venerdì 13 giugno 2008

Pudore e tremore

La mia battaglia per il livello minimo di igiene sta passando attraverso il potere della parola scritta: dopo essermi illuso che i miei coinquilini fossero capaci di tenere sotto controllo lo sporco, ma che avessero bisogno di arrivare al punto di rottura per decidersi a pulire (e invece no, il punto di rottura lo oltrepassano in scioltezza, manco se ne accorgono); dopo questa illusione amaramente disillusa, dicevo, ho deciso di passare all'applicazione di cartelli produttori di sensi di colpa, che stanno ottendono dei risultati minimi. Cioe': era in cent'anni di solitudine, se non sbaglio, che la gente si ricordava soltanto i nomi delle robe su cui aveva messo un cartello? Beh, i miei coinquilini puliscono eslusivamente le cose indicate nei cartelli che deposito in giro per la casa. Ho due scelte:
1) avere pazienza e pulire io quel che resta;
2) disseminare cucina e bagno di cartelli.
Ho scoperto anche che il danese fashion ha la fidanzata, ma essa non ha libero accesso ne' alla cucina, ne' al bagno ne' alla sua camera da letto, ma viene fatta sostare nel corridoio, finche' Jonas non e' pronto a uscire con lei.
Cio' significa che provano vergogna, ma che non hanno pudore.
(Questa dovevo scriverla per forza, mi piaceva troppo).

mercoledì 11 giugno 2008

Tristam Shandy 1/ Digressione

Ho letto prima il Tristram Shandy, e solo un paio d'anni dopo Fratelli d'Italia di Arbasino. Ora che ho ripreso in mano il primo dei due, non mi riesce di non pensare, con tutti quei cavolo di trattini a interrompere la narrazione, agli splendidi e misconosciuti romanzi del padre della patria, Giuseppe Garibaldi, e al loro futurismo involontario.
Cercare notizie su questi splendidi romanzi è una cosa complessa, perché un complotto pluto-demo-giudeo-massonico e anche un bel po' cattolico li nasconde al popolo, con la scusa che il loro sperimentalismo e la loro obiettiva disgrazia estetica possa offuscare l'immagine dell'eroe dei due mondi. Di Manlio: romanzo contemporaneo non si trova quasi nulla in giro, mentre di Clelia ovvero del governo dei preti (ma in prima edizione: Il governo del Monaco) esiste una versione on line, spartana ma efficace.
Leggerne più di poche pagine per volta è impresa titanica, riservata ai grandi e ai letterati con doppio o triplo pelo sullo stomaco, ma che inizio magnifico! Disprezzo per le virgole, abuso dei trattini e dei punti esclamativi, rifiuto di usare per due volte la stessa parola (quando noi italiano ci libereremo dell'ossessione della variatio sarà sempre troppo tardi....) e quindi ricorso ai peggiori cliché e ai più scomodi giri di parole possibile (tipo: raccontare che tutti chiamano Attilio “l'Antinoo romano”, solo per poterlo chiamare così una volta su tre nel corso delle pagine successive...)...
Ve ne attacco un pezzetto, per la vostra gioia:

“Capitolo Primo: Clelia

Come era bella la perla del Trastevere!

Le treccie brune, foltissime - e gli occhi! il loro lampo colpiva come folgore chi ardiva affissarla. - A sedici anni il suo portamento era maestoso come quello di una matrona antica. Oh! Raffaello in Clelia avrebbe trovato tutte le grazie dell'ideale sua fanciulla colla virile robustezza dell'omonima eroina (La Clelia Romana del tempo di Porsenna) che si precipita nel Tevere per fuggire dal Campo di Porsenna.
Oh sì! era pur bella Clelia! E chi poteva contemplarla senza sentirsi ardere nell'anima la viva fiamma che usciva dalle sue luci?

Ma le Eminenze? Codeste serpi della città santa, i cui cagnotti con ogni più vile arte di corruzione cercavan pascolo alle libidini dei padroni, non sapevan forse che tale tesoro viveva nel recinto di Roma?

