venerdì 31 ottobre 2008

Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra & Tra-La-La Band "13 blues for Thirteen Moons"

Se non e' il disco piu' bello dell'anno, finora questo e' sicuramente il piu' emozionante.
Quattro suite sospese tra folk apocalittico e post-rock, tutte maestose e improbabili da mandare a memoria, anche quando, come nel caso di 1.000.000 Died to Make this Sound, sono costruite intorno a una sola frase ripetuta, sussurrata, urlata, pianta da una voce spiacevole e dolente (Efrim Menuck, che ricorda, in alcuni casi, il miglior Pall A. Jenkins nel periodo dei Three Mile Pilot). Va addirittura meglio nei pezzi, come la title track o la conslusiva Blinblindblind, in cui la struttura e' piu' varia, anche se gli ascolti necessari anche solo a credere di essere riusciti ad afferrare l'andamento delle canzoni crescono di numero: i Silver Mt. Zion non hanno paura di esagerare ne' con le dissonanze delle chitarre, ne' con l'invadenza degli archi e della batteria, e nonostante questo riescono a non perdere la capacita' di giocare sulle sfumature, su continui ed estenuanti crescendo, su climax impossibilmente lunghi. Pezzi rock, fondamentalmente, caciaroni e potenti per quanto raffinati si rivelino anche all'ascolto appena piu' attento, e allo stesso tempo blues perfetti, o almeno tutto quello che puo' essere il blues oggi senza diventare scimmiottatura di se stesso.
Tranne che in Blindblindblind, la piu' dolente e allo stesso tempo l'unica a svilupparsi e a chiudersi con un barlume di luce e di speranza, queste sono canzoni da fine del mondo, da banchetto dei corvi finale, battaglie senza speranza, disperate e bellissime.

(scusate, uno ascolta ste robe magniloquenti e poi gli viene di adattarsi e di abbandonare quel basso profilo a cui da sempre cerca di attenersi)

Rana reloaded /1: Halloween Edition


Finora quella che e' probabilmente l'unica cattolica a leggere questo blog e' stata l'unica a mandare un contributo alla divulgazione di immagini ranesche alternative.

Si tratta di un contributo a cui da grottagliese mi verrebbe anche da rispondere "tanta carne", visto che e' dedicata/ispirata all'ammutinamento (poi sfumato, dato che nessuno si e' proposto) minacciato dai commentatori del presente blog.

Pero' vabbe', l'ho detto e lo faccio, quindi grazie Eli per la preziosa opera e anche un po' tanta carne, ma con simpatia.

Achab! capitolo 9


Di questo Achab! sono incredibilmente fiero, benchè manchi quasi del tutto l'azione promessa la scorsa volta e sia, per la prima volta, quasi privo della figura di R. R.

mercoledì 29 ottobre 2008

rana reload

Per ora la notizia la danno fonti affidabili come questa o inaffidabili come il tgcom (che no, non linko), ma sembra che la direttrice del museo di Bolzano, Corinne Diserens (la paladina della nostra amata e orribile Holy Frog) sia stata infine licenziata (la vendetta e' un piatto che va servito freddo al matrimonio con lo zio, riutilizzando il catering del funerale del babbo).
Il tgcom propende per l'ipotesi di licenziamento in tronco dovuto alla cattiva gestione finanziaria, ma si impongono due riflessioni: 1) se lo sostiene il tgcom e' falso; 2) da quando in qua in Italia si licenzia la gente per cattiva gestione finanziaria?
Quindi: Io intanto ripropongo l'iniziativa malviniana e rido' visibilita' al batrace inchiodato. Poi ne produrro' versioni alternative da donare all'etere. Chiunque sia capace di tenere in mano una penna/matita e voglia fare lo stesso, lo posti sulle sue pagine, o lo invii a frogproduction chiocciola gmail punto com che lo faccio io.
(certo, mi leggete in otto e siete anche pigri, non credo che quetsa forma di protesta avra' grande successo, ma uno ci prova).

calderhol


Non ho potuto fare a meno di rubare questa immagine meravigliosa a Giavasan.

martedì 28 ottobre 2008

l'Affaire Cardano: prolegomeni ad ogni futura riscrittura

(In preparazione alla risistemazione di qualcosa tratto dalla tesi di dottorato, l'unica cosa che si salvera' di sicuro: gli esergo. Un premio a chi trova la criptocitazione di Aldo Busi. Presto: lavori preparatori a una risistemazione cardaniana su questi schermi)


Gli uomini, dal breve destino, scrutano solo una piccola parte della vita
con le loro esistenze, e innalzandosi come fumo dileguano,
solo affidati a quel poco che ciascuno incontra a caso,
mentre vagano per ogni dove....
... il sangue che circola nel cuore, questo è per gli uomini il pensiero
... i nervi ... le unghie...
le lacrime...
il cielo cristallino...
... e la luce proiettata con slancio...
Empedocle, Poema fisico e lustrale

