venerdì 27 luglio 2012

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Da Senza polvere senza peso di Mariangela Gualtieri                                                                                                            

                                                                                                        a Cesare

Non sono capace, amore, di farti un canto.
Tu sei tutto di spine e di fuoco
e mi tieni lontana dal tuo cuore
pericoloso. Io non so bastarti alla gioia
e così poco così poco mi pare
t’incanto, sollevo quell’ombra scontrosa
che tu sei tutto d’amaro e furore
tu sei in urto e sperdimento
mio velocista, mio primatista del cuore
mio barbarico ragazzo di vento
mio torrente furioso
arrivi alla mia acqua quieta
con onde e sonagli e pepite d’oro.
Vecchio fiume saremo un bel giorno io e te,
io acqua e tu moto, io sponda e tu vento,
io pioggia e tu lampo,
io pesce e tu guizzo d’argento
io luna riflessa, tu cielo tu spada
d’Orione, tu tutto l’amore umano
che tento che tento
d’amarti per bene
mio grembo splendenza.
 

sabato 21 luglio 2012

IL MONDO NUOVO ( aspettando il 3D )





BUS 174 - Bra 2002, 150'. Regia di José Padilha e Felipe Lacerda.


L’inizio è una lunga ripresa da un aeroplano, accompagnata da una musica minacciosa, che svela le miriadi di abitazioni delle favelas e che prosegue mostrando le ville poco più in là e arriva fino al centro della metropoli, a Rio de Janeiro. Sono immagini che introducono il racconto di un sequestro da parte di un giovane disastrato attraverso le riprese di allora e le interviste ai protagonisti della vicenda, ostaggi, familiari e persone coinvolte sul piano amministrativo e sociale. L’effetto strano che si prova, o almeno che ho provato, è che da una parte c’è l’empatia verso il sequestratore, di cui apprendiamo il passato, in cui vide la madre uccisa da un rapinatore, poi il vagabondaggio e l’unione con altri ragazzi di strada, a loro volta uccisi dalla polizia come una sorta di “pulizia” urbana; i problemi con la droga, il carcere eccetera; dall’altra vediamo una persona fuori controllo che minaccia di uccidere gli ostaggi e si aspetta da un momento all’altro che qualche cecchino lo faccia fuori. È una vittima della società e un potenziale carnefice. Non è possibile uscire dalla contraddizione. È un film che ricostruisce una vita e ritorna ogni volta ai minuti della diretta del sequestro, al volto che si sporge dal finestrino dell’autobus per gridare il suo bisogno di essere riconosciuto e ascoltato.

venerdì 20 luglio 2012

IL MONDO NUOVO ( aspettando il 3D )





TAKE SHELTER – USA 2011, 120’. Regia di Jeff Nichols.
Fa impressione assistere al racconto di una vita che si sgretola a poco a poco per la paura che si insinua nei pensieri di un uomo. Fa impressione che abbia bisogno di cure psichiatriche serie ma che ci vogliano molti soldi, che lo tenga nascosto alla moglie fino a che non è evidente, che non riesca a dirlo al suo unico amico, e nemmeno a suo fratello. Che insomma una persona stia male e però si vergogni e non chieda aiuto. Mi ricordo che mio padre, nel periodo più buio della sua depressione, in piena estate, entrò nella mia camera e si avvicinò alla finestra. Io stavo giocando alla Playstation 2 e rimasi in silenzio in attesa di vedere cosa avrebbe fatto. Chiuse la finestra. Io gli feci notare che era caldissimo. Lui mi rispose che se non tenevo chiusa la finestra sarebbero entrate le vipere. La mia camera è al secondo piano. Le vipere si sarebbero arrampicate sul muro e sarebbero entrate in camera. Per la prima volta fui veramente scosso e provai una profonda pena.


E visto che d’estate ci sono i cinema all’aperto e si rivedono i film più belli, mi sono rivisto DRIVE, già consigliato. “Volevo dirti che starti accanto è stata la cosa migliore della mia vita”.

