martedì 6 ottobre 2009

trovarobato, secondo


altro metodo diffusione: appendere pezzi di carta smangiucchiati alle porte della metro rossa
Questo è più animalista, mentre il precedente era dedicato alla politica estera: una sommaria analisi grafologica indica perpetratori differenti, infatti.

(sempre domenica, ma nel pomeriggio)

(Fotografarli sul mio taccuino Divinas Palabras è stato un bel gesto, o no?)

trovarobato, primo



la strategia della disseminazione dei memi si fa in modo del tutto artigianale, qui a Milano: per esempio lasciando fogliettini per terra, e sperando che convincano un passante, almeno uno.

(in via Vitruvio, domenica intorno a mezzogiorno, riprodotti fronte-retro)

lunedì 5 ottobre 2009

bambini che corrono

Durante il lungo weekend ho perso un pò di slancio per il post che avevo in mente di scrivere su Baarìa: è che sabato su Il Foglio c'era un delirante articolo di Pietrangelo Buttafuoco in cui si parlava della sua protagonista nelle prime cinque righe e nelle ultime tre (su un totale di circa 200): otto righe complessive in cui si sosteneva che siccome tale attrice è molto molto bella allora con la sua bellezza redime tutte le donne italiane insozzate da squallide storie di escort e riporta in auge il concetto di CONQUISTA, che, checché ne dica Vendola, è una cosa buona e maschia e d'altri tempi e persino Scalfari è un tombeur de femmes, e allora che rompete il cazzo a fare al povero Premier? (NB: la pagina a fronte di quella contenente questo articolo era dedicata al tema delle concubine in Cina, onde mostrare la necessaria e fisiologica interrelazione di Zoccole e Politica persino nei grandi imperi, anzi, più grandi sono gli imperi più grandi sono le zoccole. Il modo in cui vengono assemblati gli articoli de Il Foglio fa piuttosto ridere, in effetti.).
Comunque, se lo trovate on line leggetelo, quell'articolo di Buttafuoco, ci sono tutta una serie di connettivi logici (e- dunque - perciò - infatti) usati in senso contrario o discordante rispetto a quello della lingua italiana comune ai più, soprattutto nella parte finale dedicata al sentire che è connessa al baciare e al lacrimare e ai nasi e al fatto che si bacia a occhi chiusi e che se uno c'ha l'occhi aperti allora è FALSO ed è uno dei cattivi delle telenovelas.

Comunque, volevo dire che siccome fino al 30 settembre lavoravo in un posto con internet bloccato mi sono perso tutto il bailamme sul perchè si dovesse andare o meno a vedere l'ultimo film di Tornatores (non ho posto per entrambi i registi, urge una crasi), ma nonostante io mi sia perso tutto è bastato che una mia ex collega mi rivelasse che il film è pieno di bambini che corrono e a un certo punto prendono il volo e poi alla fine corrono di nuovo. E io qui lo ripeto: io me lo ricordo benissimo, quando ero piccolo io correvo solo per andare in un posto, per fare le corse, per sfuggire ai malvagi, per sfuggire ai negozianti cui avevo rubato cose di poco valore e/o perché mi annoiavo a camminare per arrivare in un posto in cui volevo essere prima.
I bambini che corrono nei film sono motivo sufficiente a impedirne la visione: me lo ha svelato Romanzo Criminale, trasformato da Placido in una roba sentimentale, e no no no, Portella delle Ginestre tra due scene coi bimbetti che corrono proprio non ce la voglio vedere.
Fine della non recensione.

mercoledì 30 settembre 2009

il quadrato costruito sull'ipotenusa

Ultimo giorno del vecchio lavoro: meno traumatico dell'ultimo giorno all'IBM, ma tristarello come sempre, per quanto questa volta non ci sia la disoccupazione (immediatamente) all'orizzonte.
Volevo scrivere un post sulla mia mancata visione di Bàaria (a causa della presenza al suo interno di bambini che corrono), ma rimando a domenica almeno, che stasera parto per la Casa del Padre, e per ben tre giorni almeno sarò staccato dalla rete. (con me, la seconda serie di True Blood, Infinite Jest - di cui ho raggiunto pagina 640 circa, due quaderni di cui uno del tutto vuoto, le scarpe per correre).
a domenica,
dal vostro momentaneamente inoccupato
Cecco Palagnocco
(di cui risentirete parlare, eh.)

lunedì 28 settembre 2009

pochissima pietà per i tristi cantanti di mezza età

Siamo tutti d'accordo, la MORTE non si augura a nessuno nessuno, però TUTTE le malattie spiacevoli e spiacevolissime ma non mortali (dallo scolo, alla sifilide, all'herpes genitale, alle emorroidi, per continuare col mal di denti, il mal di schiena, il mal di testa, e per finire con l'epatite alfabetica, dalla a alla zeta comprese semivocali, umlaut, e consonanti con i segni buffi sopra), VASCO ROSSI se le merita, tutte assieme, che non gli diano pace, che nella solitudine del dolore si deve chiedere che cosa ha fatto di male (che cosa ha fatto di male ancora), e poi si deve finalmente rivolgere ai poteri superni, a Dio o chi per Lui e quando finalmente riceverà una risposta, la voce profonda che gli risponderà gli dirà "NA-NA-NA'".

