giovedì 25 febbraio 2010

high expectations


TRE GIORNI? non si poteva stabilire un obiettivo più realistico, prima?

(fotografato in un ospedale di Napoli. Ah, a proposito degli stereotipi sulla sanità campana: non sono stereotipi, sono eufemismi)

Manifesto elettorale dell'anno (verdi verdi lupi)


(in piemonte)
(perché l'orsetto, poi?)
(e comunque... sempre i puntini di sospensione prima del gioco di parole...)

venerdì 19 febbraio 2010

Troppa politica fa calare la vista


Un lettore mi ha segnalato la campagna di tesseramento di Rifondazione Comunista per le "Donne di Classe". Se devo essere sincero quel manifesto mi sconvolge più per il modo in cui è stato costruito il claim (soprattutto, ma non solo: per i puntini di sospensione. I puntini di sospensione, ci rendiamo conto? NON. SI. USANO. QUANDO. SI.FA.UN.GIOCO.DI.PAROLE. Perché non si usano? Perché, cari amici di rifondazione, è come se, mentre raccontate una barzelletta, ad un certo punto vi fermate e dite:"ora farò una battuta basata sull'ambiguità di un termine che potrebbe essere inteso come sessuale". Se lo fate, otterrete due effetti: 1) il vostro interlocutore non riderà della barzellette; 2) Il vostro interlocutore penserà che LO CONSIDERATE UN CRETINO).
Ah, del manifesto di rifondazione fa schifo, ça va sans dire, anche la grafica.

Il primo premio però lo vince lo splendido manifesto elettorale di FRANCESCO D'ADDARIO, che sostiene il candidato di centrodestra in Puglia, e che ha inteso così FINEMENTE alludere alla sua omonimia con un'altra FIGURA ARCHETIPA dei nostri giorni.
"Non sono una escort MA MI candido lo stesso": c'è un universo in questa frase. L'avversativa, che rende ben conto dell'assurdità di una candidatura non ottenuta con la figa, e il riflessivo MI CANDIDO, che indica come, non avendo il D'Addario una vagina, sia stato costretto a candidarsi da solo.

ONANISMO ELETTORALE, compagni.

mercoledì 17 febbraio 2010

Critica Contemporanea / La Nuova Canzone Fantasy Italiana Al Festival di Sanremo

Non ho visto la prima puntata di SanRemo e per questo mi cospargo il capo di cenere: recupererò.
Però una rapida scorsa ai testi in gara mi ha confermato che Kurt Vonnegut sarebbe fiero della nostra nazione, è che alla fine gli insegnamenti dei Wu Ming e l’altissimo magistero di Valerio Evangelisti hanno sfondato nella cultura di massa italiana.
Abbiamo infatti il primo festival della canzone italiana fortemente influenzato dalla letteratura di genere: Science Fiction e Fantasy, soprattutto, ma chissà che l’anno prossimo non arrivino delle canzoni noir e horror, o magari una canzone di Albano sui Vampiri (“Il SOLE”?) o una di Toto Cutugno sugli Zombies.
Partiamo con gli esempi: Marco Mengoni, nella sua “Credimi ancora” (un po’ inflazionata, come forma per un titolo, nevvero? BACIAMI ANCORA, CREDIMI ANCORA, PARLAMI ANCORA, UFF….) , parte da uno dei grandi archetipi della mia generazione: LADYHAWKE (1985), con Rutger Hauer, Matthew Broderick e Michelle Pfeiffer.
Vediamo insieme i versi:


mi trasformerò

sarò lupo e rondine per gli occhi tuoi

ti confonderò

sarò forte e debole e mi amerai

restami accanto qui nel mio labirinto

Il Mengoni mischia un po’ le carte e si confonde con il mito del Minotauro, ma vabbè. La New Italian Epic in fondo insegna a ibridare le storie e le narrazioni collettive. Bravo Marco.

ARISA, invece, con la sua “Ma l’amore no” (altra concorrente per il PREMIO TITOLO NON ORIGINALE 2010) cerca di costruire una tipica situazione da science fiction classica. Un lontano futuro, una umanità che ha abbandonato la terra colonizzando altri mondi e una catastrofe già avvenuta.


