mercoledì 2 aprile 2008

Portishead "Third"


I Portishead sono uno dei gruppi più importanti degli anni novanta, ma undici anni di buco fra un disco e l'altro creeranno tre tipi di recensioni:
1) Tsk! Così tanti anni e alla fine hanno fatto un disco non tanto diverso da quelli vecchi. Beth Gibbons ha persino quasi la stessa voce che aveva dieci anni fa. Bellino ma niente di che (Dummy era meglio)
2) Tsk! Sono diventati mosci/ cotti/pop. ( 2b: Sono diventati troppo alternativi/industrial/poco orecchiabili, non c'è un pezzo davvero memorabile)
3) Meraviglioso. Il disco più bello di questo decennio che è un decennio di decadenza infatti tutti i dischi migliori ed emozionanti sono di gente che faceva dischi nei magnifici anni novanta.

Ora: io trovo che questo disco sia strepitoso, difficile da assimilare ma bellissimo, quindi mi allinerei alla modalità tre, anche se non credo al fatto che solo i vecchi stiano facendo cose bellissime (alcuni dei vecchi fanno delle cose orrende, ahimè, vedi la decadenza di Chris Cornell o di Josh Homme). I Portishead hanno voluto mostrare che non hanno mai fatto lo stesso genere dei Morcheeba (qualcuno lo pensa, nonostante tutto), facendo un disco duro, spigoloso, dissonante: ad archi, campionamenti e beat elettronici hanno sostituito chitarra e elettronica vagamente industrial, con arrangiamenti tanto più duri quanto più sono belle le melodie vocali di Beth Gibbons. Il singolo, Machine Gun (qui sotto il video), è l'esempio forse più estremo di questa tendenza.

Inoltre, benché un pò meno devastata del solito, Beth Gibbons rimane quasi la mia donna ideale.

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