atari, ma finivamo soprattutto per vagare nella campagna dietro casa loro, in cui avevamo un sacco di cose da fare: la più importante era cercare di sradicare le cipuddazze finché le mani, a causa della magica proprietà delle fogliedicipuddazze, ci diventavano tutte rosse e gonfie. Inoltre, dietro casa loro, avevamo il posto segreto in cui tenevamo i brandelli di giornaletti porno che raccattavamo in giro per le strade. Non credo sia più così: quand'ero piccolo i bordi delle strade di campagna e tutti i parcheggi erano pieni di riviste porno sbrindellate: non riuscivamo a capire per bene il concetto di scopata, perché ci arrivavano soltanto fotogrammi singoli e non riuscivamo a rimetterli nell'ordine giusto, ma ci divertivamo comunque.

Tornando a casa l'altra sera dopo essere andati a fare la spesa, mia madre mi ha chiesto se mi andava di passare a salutare. Tina cammina meglio: da piccolo mi ricordo che era sempre a letto, con un'armatura di metallo che le mordeva la gamba destra. Mia madre mi aveva avvisato che Tina ha il tumore, ma non ci avrei messo comunque molto a scoprirlo: Tina parla volentieri delle terapie che segue, e del fatto che dopo ogni terapia non può avvicinarsi al nipote né a donne incinte, perché diventa radioattiva.
Giovanni era in casa, ma non ha detto quasi niente: indossava un maglione di lana e i pantaloni di una tuta: abbinamento orribile. Lavora all'ILVA, ma dice di non esserne contento: ogni venti minuti si prendeva un goccio di caffè tiepido da una grossa caffettiera e si fumava una sigaretta; io ero imbarazzato e giocavo con un gatto che sembrava non aver ricevuto mai una carezza in vita sua. Vincenzo è paralizzato dal collo in giù da un paio d'anni: si è schiantato con la moto contro qualcosa, ma questo lo so già da un po', non mi fa più tanta impressione. Non vive con i genitori, ha una moglie e un figlio e una casa in affitto giù in paese.

Manca una chiusura, lo so.

venerdì 28 marzo 2008

Post cumulativo, recensioni come se piovessero!

Sono ancora nell'eremo privo di connessione di Grottaglie, ancora riluttante a mettere mano alla tesi se non per aumentare le citazioni e mettere i maiuscoletti nelle note (che ora fanno un po' meno schifo, ma non sono ancora quel che dovrebbero), in più, vengo super nutrito dalla mia genitrice.

Quindi pasciuto e riposato, ho avuto occasione di leggere un po' di libri interessanti: ancora non quelli consigliati da Cassandra e Annarita, ché qui a Grottaglie non arrivano, ma roba interessante che avevo da parte per l'inverno dello spirito, e son serviti.

Il primo della lista è L'uomo che ride di Victor Hugo. Io è Hugo non abbiamo un buon rapporto: è che quando incontro in un libro un mostro dal cuore puro (ma anche: uno scrittore in crisi creativa) mi viene di mettere mano alla pistola. Per fortuna però, a parte il capitolo sul naufragio dei comprachicos, che dimostra l'inesistenza di editor armati di forbici nell'ottocento, il romanzo è così esagerato e finisce così male da far persino perdonare la fondamentale bontà del mostruoso Gwynplaine. Inoltre uno dei comprimari, Ursus, cita sempre con sommo disprezzo Cardano, e questo me lo ha fatto amare. In più ho trovato la citazione d'apertura per i paragrafo IV.5 “Rispondere all'inganno con l'inganno” della mia tesi, citazione che fa:

V'è una ginnastica del falso. Un sofista è un falsario, e all'occasione questo falsario brutalizza il buon senso. Una certa logica sottilissima, implacabilissima, agilissima è al servizio del male ed eccelle nel maltrattare la verità nell'oscurità delle tenebre. Sono i pugni sinistri che Satana sferra contro Dio”.

Mi piace da matti; inoltre c'è un cattivo, Barkilphaedro (che nome! Ma come si fa?) che è viscido e per fortuna né geniale né idiota, semplicemente intelligente e abbastanza di cultura. Uno cattivo ma normale, e proprio per questo spietato: quanto basta per innamorarmi.