Può scoppiare in un attimo il sole

Tutto quanto potrebbe finire

Ma l’amore, ma l’amore no

Marzo del 2087

Nuvole pesanti dentro un cielo assente

Il mio pronipote è sulla luna

Emigrato per cercar la sua fortuna



Peccato che la credibilità della storia sia minata dal fatto che se esplode il sole gli emigranti sulla luna non fanno una fine molto migliore di quelli sulla terra. Arisa, Arisa, cerchiamo di dare un setting più preciso a queste canzoni. Perché non far emigrare il pronipote su una stazione mineraria di materiale per spade Jedi su Ilum? Un intero popolo di Nerd ti seguirebbe.

Valerio Scanu, giovane virgulto della scuola di Maria De Filippi, ci delizia invece con un testo (a quanto pare creato dallo scoppiettante cerebellum di Pierdavide – quello della scuola di amici che più assomiglia a Mariangela Fantozzi) privo di connessioni logiche e sintattiche ma in cui è possibile intravedere la storia di una mutazione genetica nel futuro dell’umanità, con i due amanti protagonisti perseguitati dall’universo intero (che sia un’iperbole?) ma al sicuro nel caldo utero rappresentato dalle profondità marine e lacustri


se così potente questo amore che ci difendiamo con tutta la forza ma non basta quasi mai

come se un giorno freddo in pieno inverno

nudi non avessimo poi tanto freddo perché

noi coperti sotto il mare a far l’amore in tutti i modi, in tutti i luoghi in tutti i laghi in tutto il mondo

l’universo che ci si insegue ma ormai siamo irraggiungibili



Fabrizio Moro invece si butta sulla fantascienza sociale, quella un po’ noiosa ma che prima o poi trova sempre degli estimatori che cercano di fartela leggere come “profondo apologo che in realtà parla dei tempi moderni”


Comunicare comunicare

Questa è la parola in cui confido per salvare

Una generazione anche due forse tre

Ogni uomo deve comunicare

Per resistere davvero per capire l’emisfero

Per non sentirsi solo per amare terra e cielo

E trovare le parole per esprimere un disagio



Ci si chiede però, signor Moro, come mai dovremmo capire solo l’emisfero? Non le pare che già che si è messo a scrivere di fantascienza strappa lacrime poteva azzardare mezzo globo-terracqueo in più? ... e poi dalle mie parti, con disagio di solito si indica quello intestinale...

Il successo della nuova canzone fantasy (e fantascientifica) italiana è evidente anche in quegli oscuri individui che cercano di adattare le proprie scarse capacità espressive ricalcando i nuovi codici emergenti: è il caso di Enrico Ruggeri con la sua “La notte delle Fate”



La notte delle fate

Ogni donna ha un paio d’ali chiuse dentro sè

Pronta a certe ascese sconfinate

La notte delle fate

Molly incline alle cadute nelle stanze sconosciute

Chiede indietro un pò di sentimento

Angoli di tenerezza

Dentro a una carezza quasi vera



Uno spunto fantasy del tutto pretestuoso ma usato per raccontare la storia (questa sì del tutto fantascientifica) di una donna che scopa un po’ con chi capita perché in fondo cerca solo un po’ di tenerezza.

(Appena ho tempo leggo anche gli altri testi. E magari ascolto pure le canzoni)

domenica 14 febbraio 2010

RITONIAMO??


Spero per lei che il tizio ami i refusi.
(A Francavilla Fontana, Brindisi, vicino all'ospedale)

venerdì 12 febbraio 2010

talenti sedimentati

(chiacchierando via mail con un'amica)

"Comunque anch'io quando facevo teatro ero più bravo come mimo: il granchio, la cappadocia, la testa di cazzo mi venivano benissimo"

(a volte il narcisismo di cui ingiustamente mi si accusa mi pare ben giustificato)

Oren Lavie "A Dream Within a Dream"



Oren Lavie è un tizio israelo-norvegese (se non erro) e il suo "the opposite side of the sea" è un disco molto bello, un pò Nick Drake (quello di mezzo, appena appena meno depresso), un po' ruffiano-trombino.
In questi giorni lo ascolto parecchio (da cui la segnalazione, anche se non è un'uscita recente).
Il video come al solito è apocrifo, ahimè.

giovedì 11 febbraio 2010

non ho tempo, ma se dovessi fare un viaggio, sarebbe nel cervello (iperbole) di Belpietro