Ogni vita è un'enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili,
dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.
Italo Calvino, “Lezioni Americane”

Sono stato un inghiottitore di vite, e per conoscermi, dovrete anche voi inghiottire tutto quanto
Salman Rushdie, “I figli della mezzanotte”

E dopo questa rivelazione uscirono finalmente a pezzo a pezzo i quattro atti felici e il lungo e,
sinora sprovvisto di catastrofe, quinto atto doloroso del dramma della sua vita.
Egli era un vecchio che, all'età di quasi sessant'anni, aveva incontrato in ritardo ciò che nella
tecnica del dolore si chiama la rovina.
H. Melville, Moby Dick, cap. CXII

“Il Gorgia imprecava contro il mondo che impedisce l'azione del filosofo, il Fedone guarda a questo
mondo con una comprensione quasi cristiana e con la coscienza della vanità della lotta e
dell'aspirazione all'agire”
Giorgio Colli, Platone Politico

“Est autem felicitas à sapientia: igitur quicumque felix est, idem est sapiens, non tamen quilibet
sapiens est felix”
GIrolamo Cardano, Parapolimenon De Sapiente

“Sentendo dire da un sofista che la parola è la cosa più potente che ci sia, replicò: «Tu, allora,
quando stai zitto, non vali niente»”
Plutarco, Le virtu' di Sparta

“Perciò occorre non smettere mai, una volta che tu abbia cominciato, di
battere il tamburo e, trasferendo una cosa in altra, fa in modo che sembri che tu
apporti sempre qualche novità, turba, commuovi, scuoti. Per quanto la maggior
parte delle cose sia falsa, pensa che alle cose false si devono tutte le cose
umane, i regni, dico, e ogni potere. Questo è il libro del Prosseneta, non del
retto modo di vivere, della norma divina e del sommo bene”
Girolamo Cardano, Il Prosseneta.

“Only bad rethoric
can improve this world
to the true speech it is deaf”
G. W. Auden, “Shorts”

Perfection, of a kind, was what he was after,
And the poetry he invented was easy to understand;
He knew human folly like the back of his hand
And was greatly interested in armies and fleets;
When he laughed, respectable senators burst with laughter,
And when he cried the little children died in the streets.
(W. H. Auden, Another time, Epitaph on a Tyrant)

“V'è una ginnastica del falso. Un sofista è un falsario, e all'occasione questo falsario
brutalizza il buon senso. Una certa logica sottilissima, implacabilissima, agilissima è al
servizio del male ed eccelle nel maltrattare la verità nell'oscurità delle tenebre. Sono i pugni
sinistri che Satana sferra contro Dio”.
Victor Hugo, L'uomo che ride

“sed et alia tamen duo sunt praecepta ad vitae institutionem:scilicet ut simplicitate
columbas, prudentia serpentes imitemur”
Girolamo Cardano, De sapientia

“niente può essere posseduto, se non con la pura forza”
Girolamo Cardano, Il Prosseneta

domenica 26 ottobre 2008

verbose premesse ad una roba che sto scrivendo in cui chissà perchè metto assieme Baricco e New Italian Epic

