lunedì 2 giugno 2008

umorismo inglese: terminal five


il terminal five è il nuovo e fighissimo terminal dell'aereoporto di London Heathrow, ma ha il simpatico difetto di ingurgitare i bagagli dei passeggeri e non restituirli, o almeno non a tempo debito.
La foto qui sopra è la frase messa per attirare e educare i fedeli all'esterno della Baptist Church di George Square, qui a Greenock. L'umorismo è un pò nero, come da tradizione.

venerdì 30 maggio 2008

battuto sul tempo....

cioe', io volevo scrivere una roba su La Repubblica che e' giorni che si e' fissata con il fatto che uno dei cretini che ha fatto il Raid contro il campo nomadi a Roma avesse un tatuaggio del Che (che Repubblica interpreta come segno certo di essere di sinistra, mentre io lo interpreto come segno quasi certo d'essere cretino, o d'esserlo stato, e se non cretino ubriaco e casualmente vicino ad un tatuatore senza scrupoli), e anzi che persino uno di loro sia nero per affermare che il suddetto RAid non avesse connotazioni fascite e xenofobe. Che e', se mi si consente, un ragionamento che di logico non ha neanche l'odore. Matteo Bordone, pero', ha scritto esattamente quello che pensavo, e diciamo che mi sono risparmiato il fastidio. (Accidenti)

giovedì 29 maggio 2008

uno stato particolare di disordine

Vista da lontano l'italia e' abbastanza strana: il nuovo sport. a credere a quello che ne scrivono i giornali inglesi, e' dare fuoco alle cose: che poi siano mucchi di rifiuti a napoli o baraccopoli di zingari, non fa differenza, cio' che importa e' lo zeitgeist.
Poi improvvisamente gli italiani si svegliano e si accorgono che quegli immigrati che vogliono mettere in carcere o buttare fuori dall'Italia sono -grossomodo- gli stessi che gli tirano su le case a 2 euro l'ora invece che a venti o puliscono il culo all'anziana madre per seicento euro al meso invece che milleeduecento (piu' contributi). E che se punisci l'immigrazione clandestina (e questo lo volevano tutti, almeno tutti quelli che hanno votato il bunch of idiots attualmente detentore del potere politico) allora devi punire anche chi la sfrutta (cioe' chi impiega i clandestini) e chi la favorisce (tutti quelli che affittano appartamenti). Ecco dunque che non solo vogliamo che alcuni europei siano meno europei degli altri (i romeni, cosa per cui ci hanno preso in giro in maniera feroce, da queste parti), ma anche che alcuni delinquenti smettano di essere delinquenti, se delinquono per asciugare la bauscina ai cari genitori di cui non vogliamo piu' occuparci.
No, veramente, io li vorrei tutti in carcere, immigrati e italiani che ci hanno marciato su. Ma prima gli italiani, gli immigrati quando rimane spazio.
(scusate, post qualunquista, ma a distanza chissa' perche' mi viene di incazzarmi di piu').

mercoledì 28 maggio 2008

mensa, coinquilini, greenock e teiere con cui farsi la doccia

Sono stato accusato in privato di non descrivere mai l'ambiente in cui mi muovo, se non quando esso sfocia nel grottesco. In effetti una descrizione dell'intorno quotidiano non la faccio quasi mai, è che mi sembra di essere noioso. Raccontero' dunque un po' di cose sparse. Un po' di grottesco ci finirà sempre, ma grottesco è il mondo, e non l'Esposito che lo descrive.

Insomma, il centro nevralgico dell'IBM e' la mensa, che presenta a rotazione gli stessi piatti ogni giono della settimana. C'e' sempre una zuppa dall'aspetto malsano, a cui si puo' preferire il venerdi' il fish and chips, il lunedi le meatballs (che sono le polpette al sugo), che e' possibile utilizzare come topping non solo di uno squallido ma dignitoso riso in bianco, ma anche (cosa che va di moda tra nordici e scozzesi, ma anche fra italiani ben integrati) delle chips. A me la visione di un piatto di patatine fritte coperte da sugo con le polpette (o sugo all'amatriciana, ma questo e' il martedi') non mi crea per adesso una gran fame. Ma forse cambiero'. Il mercoledi' e il giovedi non so onestamente non so cosa preparano: il fatto e' che mi tengo distante dal bancone cucina (con veloci e rade puntate nella zona insalate), e mi porto la schiscetta o gamella che dir si voglia da casa. (ma oggi controllo: anche se ho le verdure preparate con dedizione ieri sera prima di dormire, mi spingero' fino all'estremo limite per vedere cosa offre la casa).

La casa non offriva granche': wurstel e patatine.

Non mi ero perso molto, gli scorsi mercoledi'.