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martedì 17 luglio 2012

PRESI ALLA POLVERE ( again )

Fra i misteri insondabili dei comportamenti umani, c'è quello di chi sottolinea o scrive sui libri delle biblioteche. Capisco chi sottolinea i libri sui quali si studia, ma sui romanzi che senso ha? Si potrebbe pensare a dei messaggi per i lettori che verranno. Comunque la mia biblioteca si è attrezzata mettendo una piccola multa per chi sottolinea o scrive o rovina eccetera. Anche se mi viene il dubbio che sia un po' difficile da stabilire ogni volta se sia stato il nuovo utente o qualcuno in passato. In ogni caso, leggendo La baracca dei tristi piaceri di Helga Schneider mi sono imbattuto in un curioso fatto: a pag. 38 sopra la "i" di Himmler c'è un cuoricino disegnato con la penna color fucsia; a pié pagina poi una frase enigmatica, "The sweetest miracle of creation". Chissà cosa significa. Chissà chi l'ha scritto.
So long sitting here, Didn't hear the warning. Waiting for the tape to run. We've been moving around in different situations, Knowing that the time would come. Just to see you torn apart, Witness to your empty heart. I need it. I need it. I need it. "Through the wire screen, the eyes of those standing outside looked in At her as into the cage of some rare creature in a zoo. In the hand of one of the assistants she saw the same instrument Which they had that morning inserted deep into her body. she shuddered Instinctively. no life at all in the house of dolls. No love lost. no love lost". ( il passaggio tra le virgolette è una citazione dal libro La casa delle bambole di Ka-Tzetnik ) You've been seeing things, In darkness, not in learning, Hoping that the truth will pass. No life underground, wasting never changing, Wishing that this day won't last. To never see you show your age, To watch until the beauty fades, I need it. I need it. I need it.

domenica 15 luglio 2012

PRESI ALLA POLVERE ( again )


Uno spettro si aggira per l'Europa: lo spettro del cazzeggio. Si scherza eh ( è un modo infantile per tenere a bada il senso di colpa della mia nullafacenza, della mia improduttività. Mi salvo solo per gli spiccioli che inietto nell'economia, che altrimenti i miei avidi genitori terrebbero sotto il materasso; sarebbe ora di cambiare pure quello, spilorci! ). Sia mai che dopo devastazione e saccheggio s'inventino pure dileggio manifesto. A pag. 32 si legge: "Hai degli amici che ti vogliono davvero bene e che parlano il linguaggio della coscienza. Da un po' di tempo a questa parte fai di tutto per evitarli. La tua anima è nelle stesse pietose condizioni del tuo appartamento, e non vuoi invitare nessuno a entrare prima di aver dato una bella ripulita". Poi si procede con fasi divertenti e a volte fiacche, fino a che verso pagina 84 non compare una nuova lei, con un libro di Spinoza in mano.

Poi la sorpresa a pag. 140: "Quella sincerità era contagiosa. Avevi cominciato dal principio, da quando eri piccolo. Avevi cercato di raccontarle, come meglio potevi, chi eri, cosa si provava a essere te. Avevi descritto quella sensazione di essere fuori posto, di vedersi sempre dal di fuori, di guardarsi vivere nel mondo pur vivendo nel mondo, di non sapere se anche gli altri si sentissero così".

Chissà come è nella versione originale, essere fuori posto, e chissà quante volte è stata usata questa espressione. Comunque nel libro c'è un vago accenno ai problemi della coscienza, la tipa col libro di Spinoza in mano parla dell'articolo di Nagel "cosa si prova a essere un pipistrello?" e per buona parte del libro c'è questo tema del mettersi nei panni degli altri. E in definitiva, scartando le strisce di coca, le scenette comiche e il senso generale di vacuità, m'è parso un libro sull'empatia. Cioè, non proprio, ma è un tono che mi è piaciuto trovarci.


venerdì 13 luglio 2012

PRESI ALLA POLVERE


Buttai la scatola di preservativi sul letto.
<<Secondo te che cosa sono questi?>>
Mi guardasti sbadigliando. <<Palloncini?>>
<<Sei una gran furba, vero, Maeve? Se fossi altrettanto sveglia a scuola saresti una cima. Sono tuoi?>> Senza dire niente ti girasti verso il muro. <<Sono molto deluso di te>> dissi.
<<Be’, non sei contento che li ho usati? Così non ho fatto la fine di mamma>>.
<<E con questo che vorresti dire?>>  Rispondesti sdegnata: <<Lo sai bene>>.
<<No che non lo so>>  <<Sì che lo sai, accidenti. Mammina la lurida puttana>>
<<Come osi parlare così di tua madre?>> <<Ho imparato da te, lo facevi molto spesso>> urlasti. <<Ai tuoi tempi te ne sei uscito con un paio di cosette sul suo conto. Forse te ne sei scordato. Come scordi tutto quello che non ti fa comodo>>. <<Quando ti ci metti sei proprio una piccola stronza>>
<<Oh, lo so, lo so, lo so. Proprio come mammina>> <<Esatto amore, proprio come lei>>
<<Ehi, senti, cambia disco, Billino, d’accordo?>> <<Le somigli così tanto che non capisco perché non te ne torni da lei>>. Ti alzasti a sedere sul letto con gli occhi fiammeggianti. <<Ti ricordo bene>> urlasti. <<Cristo, non pensare che l’abbia dimenticato. So com’eri ridotto, in uno stato pietoso. E mi dici chi cazzo ti credi di essere per venirmi a fare la predica?>>. <<Sono tuo padre, ecco chi sono>>. <<Ma davvero? E come fai a saperlo?>>. <<Lo so, come so che tu sei una ragazza>> ti dissi allora. <<Perché se non lo fossi ti farei assaggiare la cinghia>>. <<Ma certo, dai, non trattenerti. Con lei non ti sei mai trattenuto>>. <<Questa è una balla schifosa. Non ho mai toccato tua madre con un dito>>. <<Magnifico, magnifico, non la picchiavi da mattina a sera. Che cosa vuoi, adesso, una cazzo di medaglia per essere stato il marito modello? Eh, paparino carissimo?>>