Lo sapevano. E una fra l'altre agognava da qualche tempo a far sua quella bellezza che discendeva dai Vecchi Quiriti (I trasteverini si credono pura stirpe degli antichi Romani).
"Va Gianni, (diceva un giorno il cardinale Procopio, factotum e favorito di Sua Santità) vanne e m'acquista quella gemma a qualunque costo. Io non posso più vivere se la Clelia non è mia. Essa sola può alleviare le mie noie e bearmi la stupida esistenza che trascino al fianco di quel vecchio imbecille"(Pio IX).
E Gianni, strisciando sino a terra il suo muso di volpe, colla laconica risposta di "sì Eminenza" moveva senz'altro all'infame missione.
Ma su Clelia vegliava Attilio, suo compagno d'infanzia, ventenne, robusto artista, il coraggioso rappresentante della gioventù romana, non della gioventù effeminata data alle dissipazioni, piegata al servaggio, ma di quella da cui usciva un giorno il nerbo di quelle legioni, davanti alle quali la falange macedone indietreggiava.”

(Più avanti il buon Peppe Garibaldi fa di meglio, per esempio inventandosi che la sfortunata Camilla ad un certo punto riesca a fuggire “deludendo la sorveglianza dei custodi”....)

(Credo che Sterne sarebbe contento del fatto che una discussione su un suo libro sia cominciata NON PARLANDONE)

The Mariner's Revenge Song

Sarà che il mio amore per Moby Dick mi ottunde il giudizio, oppure sarà che è appena uscito il disco live di Colin Meloy (il cantante dei The Decemberists) e che lo sto consumando (solo per A cautionary song quell'uomo merita tutto la mia stima, ma si guadagna il mio amore incondizionato cantando, a metà concerto, la sua "canzone più brutta", e quando lo fa canta davvero una delle cose più oscene mai ascoltate nella mia vita): sarà per questo o per altri imperscrutabili motivi, ma il mix intellettual/kitsch/piratesco di questa canzone, compresi persino i cori femminili - soprattutto per quel che dicono....-, è tornato prepotentemente tra i miei preferiti.
Il video, una volta tanto, non tradisce lo spirito della canzone.
(NB il bellinbusto che fa finta di cantare non è Colin Meloy, che è anzi molto più nerd, anche se sembra impossibile)

Un grande progetto culturale

Dai commenti al post "alberi in testa" e' nata la meravigliosa e innovativa idea di iniziare una lettura collettiva della Vita e opinioni di Tristram Shandy, Gentiluomo: tutti i -pochi- lettori di queste pagine (il troll para-islamico, fra gli altri, sarebbe il ben accetto) sono invitati a partecipare. Si cerchera' in ogni modo di evitare l'effetto cineforum, anche se non ho la piu' pallida idea di come far andare avanti la cosa. I suggerimenti sono i benvenuti!
(ora, per la grande regola dei blog, chiedere un suggerimento significa condannare questo post all'assenza di commenti, ma io ci provo lo stesso).

lunedì 9 giugno 2008

Achab! capitolo 5 (forse)


il nuovo episodio di Achab!, meno verboso, stavolta. (e meno male, che mi sono reso conto che la riproduzione in digitale è un pò sfocata, ma il fumetto si dovrebbe capire comunque.). La storia non è andata molto avanti, con questa puntata, ma anche nelle altre non è che facesse chissà che progressi.....

