volevo recensire l'allestimento di Gabriele Lavia di Misura per misura di William Shakespeare (rappresentato a Pisa ieri, 15 maggio) ma mi sono reso conto di non potercela fare: di teatro non ne so abbastanza per dire di più che, a parte le scenografie e la recitazione di alcuni attori (Lavia senior assolutamente non compreso), lo spettacolo mi è sembrato pessimo, piatto nelle scene che dovevano essere comiche e urlato in tutte le altre, che le sfumature del testo di Shakespeare (sull'autorità, la legge, il perdono) anziché essere valorizzate dalla messa in scena erano (volutamente, a quanto a detto Lavia oggi incontrando il pubblico a Pisa) messe in secondo piano dalla sola, e piuttosto scontata, riflessione sulla morte; che la dinamica dei rapporti Isabella/Angelo/Duca oscillava tra il morboso e l'isterico, senza mai essere né interessante né erotica....
vabbè, volevo solo dire che mi immagino il lavoro che c'è dietro e ho simpatia per la testardaggine di chi fa teatro e di chi si prende la terribile responsabilità di mettere in scena testi come quelli shakespeariani, ma questo spettacolo proprio non mi riesce di recensirlo senza scadere nell'invettiva.
Ma credo che questo, alla fine, si sia capito.
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