Verbose Premesse:
Premessa 0: Niente di quello che scriverò terrà conto dell’intervento “Noi dobbiamo essere i genitori”. Come mi ha detto una sconosciuta con cui mi sono confidato in treno, leggere che Giuseppe Genna avrebbe chiamato Wu Ming 1 subito dopo aver scoperto della morte del padre perchè in preda “ad un’esperienza allegorica soverchiante” fa venir voglia di mettere mano alla pistola (per sparare al computer, intendiamoci, che non farei male ad una mosca, figuriamoci per far del male a WM1, che continua a produrre robe che mi piacciono, o a Genna, che c’ha già un sacco di problemi di suo).
Premessa 1: entrambi gli autori probabilmente si offenderebbero ad essere accomunati. Uno di loro si offenderebbe persino a ragione.
Nessuna intenzione di offendere. Più o meno.
Premessa 2: Parlare male di Baricco lo trovo molto, troppo facile. Che poi sia uno sport così facile che nessuno ritenga valga la pena praticarlo e che questo magicamente si trasformi in una quasi totale uniformità di giudizi positivi su di lui è un’altra faccenda. Comunque, nei limiti delle mie capacità di auto limitazione, cercherò di non parlarne male neanch’io, a questo giro. Non è il momento. Lo so che i post da hater sono quelli che hanno più successo, e sono quelli che spingono le persone a tornare sulle tue pagine, ma non è il caso. Chi mi conosce sa quanto mi costi: per anni il mio disprezzo verso “Next” ha fatto partire periodiche tirate da ubriaco contro di lui. Ma non è questo il momento, credetemi. (e comunque, se proprio volete qualcuno che vi parli male di Baricco, aprite Next e leggete con voce seria la nota su Platone: sarà lui stesso a farlo per me).
Premessa 3: avevo letto il promemoria di Wu Ming 1 (che era, e continua a essere il mio preferito tra i wuminghi) appena arrivato in Scozia, a maggio, ma tra lavoro e ultime limature di straforo alla tesi di dottorato diciamo che la voglia di ragionarci su sul serio non era troppa. Quando poi al testo di WuMing1 si sono aggiunte le voci carmilliane da una parte (da Di Michele in giù, per dire) e primamoresche dall’altro (da Scarpa in sù, diciamo), la cosa mi è sembrata assumere dimensioni così teratologiche da non giustificare la fatica di interessarmene.
In questo periodo, invece, non ho un cazzo da fare, e una scusa per scrivere va bene come un’altra.
In realtà non è vero: mi interessa parecchio, il tema e mi interessa il modo in cui Wu Ming e gli altri stanno cercando di svilupparlo o affossarlo.
Epperò: mentre leggevo la versione 2.0 del promemoria sulla NIE di Wu Ming, e mentre la mia testolina come al solito si opponeva a qualsiasi teoria eteroprodotta, non lo so perché mi continuavano a venire in mente i due o tre capitoli de I Barbari che avevo letto a suo tempo su Repubblica. Uno di essi era quello, pessimo, su Benjamin e Mickey Mouse. All’epoca mi ero - giustamente - opposto all’idea di spendere soldi per la raccolta degli articoli di Baricco, ma ora che ho il potere economico, perchè privarmi di un oggetto fonte di continue invettive alcoliche? Ormai quelle prodotte da Next e da Hegel e le mucche del Wisconsin sono un pò invecchiate, e mi sento a disagio, a performarle ancora.
Comunque: non so perché ma ci sentivo un’aria di famiglia, nei due testi, non fosse che entrambi sono tentativi (per questo piuttosto coraggiosi a prescindere dai risultati) di sistematizzazione, categorizzazione e comprensione di una realtà avvertita (a ragione?) come differente dal passato recente italiano. E non fosse che tutto quel discorso sulla realtà è un discorso in realtà (stringi stringi) riferito quasi esclusivamente a come scriviamo, a come leggiamo e a come vendiamo i libri. Cioè, che Baricco la prendesse molto più larga (e il vino e il calcio e che palle, direi anche) me lo ricordavo, ma alla fine Baricco campa scrivendo libri, dovrebbe essere quello il suo campo specifico di competenza (o di incompetenza, secondo la famosa legge***): il punto, se non di arrivo, almeno di partenza (o viceversa) dovrebbe essere quello, no?
E la stessa cosa dovrebbe valere per WM1, nonostante tutto sto parlare di transmedialità e di oggetti narrativi non identificati e via così. Alla fine, libri sono, o no?
Comunque, mi sono persuaso che parlarne assieme non sia così totalmente fuori luogo: non so ancora dove andrò a parare, ma le doverose premesse ad un discorso che forse non vedrete mai mi sembrava di doverle esplicitare, prima o poi.

***Principio di Peter: In una gerarchia ogni membro tende a raggiungere il proprio livello d'incompetenza.
Corollari:
    1. Col tempo, ogni posizione tende ad essere occupata da un membro che è incompetente a svolgere quel lavoro.
    2. Il lavoro viene svolto da quei membri che non hanno ancora raggiunto il proprio livello d'incompetenza.

venerdì 24 ottobre 2008

Tv On The Radio "Dear Science,"


Ok. Se far venire in mente tutti assieme i nomi di David Byrne, Peter Gabriel e Prince e' un difetto, allora questo non deve essere un gran disco. A me fa venire in mente anche quello di Marvyn Gaye, ma magari e' solo una mia fissazione.
Pero': canzoni meno cupe e meno caotiche che nel disco precedente (o sara' che dato che l'abbiamo ascoltato oramai ci siamo abituati?), ma piene di suoni e inventiva e cambi, e su tutto quella voce in falsetto che ogni tanto diventa roca e piu' vera, quando meno te lo aspetti.
Voglia di battere il piedino insieme allo stupore per quello che i tizi che ascolti stanno facendo e scoperta continua di un livello, di un cambio, di un'idea di cui al primo ascolto non ti eri accorto.
E poi, l'Antibalas Afrobeat Orchestra (splendidi gia' da soli) a riempire gli spazi lasciati vuoti da chitarre e voci ed elettronica, e a sovrapporsi dove gli spazi sono gia' presi tutti, e a dare un altro strato di meraviglia ancora a canzoni gia' impegnative.
Funk, dance, rock e un sottofondo oscuro appena piu' dissimulato che negli altri dischi.
Bellissimo.