lunedì 10 giugno 2013

CORRISPONDENZE

Da Dialogo di Porfirio e di Plotino di Giacomo Leopardi

...Viviamo, Porfirio mio, e confortiamoci insieme: non ricusiamo di portare quella parte che il destino ci ha stabilita, dei mali della nostra specie. Sì bene attendiamo a tenerci compagnia l'un l'altro; e andiamoci incoraggiando, e dando mano e soccorso scambievolmente; per compiere nel miglior modo questa fatica della vita. La quale senza alcun fallo sarà breve. E quando la morte verrà, allora non ci dorremo: e anche in quell'ultimo tempo gli amici e i compagni ci conforteranno: e ci rallegrerà il pensiero che, poi che saremo spenti, essi molte volte ci ricorderanno, e ci ameranno ancora.

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domenica 9 giugno 2013

CORRISPONDENZE

Dalle lettere di Leopardi

A Carlo Leopardi
                                                                                             Bologna 30 Maggio 1826

 …Sono entrato con una donna ( fiorentina di nascita, maritata in una delle principali famiglie di qui ) in una relazione, che forma ora una gran parte della mia vita. Non è giovane, ma è di una grazia e di uno spirito che ( credilo a me, che finora l’avevo creduto impossibile ) supplisce alla gioventù, e crea un’illusione meravigliosa. Nei primi giorni che la conobbi, vissi in una specie di delirio e di febbre. Non abbiamo mai parlato di amore, se non per ischerzo, ma viviamo insieme in un’amicizia tenera e sensibile, con un interesse scambievole, e un abbandono, che è come un amore senza inquietudine. Ha per me una stima altissima; se le leggo qualche mia cosa, spesso piange di cuore, senz’affettazione; le lodi degli altri non hanno per me nessuna sostanza, le sue mi si convertono tutte in sangue, e mi restano tutte nell’ani,a: ama ed intende molto le lettere e la filosofia; non ci manca mai materia di discorso, e quasi ogni sera io sono con lei dall’avemaria alla mezzanotte passata, e mi pare un momento. Ci confidiamo tutti i nostri secreti, ci riprendiamo, ci avvisiamo dei nostri difetti. In somma questa conoscenza forma e formerà un’epoca ben marcata della mia vita, perché mi ha disingannato del disinganno, mi ha convinto che ci sono veramente al mondo dei piaceri che io credeva impossibili, e che io sono ancora capace d’illusioni stabili, malgrado la cognizione e l’assuefazione contraria così radicata; ed ha risuscitato il mio cuore, dopo un sonno anzi una morte completa, durata per tanti anni…

 A Teresa Carniani Malvezzi
                                                                                               Bologna 30 Ottobre 1826

Contessa mia, l’ultima volta che ebbi il piacere di vedervi, voi mi diceste così chiaramente che la mia conversazione da solo a sola vi annoiava, che non mi lasciaste luogo a nessun pretesto per ardire di continuarvi la frequenza delle mie visite. Non crediate ch’io mi chiami offeso; se volessi dolermi di qualche cosa, mi dorrei che i vostri atti, e le vostre parole, benché chiare abbastanza, non fossero anche più chiare ed aperte…

                                                                                               Recanati 18 Aprile 1827
…Né anche vi domanderò nuove di voi: perché spero che presto potrò dirvi a voce tutto quel che vorrete sapere, e domandarvi tutto quello che vorrò saper io. Intanto amatemi, come certamente fate, e credetemi your most faithful friend, or servant, or both, or what you like.

 Ad Antonio Papadopoli
                                                                                               Bologna 21 Maggio 1827
 …Come mai ti può capire in mente che io continui d’andare da quella puttana della Malvezzi? Voglio che mi caschi il naso, se da che ho saputo le ciarle che ella ha fatto di me, ci sono tornato, o sono per tornarci mai; e se non dico di lei tutto il male possibile. l’altro giorno, incontrandola, voltai la faccia al muro per non vederla…

sabato 8 giugno 2013

CORRISPONDENZE

Dalle lettere di Leopardi



A Carlo Leopardi
                                                                                             Roma 6 Dicembre 1822

