venerdì 27 giugno 2008

Billiard, "My Generation"

 
I Billiam (a parte l'orrendo nome) non so come suonano, causa mancanza di internet/youtube nella mia magione. Sono pero' gia' fra i miei esseri umani preferiti perche' sono l'origine di una delle stroncature piu' belle che mi sia capitato di leggere negli ultimi anni, firmata da Peter Robinson del Guardian (e, nota bene, il suddetto Mr Robinson non e' affatto snob ne' schizzinoso, in quanto a gusti musicali. Anzi). Ve la traduco, per la vostra giuoia:
Billiam, "My Generation" (Nightingale)
I Billiam, raffinati e sottili come un'orgia notturna nella casa del Grande Fratello, sono la peggiore boyband di tutti i tempi. Potete far rimpiazzare ognuno dei vostri organi vitali con interruttori e pompe meccaniche, passare ogni giorno della vostra vista in una tenda ad ossigeno e firmare un patto con il diavolo che estenda il vostro tempo su questa terra per altri 8.000 annie la vita sara' comunque troppo corta per spenderne anche soltanto un secondo nell'ascolto solitario di questo tentativo offensivamente usurato di riportare in vita la formula delle boyband. Questa cosa spacciata per "inno generazionale" e' piu' o meno in grado di mobilitare la popolazione dei teenager di questa nazione come una vendita di padelle da Robert Dyes.
 
(qualcuno di voi in grado di accedere a youtube, mi conferma l'eccezionalita' di questa proposta musicale, per piacere?)

12 commenti:

Anonimo ha detto...

ke tristezza, per carità

Anonimo ha detto...

che tristezza cosa, i billiard, la recensione, io, la vita... ?

Anonimo ha detto...

giuro! niente sesso, solo un po'

Anonimo ha detto...

eh? prove tecniche di trasmissione o surrealismo applicato

Anonimo ha detto...

siam tutti soli
ed è nostro destino
tentare goffi voli
d'azione o di parola
volanando come vola
il tacchino

Anonimo ha detto...

La mia personale standing tacchination all'anonimo bardo.

Anonimo ha detto...

qualche svolazzo un po' più lungo però, ogni tanto,............e che cavolo.....basta che poi non si atterri di testa, rifletto tra me e me se sia meglio il goffo volo o lo svolazzo che ti da l'illusione di cosa possa essere il volo... e già che ci rifletta su mi riporta alla mente la prima parte della strofa .... un cane che si morde la coda, ma perchè poi ? perchè il cane si morde la coda ? vorrei conoscere l'origine di questo claustrofobico motto.. mi sfogo un po' perchè fra 24 ore niente più internet.. vado anch'io nella mia grottaglie. Saluti a tutti gli adepti di sto' scatttolone magico. Cià.

Anonimo ha detto...

ehm? un grottagliese che cita Guccini (semrpe che la memoria non mi tradisca)? questo rende l'identificazione complessa, e si' che avrei attribuito l'ultimo messaggio a Vecchio.... boh. comunque il tacchino e' un signor animale, ch'io difendo a spada tratta.

Anonimo ha detto...

uffa! nella mia grottaglie non A Grottaglie ! ( così , giusto perchè Prisco Mazzi abbia vita facile ).

Anonimo ha detto...

giornate senza senso come un mare senza vento

giochiamo a chi si ricorda il brano più depressivo di guccini?

Anonimo ha detto...

l'oscar per il testo piu' depressivo di guccini lo vince, a man bassa, "IL PENSIONATO", di cui qui di seguito vi faccio dono.

Il Pensionato

Lo sento da oltre il muro che ogni suono fa passare,
l' odore quasi povero di roba da mangiare,
lo vedo nella luce che anch' io mi ricordo bene
di lampadina fioca, quella da trenta candele,
fra mobili che non hanno mai visto altri splendori,
giornali vecchi ed angoli di polvere e di odori,
fra i suoni usati e strani dei suoi riti quotidiani:
mangiare, sgomberare, poi lavare piatti e mani.

Lo sento quando torno stanco e tardi alla mattina
aprire la persiana, tirare la tendina
e mentre sto fumando ancora un'altra sigaretta,
andar piano, in pantofole, verso il giorno che lo aspetta
e poi lo incontro ancora quando viene l' ora mia,
mi dà un piacere assurdo la sua antica cortesia:
"Buon giorno, professore. Come sta la sua signora?
E i gatti? E questo tempo che non si rimette ancora..."

Mi dice cento volte fra la rete dei giardini
di una sua gatta morta, di una lite coi vicini
e mi racconta piano, col suo tono un po' sommesso,
di quando lui e Bologna eran più giovani di adesso...

Io ascolto e i miei pensieri corron dietro alla sua vita,
a tutti i volti visti dalla lampadina antica,
a quell' odore solito di polvere e di muffa,
a tutte le minestre riscaldate sulla stufa,
a quel tic-tac di sveglia che enfatizza ogni secondo,
a come da quel posto si può mai vedere il mondo,
a un' esistenza andata in tanti giorni uguali e duri,
a come anche la storia sia passata fra quei muri...

Io ascolto e non capisco e tutto attorno mi stupisce
la vita, com'è fatta e come uno la gestisce
e i mille modi e i tempi, poi le possibilità,
le scelte, i cambiamenti, il fato, le necessità
e ancora mi domando se sia stato mai felice,
se un dubbio l' ebbe mai, se solo oggi si assopisce,
se un dubbio l' abbia avuto poche volte oppure spesso,
se è stato sufficiente sopravvivere a se stesso...

Ma poi mi accorgo che probabilmente è solo un tarlo
di uno che ha tanto tempo ed anche il lusso di sprecarlo:
non posso o non so dir per niente se peggiore sia,
a conti fatti, la sua solitudine o la mia...

Diremo forse un giorno: "Ma se stava così bene..."
Avrà il marmo con l' angelo che spezza le catene
coi soldi risparmiati un po' perchè non si sa mai,
un po' per abitudine: "eh, son sempre pronti i guai" .
Vedremo visi nuovi, voci dai sorrisi spenti:
"Piacere", "E' mio", "Son lieto", "Eravate suoi parenti?"
E a poco a poco andrà via dalla nostra mente piena:
soltanto un' impressione che ricorderemo appena...

Anonimo ha detto...

per il tizio anonimo che torna a casa: nella TUA grottaglie? allora davvero non ho indizi.....