La seconda lettura è stata “La scimmia pensa, la scimmia fa” di Palahniuk, e finalmente ho capito da dove prende tutti i suoi personaggi assurdi il buon Chuck: sono suoi amici, tutti. Gli cambia giusto il nome. Quelli che non sono suoi amici comunque li conosce di vista, o li ha intervistati.

Letture finali sono stati alcuni saggi di Carver, di cui avevo bisogno, e tramite Carver alcuni racconti di Babel: bellissimi questi ultimi, e non me l'aspettavo, soprattutto “Guy de Maupassant”: vi consiglio di recuperarlo: nella mia edizione, stampata in un fastidiosissimo Times New Roman corpo 6 occupa quattro pagine, ma dovrebbe essere corto comunque. Io ho scoperto in Babel il mio nuovo eroe, ma devo trovarlo in un'edizione che non si attacchi al lavoro del mio oculista.

Per il viaggio in treno, l'unica libreria di Grottaglie aveva, incredibilmente, “Tempi duri, Saint Glinglin” di Raymond Quenau: vi saprò dire.

A presto!

martedì 18 marzo 2008

secondo passo, un pò più difficile

l'ammissione è andata anche se le mie disastratissime note a piè pagina sono state duramente e giustamente rampognate. Vabbè, si farà. Per ora sono stanco, presto tornerò con le solite cazzate.
(mi è stata però regalata, con un anticipo decisivo sul mio compleanno, una tavoletta grafica, con cui sto cercando di disegnare: qui sotto la versione allegorica della giornata)

venerdì 14 marzo 2008

Habemus Papam!

in virtù di un poderoso effort e di una notevole faccia di culo causa mancanza di alternative plausibili ho finalmente consegnato il malloppo, più consistente del previsto, ma meno di quanto lo sarà dopo che avrò impiegato le vacanze di pasqua a correggerlo per poterlo mandare in giro.
La versione "tesi di cartone", che sembra vera fintanto che uno non si mette a leggerla, è dunque pronta per la commisione di martedì: c'è giusto quel quaranta per cento di essa che causa tempi (ma anche: causa me) è fatto decisamente con il culo (tipo: lunghe parti di citazioni senza connettivi e pagine pagine di blateramenti senza alcun riferimento reale), ma a questo, diciamocelo, c'è rimedio.
intanto: devo recuperare almeno sedici ore di sonno, devo sostenere un colloquio onde pensare alla mia sopravvivenza e devo leggere qualcosa di decente per rifarmi il gusto ed essere pronto a correggermi.
Quindi: qualcuno di voi ha da consigliarmi un'opera di saggistica - su qualsivoglia argomento, voglio un pò di giorni onnivori - scritta veramente bene? Avrete la mia eterna riconoscenza, nel caso, e magari anche quella di chi avrà la ventura di leggermi .
Intanto, buonanotte.

martedì 11 marzo 2008

quotes: tecnoscienza

sempre nell'intervista con la Bignardi, Ferrara ha pronunciato la seguente frase:

"perché questo è l'obiettivo di certi guru della tecnoscienza... offrire soluzioni miracolistiche sostitutive della cara vecchia religione"

c'è qualcosa che non torna. nella mente di quell'uomo, intendo.

trasformazione completa

uno dei miei amici della comitiva del gabbiano, il mitico Cocò, intorno ai vent'anni ha avuto una crisi spirituale, si è riavvicinato alla chiesa e in capo a qualche anno si è fatto prete.
I segnali della mutazione sono stati:
1. i sandali sempre, anche d'inverno, seppur con le calze, a segnalare il momento inizial-francescano
2. una volta smessi i sandali a favore dei mocassini neri (altro segno, ma meno importante), il cambiamento di voce e vocabolario: volume basso e andamento dolce e cantilenante (come si fa a trasmettere l'idea semplicissima della VOCE DA PRETE? suvvia la conoscete tutti)** per trasmettere concetti soft come "a Dio queste cose non piacciono"; "anche se tu la pensi diversamente in realtà la pensi come me", ecc.