Alberi in testa

Che e' un buon periodo lo capisco da quanto gusto la musica che
ascolto. Torno ossessivamente su vecchie passioni, riscopro cose che
di solito sono troppo pigro per ascoltare di frequente (i Godspeed
You! Black Emperor, per dirne una, che' bisogna avere una
mezzagiornata libera, per poterli anche solo avvicinare), riesco ad
avere la pazienza di scoprirne di nuove. Inoltre (addirittura) per la
prima volta nella mia vita riesco ad avere un taccuino dei disegni
decente, anzi, che inizia anche ad essere BELLO.
Non ho ancora iniziato a scrivere il mio romanzo postmoderno in nove
capitoli (benche' alcune prove dell'attacco del primo capitolo, "Non a
caso, Superman c'ha le mutande rosse", abbiano fatto la loro comparsa
su due dei miei quaderni), ma penso spesso a come intitolarlo: "Avevo
pensato di chiamarti, ma poi non se ne e' fatto niente" era una
possibilita', ma poi ho deciso che ne sara' l'esergo. Per il titolo mi
serve una cosa piu' kitsch-sovietica: invidio Pelevin per il suo
"Periodi di transizione dal nulla al niente" e cerco qualcosa dal
simile e oscuro significato.
Faccio lunghe passeggiate per la costa greenockiana, e attacco
discorso con gli indigeni, senza capire molto di quel che dicono:
sabato notte in treno e' gia' stata un'impresa capire che il tizio che
aveva attaccato discorso con me aveva deciso di puntare tutti i suoi
soldi sulla russia vincente agli europei. Non so perche' ci tenesse a
dirmelo, e a dire la verita' non so neanche se la Russia partecipa a
questi europei.
Forse no.
Stamattina mi sono disegnato con degli alberi che mi escono dalla
testa: un po' e' per esorcizzare la calvizie, un po' ci deve essere
sotto qualcos'altro.
Ho un Achab! arretrato da pubblicare, ma lo scozzese che mi fornisce
internet a scrocco in questi giorni e' meno disponibile del solito.
Inizio a fare amicizia con colleghi e limitrofi: per quanto sono lento
a farlo di solito, mi sembra un buon segno.
Leggo Middlemarch della Eliot, che mi fornisce di un vocabolario
assolutamente inutile sulle tecniche di giardinaggio e l'etichetta
ottocentesca, e Danse Macabre di Stephen King, che come saggio di
critica letteraria e'concettualmente debolissimo ma parla di robe
divertentissime, e va bene cosi'.
Insomma, tutto questo era per comunicare al mondo che sto piuttosto bene.

venerdì 6 giugno 2008

The National "Boxer"

A questo disco ci sono arrivato con grande ritardo, principalmente
perche' la voce del cantante ricorda (ma e' uno degli stilemi della
new new new wave ammricana) Ian Curtis e io, con tutto l'amore che
posso avere per i Joy Division, la voce di Ian Curtis non sono mai
riuscito a tollerarla. Eppero': le canzoni sono bellissime, i testi
oscillano tra il non sono malaccio e il "questa l'ha detta bene!",
sempre in bilico tra angst esistenziale, slanci poetici o romantici e
trivialita' da bar (vedi nello stessso brano la compresenza dei versi
un po' scontati "You know I dreamed about you/ for twenty-nine years
before I saw you/ You know I dreamed about you/ I missed you for/ for
twenty-nine years" a cui si arriva pero' attraverso il distico "Can I
get a minute of not being nervous/ and not thinking of my dick?").
In piu' hanno un batterista che macina controtempi e che da spirito a
tutti i pezzi. Ah, e in due canzoni ci suona anche Sufjan Stevens, che
poi e' il motivo per cui mi sono convinto ad ascoltarli nonostante la
iancurtizzazione del cantante. Bello: solo per piacere non ascoltateli
cercando i video su youtube, che' sono sconfortanti tanto da far
sembrare brutte anche le canzoni.

martedì 3 giugno 2008

sogni d'amore

 



su Yoube ho scoperto esserci per intera (nelle pillole della Gialappa's, non in versione integrale) la mitica telenovela piemontese "Sogni d'amore". Vale la pena riguardarsela tutta. Intanto vi anticipo la quinta e la sesta puntata, con nella prima il coronamento dell'amore enella seconda l'orrendo sospetto di un padre, diciamo così, piuttosto "premuroso".