I miei coinquilini sono facilmente caratterizzabili: c'e' il palestrato, quello che grugnisce e lo zoppo. Il palestrato e' quello con cui ho chiacchierato di piu'. E' simpatico, anche se mi perplime il fatto che consideri lo sporco che crea colpa della casa troppo piccola. Io cerco di fargli capire che e' un problema di coltura dei microbi, e non di diluizione spaziale, quello che mi angustia. Ma non c'e' verso. Si tratta di una battaglia che, gia' lo so, finiro' per perdere. Quello che grugnisce, per l'appunto, grugnisce. Molto spesso ride, a volte rutta. Una volta l'ho beccato ubriaco alla club house (che e'il pub solo per i dipendenti a cui ci si reca solitamente il venerdi' sera... E' meno triste di quanto sembri: il posto e' bello, tutto in legno, coi biliardi e le poltrone, la birra economica e alla fine siamo un migliaio di dipendenti e non si vedono sempre le stesse facce), e in quell'occasione ha sorriso e mi ha detto "DANIELLO!!!". Finora e' l'unica parola che gli ho sentito pronunciare. Lui e il palestrato passano le sere e i weekend a giocare alla playstation: sto meditando di trovare una ragazza ad entrambi, magari la cosa migliora il livello dell'igiene. Lo zoppo ha una cinquantina d'anni; si dice in giro fosse pieno di soldi, ma quando ha divorziato dalla moglie essi gli sono stati asportati chirurgicamente dal di lei avvocato. Sta chiuso quasi tutto il tempo in camera sua, ma ogni tanto attacca pipponi mitologici sulle volte che e' stato in Italia (e' belga). Sostiene oltretutto di aver visitato l'italia molte volte, ma di aver visto solo Hotel, aereoporti e una volta l'autostrada roma-milano.

L'Ibm si trova in una valle circondata da colline e molteplici vacche.

Greenock e' una via di mezzo tra Livorno e Follonica (come Follonica ha una Palazzo Azzurro circondato da case nane), solo che fa freddo e invece della cecina ti propinano roba ancora piu' pesante: si sviluppa pero' in pendio verso l'interno: io sto giustappunto un po' in salita, in una strada ignorata dal gran traffico, dato che porta verso il niente.

Particolarita' scozzesi: LA DOCCIA ELETTRICA. Una delle cose che non manca in nessuna casa e' il Kettle, cioe' la teiera elettrica. Un bonus che pero' poche case hanno e' la electric shower, genere di furniture che, quando presente, riceve grande spazio negli annunci. Si tratta di un cubo bianco grande grossomodo quanto una teiera e che funziona allo stesso modo. L'acqua pero', invece di sobbollire per il the', serve a farsi la doccia. Cio' garantisce una temperatura dell'acqua sempre costante, ma inversamente proporzionale alla forza del getto. In pratica, piu' uno vuole farsi una doccia calda, piu' vede assottigliarsi il rigagnolo d'acqua a lui concesso.
 
(La prossima volta la mia descrizione sara' piu' organica, lo giuro)

giovedì 22 maggio 2008

a proposito, "Io se fossi Dio"

Ho perso tempo a mettere on line delle mediocri esibizioni dei Bishop Allen e non ho messo il capolavoro gaberiano di cui qui sotto.
Ecco.


prova prova prova

questo post serve a verificare che posso pubblicare roba sul mio blog senza accedervi, direttamente dalla mia casella di posta. Già che ci sono però, vi informo che la mia vita ha Greenock ha avuto come effetto collaterale un amore sviscerato per "Io se fossi Dio" di Gaber, che ascolto ogni mattina quando vado a lavoro, dato che copre esattamente il tempo impiegato per arrivare all'IBM. L'altra canzone da cui non riesco a staccarmi è Flight 180 dei Bishop Allen: non ho avuto il coraggio di andare a leggermi il testo, e quello che ne capisco ascoltandola mi lascia nel dubbio che sia una roba vomitevolmente sdolcinata, e non voglio la conferma. Comunque, è meravigliosa.
vai, provo addirittura a fare l'embed di un video, via mail.
Anche se dal vivo non è che rendano tanto, sti qua.

mercoledì 21 maggio 2008

do not feed the gulls



A Largs, che è giusto una ventina di chilometri più a Est di dove sto io, i gabbiani sono veramente enormi e malvagi. La prima volta che sono stato a Largs era un tardo pomeriggio, piuttosto freddo e ventoso. Erano le sei di pomeriggio, e a Largs, a parte i fish&chips e i pubs, chiude tutto alle cinque. Io c'ero capitato per sbaglio: dovevo prendere il bus per Gourouk e sono salito automaticamente su quello che prendo per andare la mattina a lavoro, convinto che ci passasse. Comunque: nei dieci minuti che ho passato nella mia prima visita a Largs, l'unico altro essere umano in giro oltre me era un uomo che cercava di mangiare il suo cartoccio di pesce e patatine seduto su una panchina. Quattro enormi gabbiani (quando dico enormi non esagero, erano alti come un cane di taglia media, almeno) lo avevano circondato e gli facevano versi contro. Ogni tanto uno dei gabbiani cercava di avventarsi su di lui, e lui lo teneva lontano scalciando mentre continuava a ingurgitare patate di gran fretta.
Mi è sembrata una scena deliziosa.