domenica 26 aprile 2009

Rodriguez "Cold Fact"

In tre anzi quattro parole (meno non ci riesco): ristampa dell'anno (scorso).
In tre righe o giù di lì: così anni settanta che negli anni settanta non se l'è cagato nessuno. Secondo me lo confondevano col rumore di fondo. Ascoltato oggi è invece rinfrescante.
In meno di tre pagine ma in realtà in breve, che dopo un pò mi rompo: "Cold Fact" è un disco del 1970 che all'epoca, negli Stati Uniti, almeno, non si cagò nessuno. Per una curiosa alchimia di culo e casualità, è diventato invece un classico in Australia (tanto che il buon Rodriguez, figlio di immigrati in quel di Detroit e ridotto a suonare in strip- e gay-bar per sbarcare il lunario potè, all'inizio degli anni ottanta, fare un tour negli stadi australiani) e soprattutto in Sudafrica, dove è considerato uno dei classici insieme a Beatles e Black Sabbath (deve essere un posto strano, il SudAfrica). Ma insomma cos'è? Si tratta di pop-folk-rock, una versione più diretta e annacquata di Bob Dylan, o una più parlata, sporca e viscerale di Paul Simon (mmm... questo secondo paragone in realtà non regge molto): testi diretti su droga, politica, sesso e, come si dice tra noi persone di una certa cultura, relazioni interpersonali (esemplare il verso: "My statue's got a concrete heart/ But you're the coldest bitch I know" da Only Good for Conversation), ritornelli diretti e semplicissimi e occasionali vezzi anni 70 (funk o psichedelici, a seconda del bisogno). All'epoca temo sembrasse così scontato che nessuno poteva avere voglia di ascoltarlo (tant'è che ha avuto successo in quei posti che non erano saturati da quelle sonorità), ma è invecchiato benissimo, e riempie stanze, serate e orecchie.
(Molto più degno di essere ascoltato di molta della roba uscita negli ultimi tempi, per lo meno)

Rodriguez - Rich Folks Hoax.mp3

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