Tutto questo per dire che mentre scrivo sugli esercizi spirituali nel fedone di Platone (via Pierre Hadot) e della loro influenza nella concezione del sapiente di Cardano sto ascoltando il podcast delle invasioni barbariche, e precisamente l'intervista a Giuliano Ferrara, e mi sono accorto che la mutazione è ormai completa:

GIULIANO FERRARA PARLA COME UN PRETE (indipendentemente dalle cose che dice).

**(ah, per capire la perfetta voce da prete: è quella di Sandro Bondi, che mio padre, a suo modo religioso, insulta con la frase "NAO! ecco n'otro prevete mancato!" tutte le volte che compare in tv)

lunedì 10 marzo 2008

Stato dei lavori

Sono abbastanza indietro, ma sono indietro più o meno quanto previsto: è già qualcosa, rispetto alla continua agnizione di un ritardo insormontabile. Siamo fiduciosi.
(però: continuo più a tagliare che a inserire roba: mi ricorda la descrizione che dà Woody Allen del suo modo di scrivere all'inizio di Manhattan)

venerdì 7 marzo 2008

neanche a farlo apposta

allora, è da un pò di tempo che l'onorevole Gabriella Carlucci fa della polemica sull'abbordabile argomento della fisica delle particelle. Prescindendo dall'argomento specifico, ciò che mi stupisce è che in questo articolo della Carlucci non c'è una frase che torni. Nemmeno una. Eppure: gli editor costano pochissimo (per esempio: io costo pochissimo), e lo stipendio da parlamentare è sostanzioso. Non dovrebbe essere un classico esempio di domanda che incontra l'offerta?
Mi scriva, onorevole.

A meri scopi valutativi, incollo qui sotto il testo del post in questione:

Replica

Mar 6

Ricordiamo con Socrate, che mai la maggioranza decide ciò che e’ giusto ma solo ciò che le conviene per questo accettiamo la democrazia.
Ma se la maggioranza non può provare quel che dice perche’ non e’ giusto, chi ha le prove deve dirlo a voce alta e proclamare ciò che e’ giusto anche se e’ solo.
Questo per rispetto alla propria intelligenza poichè nessuno ha il brevetto del cervello, specie quando insulta come voi.

Maiani nel 1969 fece una teoria che prevedeva l’esistenza di una particella di materia senza carica elettrica, che poi fu scoperta nel 1974 a qual punto pubblico con Parisi, (Presidente del comitato del ministro Mussi per selezionare il Presidente del CNR) in cui negava totalmente l’evidenza sperimentale che avrebbe confermato la sua previsione teorica. Dei casi 2: o non ha capito la sua scoperta, o non ha capito la verifica della sua scoperta.In entrambi i casi e’ stato un pessimo scienziato. Ecco il testo dell’articolo pubblicato nel 1974 e poi scomparso in tutti i database, ma conservato presso l’archivio della società italiana di fisica e presso tutte le grandi biblioteche dei laboratori e delle università del mondo, dalla Sapienza di Roma fino al CERN di Ginevra. Pagine tratte dalla rivista “Nuovo cimento” in cui si evince l’errore di Maiani.

http://www.gabriellacarlucci.it/wp-content/uploads/2008/03/scansione1_evid.jpg

http://www.gabriellacarlucci.it/wp-content/uploads/2008/03/scansione2_evid.jpghttp://www.gabriellacarlucci.it/wp-content/uploads/2008/03/scansione3_evid.jpghttp://www.gabriellacarlucci.it/wp-content/uploads/2008/03/scansione4_evid.jpg Peccato che quest’errore tarpò le ali a Zichichi, che non ricevette finanziamenti per il suo esperimento: storia successiva ha dimostrato avrebbe avuto ragione. Questo e’ stato solo parzialmente spiegato dal Prof. Enzo Boschi presidente dell’INGV ma allievo di Zichichi, che visse questa triste vicenda del suo maestro, il quale non ha mai avuto occasione di poter raccontare la sua versione dei fatti ne di esprimere il suo libero ( da ricatti accademici) parere scientifico su l’errore di Maiani. Come se non bastasse il Prof. Parisi in una lettera privata per e-mail ha affermato che nella Commissione da lui presieduta non hanno tenuto verbali per paura di ricorsi al Tar (sic!), ma si e’ vantato del fatto che hanno preso in considerazione oltre i curricula anche le capacità di amministratore del candidato Maiani.Peccato che quando era direttore generale del CERN, ha provocato un buco di bilancio di 470+ 380= 850 milioni di franchi svizzeri ( non di farfalle) ovvero 510 milioni di Euro, ossia oltre mille miliardi di lire.A questo punto la feroce e famosa rivista inglese Nature in tre articoli di fuoco, chiese una commissione internazionale di inchiesta su Maiani. Articoli di Nature:

http://www.gabriellacarlucci.it/wp-content/uploads/2008/02/su-maianicrisi.pdf

http://www.gabriellacarlucci.it/wp-content/uploads/2008/02/su-maiani-crisi-2.pdf

http://www.gabriellacarlucci.it/wp-content/uploads/2008/02/su-maiani-4-crisi.pdf

La giustificazione di Maiani e’ stata: “ mi sono distratto…”poverino andava acchiappando farfalle e ha perso franchi ( svizzeri), ed ha imparato la dura lezione che “ doveva stare ad occhi aperti”, questo e’ quanto dichiarato pubblicamente sulla rivista Nature di cui allego l’articolo.

Se questo e’ un buon amministratore ditemelo voi, gli affideresti l’amministrazione del tuo giornale?

E allora, perche’ il governo gli vuole affidare l’amministrazione della massima istituzione scientifica d’Italia il CNR?

Ecco l’articolo di Nature della giustificazione:

http://www.gabriellacarlucci.it/wp-content/uploads/2008/02/su-maiani-3-crisi.pdf


Il risultato fu una commissione d’inchiesta internazionale, la commissione Aymar dal nome del suo Presidente, la quale concluse con un sostanziale giudizio di commissariamento del CERN.

Ma essendo il CERN un ente internazionale, non vi e’ un’autorità sopranazionale che lo possa commissariare, quindi la commissione raccomandò l’autocommissariamento attraverso il Consiglio dei Laboratori costituito dai rappresentanti degli stati membri.

Questo e’ quanto si legge nelle conclusione ed in particolare a pag. 7-60 –62-63.

http://www.gabriellacarlucci.it/wp-content/uploads/2008/03/rapp-aymar-evidenziato.doc


Per amor di patria l’allora Min. Moratti si oppose fortemente al commissariamento.


Adesso il provvedimento di nomina di Maiani e’ in corso di registrazione presso la Corte dei Conti, dove e’ pendente un esposto di un altro candidato, il Prof.Enzo Boschi. Contemporaneamente un altro candidato il Prof. Angelo Guarino ha inoltrato il 14 febbraio 2008 un ricorso al Tar e la prossima udienza sarà il 19 marzo.


Tutti mi hanno svergognato tranne il quotidiano Libero dicendo che sono una ballerina che sparla di scienza. Ma ho detto il vero.

Di fronte abbiamo Maiani, un gran figlio di una ballerina che fa la scienza.

Ma dice il falso.


I nostri soldi della scienza sono pochi, che almeno vengono spesi bene da persone perbene.

On. Gabriella Carlucci

sulennissima minchiata

Bene, perdere due settimane per l'orrido - ma utile, temo - corso milanese si è rivelato una sulennissima minchiata: la fumosa data di consegna delle tesi di dottorato da fumosa è diventata un 14 marzo improrogabile. Sono alla ricerca di una sostanza psicotropa che mi dia la capacità di lavorare ininterrottamente da adesso fino alle 17.29 del 14 marzo, ultimo momento utile per la consegna. Rimango convinto di potercela fare, ma non si sa mai quali sono i confini del wishful thinking: la cosa che più mi preoccupa, però, è che a qualcuno dovrei pur farla leggere, prima di consegnarla, ma il diretto interessato fa orecchie da mercante, e gli indiretti mi chiedono riassunti.
Vado a lavorare sul file del capitolo II, parte b, dall'inquietante titolo: "Dolore, lacerti".
A presto!

giovedì 6 marzo 2008

Achab! (pagina 2)