Una delle cose che più mi incuriosisce nel mondo è la mente (iperbole) di Maurizio Belpietro, e la sua idea di giornalismo (iperbole).
Tra la fine della settimana scorsa e l'inizio di questa mi ha steso con un fantastico uno-due che mi aveva convinto che finalmente si fosse presa la strada della BEATIFICAZIONE del presidente del consiglio:
- Titolone di prima pagina di sabato 6 febbraio - se non vado errato - "SILVIO RISORGE IN TRE GIORNI"
- Vignetta del 9 febbraio - o dell'8, non ne sono certo, non ce l'ho fatta a comprarlo - con Silvio vestito da San Michele, con tanto di riccioli d'oro, tunica bianca, ali e spada dorata - giuro - e un titolo tipo "San Silvio etc. etc." (se qualcuno ce l'ha, mi fornisce il prezioso documento? giuro di non considerarvi male, farò finta siate andati in emeroteca per me)

Ora invece si è lanciato su Bertolaso con un finissimo "La Protezione Civile va a Mignotte".
(Che poi, fosse quello il problema, ce la stanno mettendo tutta per mandare l'intero paese a puttane, da qualche parte bisognerà pur cominciare)
La cosa che mi chiedo è: come funzionano le riunioni di redazione di Libero? Accendono un registratore, si ubriacano e poi fanno la gara a chi fa il rutto più forte, la scureggia più puzzolente e propone il titolo più improponibile per il giorno successivo?
Oppure, se l'alcool e la droga sono escluse, come funziona?

mercoledì 10 febbraio 2010

Vendetta

Trovata qui.
(a parte la campagna pubblicitaria è in effetti il motivo per cui non comprerei mai un jeans Diesel...)

lunedì 8 febbraio 2010

cose che uno scopre andando in giro /3


Anche in una splendida iniziativa contro il cancro ai polmoni, qualcosa può andare storto.
Dottor Veronesi, si ricordi che a volte un sigaro - oppure una sigaretta - può sembrare anche molto altro.
(A Napoli, in Piazza Dante)

cose che uno scopre andando in giro /2


Milano brulica di Temporary Stores, a Salerno aprono i TEMPORANY.

cose che uno scopre andando in giro /1

Con CEPU puoi diventare avvocato. Però in Spagna.
(dalla prima pagina del Mattino di Napoli, venerdì 5 febbraio 2009)

giovedì 4 febbraio 2010

qualcuno pagherà per questo


Da giorni questa orribile immagine (e ancor peggio il concetto-claim, ma non ne parlo per non fare l'anziano rancoroso) mi rassicura che no, non può andare avanti così, che ben presto qualcosa si romperà e si farà tutti una brutta fine.
La Gregoraci. Stilista. Di una linea di lusso. Per bambini. "Kids today, successfull people tomorrow".
QUALCUNO DOVRA' PAGARE.

(senza contare i cartelloni Diesel: ma almeno quelli non hanno immagini, faccio meno fatica a ignorarli)

mercoledì 3 febbraio 2010

Critica Contemporanea - Noi Amiamo Silvio - Appendice Fotografica

Oggi ho letto l'intervista del Corriere all'editore Alberto Peruzzo, in cui il suddetto sostiene che i fotoritocchi in "Noi Amiamo Silvio" siano stati voluti dallo stesso Berlusconi: "D'altronde la gente è abituato a vederlo in un certo modo e magari senza quegli accorgimenti non l'avrebbe riconosciuto", è la spiegazione ipotizzata dall'editore.

Certo. Che stupido a non averci pensato. Effettivamente alcuni suoi elettori potevano tenere in mano un libro "Noi amiamo Silvio", composto esclusivamente di sue foto e non riconoscerlo.

E' plausibile. D'altronde votano PDL.

Per vostra gioia alcuni estratti dall'opera madre. Nelle prime due (scusate il riflesso della scansione nella seconda), l'eccezionale presenza della SAGOMA DI CARTONE UFFICIALE del Presdelcons.
Nell'ultima, il MISTERO della MANO BIANCA.





martedì 2 febbraio 2010

Critica Contemporanea: "Italia Amore Mio" di Pupo - Emanuele Filiberto di Savoia

Devo a Macchianera la scoperta (in anteprima assoluta) del testo del capolavoro a firma Pupo - Emanuele Filiberto di Savoia.
Dell'esistenza della canzone già sapevo: per lavoro ho dovuto leggere un pò di settimanali popolari, nelle scorse settimane, e mi ero imbattuto in diversi resoconti circa la genesi di tale capolavoro.