…Al passeggio, in Chiesa, andando per le strade, non trovate una befana che vi guardi. Io ho fatto  e fo molti giri per Roma in compagnia di giovani molte belli e ben vestiti. Sono passato spesse volte, con loro, vicinissimo a donne giovani: le quali non hanno mai alzato gli occhi; e si vedeva manifestamente che ciò non era per modestia, ma per pienissima e abituale indifferenza e noncuranza: e tutte le donne che qui s’incontrano sono così. Trattando, è così difficile il fermare una donna in Roma come in Recanati, anzi molto di più, a cagione dell’eccessiva frivolezza e dissipatezza di queste bestie femminine, che oltre di ciò non ispirano un interesse al mondo, sono piene d’ipocrisia, non amano altro che il girare e divertirsi non si sa come, non la danno ( credetemi ) se non con quelle infinite difficoltà che si provano negli altri paesi. Il tutto si riduce alle donne pubbliche, le quali trovo ora che sono molto più circospette d’una volta, e in ogni modo sono così pericolose come sapete…

                                                                                              Roma 16 Dicembre 1822

…Cancellieri mi diverte qualche volta con alcuni racconti spirituali, verbigrazia che il Card. Malvasia b.m. metteva le mani in petto alle Dame della sua conversazione, ed era un débauché di prima sfera, e mandava all’inquisizione i mariti e i figli di quelle che le resistevano ec. ec. Cose simili del Card. Brancadoro, simili di tutti i Cardinali ( che sono le più schifose persone della terra ), simili di tutti i Prelati, nessuno dei quali fa fortuna se non per mezzo delle donne…

                                                                                              Roma 22 Marzo 1823

…Io vivo qui molto indifferentemente, non tratto donne; e senza queste nessuna occupazione o circostanza della nostra vita ha diritto di affezionarci o di compiacerci. Io me n’assicuro per esperienza, e posso giurarti che la conversazione o spiritosa o senza spirito m’è venuta in un odio mortale. Tutto è secco fuori del nostro cuore: e questo non si esercita mai: vada al diavolo la società. Addio, Carluccio. Salutami tutti.


venerdì 7 giugno 2013

CORRISPONDENZE


Dalle lettere di Leopardi





A Charlotte Bonaparte
                                                                                   Florence 17 Mai 1833






Madame la Princesse,



...Quant  à moi, Vouz savez que l'état progressif de la societé ne me regarde pas du tout. Le mien, s'il n'est pas retrograde, est eminemment stationnaire. Toujours mes occupations consistent à tâcher de perdre tout mon tems; je n'ecris pas, je ne lis pas, je fais tous mes efforts pour penser le moin que je peux; une ophthalmie fort obstinée, qui me rend absolument impossible toute espece d'application, est venue me perfectionner dans la nullité de ma maniere d'être...


A Carlo Leopardi
                                                                                   Roma 25 Novembre 1822 

...Ieri fui da Cancellieri, il qual è un coglione, un fiume di ciarle, il più noioso e disperante uomo della terra; parla di cose assurdamente frivole col massimo interesse, di cose somme colla maggior freddezza possibile; ti affoga di complimenti e di lodi altissime, e ti fa gli uni e l'altre in modo così gelato e con tale indifferenza, che a sentrirlo pare che l'essere uomo straordinario sia la cosa più ordinaria del mondo...

                                                                                  Roma 6 Dicembre 1822

...Senti, mio caro fratello; non mi dare del misantropo, nè del codardo, nè del bigotto; ma piuttosto assicurati che quello ch'io sono per dirti m'è dettato dall'esperienza, e dalla cognizione dell'animo tuo e mio...da quando io misi piede in questa città, mai una goccia di piacere non è caduta sull'animo mio... 

A Giulio Perticari
                                                                                 Recanati 30 Marzo 1821

...E la mia vita esteriore ed interiore è tale, che sognandola solamente, agghiaccerebbe gli uomini di paura...

A Volumnia Roberti
                                                                                 Recanati 6 Gennaio 1810

...vi mando certe bagattelle per cotesti figliuoli, acciocchè siano buoni ma ditegli che se sentirò cattive relazioni di loro, quest'altro Anno gli porterò un po' di Merda...Frattanto state allegri, e andate tutti dove io vi mando, e restateci finché non torno ghiotti, indiscreti, somari scrocconi dal primo fino all'ultimo.
                                                                                                                                  La Befana