Ecco la seconda pagina di Achab, come promesso tutta improvvisata in bic nera, a parte l'ultimo riquadro perché l'ho momentaneamente dispersa.
Ancora non ho capito bene che voglio comunicare, ma va bene così.

una nuova coppia comica


Per le Avventure del Giovine Ratzinger, ho deciso di creare la nuova coppia comica, il dinamico duo dei tempi moderni.

mercoledì 5 marzo 2008

Achab! (un esperimento)

Come disegnatore ho fondamentalmente due grossi problemi. Il primo, quello meno grave, è che ho poca pazienza e poco tempo, sicché sono davvero pochi i disegni su cui ho lavorato per più di un giorno. Il secondo, più grave, è che non sono abbastanza bravo perché i miei disegni in velocità abbiano una loro dignità e personalità. All'inizio degli anni 80, Andrea Pazienza diceva di essere alla ricerca del suo "segno ottanta". Diciamo che io, il mio segno, devo ancora trovarlo, figuriamoci farlo evolvere.
In questi giorni però avevo voglia di buttare giù qualcosa, ma i tempi sono davvero risicati, e allora mi sono dato delle regole: disegni e testi improvvisati (il che non vuol dire che io non ci pensi nei tempi morti), materiali limitati e scelti dall'inizio (in questa prima pagina di prova: tratto pen, niente matita nè gomma, e solo alla fine una spolverata di colori a matita). La prossima pagina sarà: carta a quadretti, bic nera.
Se qualcuno cerca di leggere quanto scritto: mi scuso per la qualità infame dell'immagine, ma non avevo uno scanner sottomano: ricupererò.

lunedì 3 marzo 2008

cofani funebri e fascino

Grazie a onemoreblog ho appena scoperto la Cofani Funebri: potete immaginare cosa produce, ma lo spirito sbarazzino con cui lo fa è assolutamente adorabile.
Bellissima innanzitutto la sezione "Cofani Funebri Mania" (!) con il merchandise per il becchino che non deve chiedere mai, dall'orologio col teschio al simpatico portasigarette a forma di bara.
Ancora meglio sono i calendari "BELLE E BARE", nati per dare un tocco glamour alla propria agenzia di pompe funebri e di cui qui sotto vi do un assaggio:Ai limiti del sublime è invece la sezione del catalogo "Cofani Funebri e Fascino", raffinato esempio di commistione tra eros e thanatos. Ecco dunque i modelli Cristo Europa, Stile Impero e Padre Pio, in rapida sequenza. Viene quasi voglia di morire, per quanto sono belli (quasi).

sabato 1 marzo 2008

highlight metropolitano

Di questa settimana a Milano, il momento migliore è stato quello pulp noir in salsa meneghina.
Ero a comprare tre birre da un litro al Dico, ovvero uno dei più luridi discount di Milano (zona: Porta Garibaldi). Mi trovavo proprio alle casse, quando sono entrati due tizi, uno con il volto coperto e in mano quella che sembrava una pistola di plastica, l'altro a volto scoperto, grassoccio e agitatissimo. Io ero giusto alla cassa in quel momento, e ho sfoderato il mio sorriso "tanto in tasca c'ho venti euro": i due hanno minacciato la cassiera e quello grassoccio ha afferrato i soldi a manate, cercando di infilarseli nei jeans (un consiglio: mai mettere jeans stretti, se vai a fare una rapina). Mentre quest'ultimo cercava di aprire l'altra cassa e intanto di mettersi i soldi in tasca, i rotoli di denaro che cercava di tenere stretti nelle dita grassocce si sono ribellati e si sono sparsi per terra. Il tizio ha porconato in arabo e si è chinato a raccoglierli. (Intanto, nel resto del supermercato c'erano alcuni tizi che continuavano a fare la spesa, e un paio di ragazze dietro di me che piangevano come fontane)
Raccolti i soldi, il tizio cercava ancora di aprire la cassa rimasta chiusa. In quel momento la serata da interessante è diventata meravigliosa: di fronte ad un lavoro fatto così male, una delle sciure in fila dietro di me ha preso coraggio e ha detto, quattro volte di seguito e sempre con più convinzione, come solo una milanese da dodici generazioni potrebbe fare:
"guardì che sta lasciando dei soldi per terra, nè?"