Uscì dalla stanza rosso d’ira e me ne andai a fare un lungo giro in macchina. Un paio di notti dopo, ero mezzo addormentato quando bussasti alla porta della mia camera ed entrasti con una tazza di tè per me. Ti sedesti sulla sponda del letto e parlammo un po’. Mi chiedesti scusa per quello che era successo; e così feci io. Decidemmo di riprovarci. M’infilai una vestaglia e scendemmo insieme in cucina, dove scrivemmo una serie di regole sul retro di una busta. Tu non avresti portato a casa i tuoi amici senza dirmelo e io non ti avrei sgridato quando avrei perso le staffe. Tu non mi avresti mentito e io non ti avrei mentito. Ti avrei permesso di passare una notte a settimana a casa di un’amica, a patto che tu riordinassi la tua stanza regolarmente e io sapessi con esattezza dov’eri. E da allora in poi entrambi avremmo cercato – questa era un’idea tua – tutti e due avremmo cercato di moderare il linguaggio.

<<Perché a volte, Billino, il tuo linguaggio è proprio atroce, cazzo>> dicesti. <<Mi dai un pessimo esempio.>>

giovedì 12 luglio 2012

VISIONI ESTATICHE APPROSSIMATIVE


C’è un senso di perplessità e di rilassatezza in questi film, opere insolite per il panorama che siamo soliti osservare. Modi di raccontare affidandosi solo alle immagini e ai suoni d’ambiente e ad episodi che si possono o meno legare fra di loro. Sembra quasi di assistere ad una continua pausa di un viaggio, quando si va nei paesini di montagna e a un certo punto ci si siede da qualche parte e si osserva quello che succede. Non succede nulla, ma nell’attesa si guarda. Paesini dalle viuzze così strette che a passeggiarci sembra di invadere lo spazio degli abitanti. Più naturalistico Le quattro volte, con il suo scandire il passaggio della vita attraverso la morte di un vecchio, la nascita di una capretta, l’abbattimento di un albero e pure la lavorazione di un minerale. Più misterioso Il dono, che svicola anche nell’osceno e che ritrae un vecchio alle prese con la suoneria del cellulare e una foto porno che non sappiamo cosa stia a fare. Ci vuole pazienza, è vero, però qualcuno potrà trovare uno sguardo diverso dal solito.

Un'intervista al regista Michelangelo Frammartino

lunedì 9 luglio 2012

Prove tecniche di cardio-lacerazioni


Le trasmissioni riprenderanno a operazione conclusa.



…Il paziente è disteso e ripensa ai suoi passi, al giorno in cui conobbe la “pura illusione” sprovvisto di occhiali in 3D per affrontare il domani…

             …Il paziente non ricorda esattamente quando è successo…

    …Il paziente ricorda perfettamente quando è successo…

…La "pura illusione" non concesse nulla in realtà, non fece niente di speciale per farsi alimentare, eppure il paziente asserisce che fosse irresistibile…


                          …Dalle analisi non risultano sostanze alteranti quali smodato romanticismo, visioni continue di commedie sdolcinate o ingestione di cioccolatini avvolti da aforismi in 4 lingue…

                      …Dunque il paziente nonostante il suo disincanto per la magia fu preso alla sprovvista e cadde con lo sguardo beato e il cuore pulsante…



       …La "pura illusione" svanì all’improvviso, lasciando il paziente solo con il proprio sconforto, fragile tessuto sbattuto dal vento bisognoso delle cure del tempo…