In sintesi: Emanuele Filiberto con le lacrime agli occhi e un negroni davanti consegna ad un commosso Pupo una sua poesia giovanile sull'Italia (i due si sono conosciuti in TV); Pupo, famoso per l'insonnia di cui soffre (troppi pensieri, troppe emozioni, troppa musica nella testa che si affolla per venire alla luce e - buon Dio! - solo due mani e una voce per poterla scrivere e suonare!), spende una notte al pianoforte limando l'acerbo testo e inserendovi quella poesia e musicalità che universalmente gli vengono riconosciute (com'è che si faceva il simbolo del sarcasmo? è necessario che io lo distribuisca qui e lì?).
Infine, viene coinvolto un tenore e la canzone viene presentata a Sanremo.
Ecco il testo:


ITALIA AMORE MIO
(Pupo) Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro,nel sentimento che ci unisce, intorno alla nostra famiglia.Io credo nelle tradizioni, di un popolo che non si arrende,e soffro le preoccupazioni, di chi possiede poco o niente.
(E. Filiberto) Io credo nella mia cultura e nella mia religione,per questo io non ho paura, di esprimere la mia opinione.Io sento battere più forte, il cuore di un’Italia sola,che oggi più serenamente, si specchia in tutta la sua storia.
(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
(E. Filiberto) Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia,chiudevo gli occhi e immaginavo, di stringerla fra le mie braccia.
(Pupo) Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente,ma chi si può paragonare, a chi ha sofferto veramente.
(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mioIo, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio
(Pupo) Io credo ancora nel rispetto, nell’onestà di un ideale,nel sogno chiuso in un cassetto e in un paese più normale.
(E. Filiberto) Sì, stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.


Mi sembra che un'analisi approfondita sia superflua.
Vorrei però portare la vostra attenzione sul modo in cui, nel testo su riportato, vengono utilizzate le virgole*.
Esse, ci insegna la grammatica pupo-frilibertiana, non hanno alcuna utilità: sono da utilizzare per movimentare graficamente le frasi.
Possono quindi essere inserite prima delle congiunzioni, prima dei complementi di specificazione, al posto dei due punti (anch'essi inutili ma, oh, molto più ineleganti) e ovunque la fantasia ci suggerisca esse possano essere necessarie. Più ce n'è, insomma, meglio è.


(*Per quei fortunati che hanno letto "Uomini d'arme" di Terry Pratchett: sì, il testo di questa canzone è scritto esattamente nel modo in cui il caporale Carota scrive ai suoi genitori adottivi)

lunedì 1 febbraio 2010

Owen Pallett - Heartland


Owen Pallett è uno che, quando decide di fondare un gruppo chiamato Final Fantasy e di registrare un disco che si intitola "Egli caga nuvole" (ma in inglese, che in italiano sarebbe stato fin troppo), invece di fondare una band di metal demenziale e di registrare un disco nel solco del suddetto genere, se ne esce con un disco di pop stortissimo e barocco, fatto soltanto da lui, dal suo violino, dai loop che ci si inventa e da una tastierina casio (in loop anch'essa).
Ora che ha deciso di diventare grande e che i dischi li firma col suo nome (anche perché i legali del videogioco hanno chiesto la sua testa su un vassoio d'argento) non cambia nè stile nè temi, ma coinvolge un'orchestra vera e ne tira fuori arrangiamenti che invece di accompagnare o sostenere le canzoni le sezionano (esempio pop principe? gli arrangiamenti in "YS" della Johanna Newsom. Attenzione però: Owen Pallett, a differenza della Newsom - che io comunque amo abbastanza - non è logorroico e non mette a grave prova la vostra pazienza). Canta anche un pò meglio (ed è giorni che mi sto mangiando il cerebellum per capire a chi diavolo assomiglia così tanto la sua voce...).
Il disco è una meraviglia.
Vi dono anche una sua esibizione live: nel bel mezzo si scatena l'inferno, ma il modo in cui lui va avanti a suonare è semplicemente epico.
Verrebbe voglia di portarselo a casa, offrirgli una zuppa calda e metterlo sul comodino a suonare. Peccato che sia - evidentemente - così difficile da spegnere.