Mi rifiuto di incorporarla, la "cover" che Vasco Rossi ha fatto di Creep dei Radiohead. Che fa NA-NA-NA, a un certo punto, perché con NA-NA-NA fa rima tutto e si interroga sul fatto che LEi giustamente gli farà le corna, e giustamente non si pentirà mai.

Vi metto il LINK

Che a me i Radiohead di Pablo Honey non mi piacciono neanche, e per Creep non c'ho mai avuto la passione adolescenziale di quasi tutte le femmine che conosco, però qui è come se a Baricco gli venisse in mente, che so, di riscrivere l'Iliade.

venerdì 25 settembre 2009

Rock, Paper, Scissors, Lizard, Spock!

Su imbeccata di Elisabeth sono alla ricerca della terza serie di The Big Bang Theory. Intanto, una delle mie scene preferite di sempre.

di leninisti, tifosi e tizi che si dice facciano all'ammore mantenendo sempre la stessa espressione.

dopo una serata passata a chiacchierare con due quasi-ex-colleghe, scopro che (1) in luoghi di lavoro chiusi ma non limitati (e.g.: un centinaio di persone) anche le persone più improbabili riescono a sembrare sessualmente appetibili a una buona percentuale dei rappresentanti del sesso opposto (o dello stesso, se è il caso) e (2) esistono comunisti-leninisti che lottano notte e dì per la rivoluzione, che sacrificano lavoro e fidanzata e il sesso orale ch'ella continuamente offre solo per avvicinare il momento in cui ci sarà la rivoluzione, e che contemporaneamente tifano Milan e Valentino Rossi. (No. Non ho fatto domande sui gusti musicali, non me la sono sentita). Ci sono più cose in cielo e in terra.....

martedì 22 settembre 2009

(post in cui non resisto alla tentazione di parlare male de Il Foglio di Ferrara)

Durante la mia breve ma scintillante carriera nell'editoria quasiporno *, il mio datore di lavoro d'allora, un bibliofilo ex maestro di scuola ex risponditore di quiz ex pollicultore il cui maggior pregio era una biblioteca che gli occupava due piani d'una villa e in una delle cui sale aveva pensato bene di installarci un letto a due piazze in cui diceva di essersi bombato delle attempate e famose astrologhe, il mio datore di lavoro d'allora, dicevo, mi trasmise un unico vizio, vale a dire la lettura del Foglio il lunedì mattina.
Ero più puro di adesso, a quel tempo, e percepivo la destrità del gesto: ma quello zibaldone dei giornali della settimana precedente mi divertiva, e per un po’ ho seguitato a farlo.
Solo molto tempo dopo, quando già ero meno puro, mi convinsi a dare una possibilità al Foglio del sabato che, se allora come adesso era contraddistinto dal sapermi indicare quale linea politica seguire in tutti i casi dubbi (ogni volta che dubito, basta capovolgere tutto quello in cui Ferrara crede), aveva però dalla sua gli articoli della Soncini a migliorare il tutto, e la fogliata di libri non era male, e la rubrica sul cinema anche, e insomma: ogni tanto c'era pure un articolo bello, e quand'è l'ultima volta che ho letto un bell'articolo su R2 o sul corriere o sul domenicale del Sole o sull'inserto dei libri di Repubblica?
Progressivamente però il Foglio è peggiorato, e chi non l'ha mai letto non può credere davvero che ciò sia possibile, ma così è, in effetti, e non solo perché l'amore folle che Ferrara ha per il cristianesimo nella sua versione più teutonica.
Che il Foglio e Ferrara abbiano idee sideralmente lontane dalle mie lo considero segno della mia sanità mentale, ma questo è giusto, è normale, e mi divertiva anche, un tempo. Le cose che del Foglio ultimamente mi seccano sono (in primis, le liste esaustive non mi convincono) una nell'ordine del contenuto, e l'altra di forma.

L'intera redazione del Foglio, e buona parte dei suoi collaboratori occasionali sono dei Casti Maniaci Sessuali.
Una delle spiegazioni che ho provato a darmi è che con lo scopare a loro sia capitato quello che a quasi tutti capita col vino: fino a una certa fase - diciamo alla metà dei vent'anni - ti ubriachi di quel che capita, dal tavernello al gotto d'oro, dal vino del contadino a quello quasi aceto dimenticato in frigo. Poi inizi a scegliere con cura, perché se ti ubriachi di tavernello il mal di testa ti perseguita per giorni, e lo stomaco in subbuteo eclissa il divertimento del giorno precedente, e inizi a dire che i giovani non capiscono la cultura del vino, che è una cultura fatta di limitazioni, rispetto, amore, che a bere così a casaccio solo per divertimento si perdono ciò che veramente è importante, si fanno del male e che il vino così non c'entra niente con la cultura dei nostri nonni**. Quindi, se il discorso "se scopate tanto e vi divertite, allora non vi state divertendo, non sapete quanto è bello scopare si ma poco, con tanta castità prima dopo e durante, col vedo non vedo - ma meno vedo meglio è, fino a quando non arrivate a percepire l'estrema sensualità dell'astinenza pressoché assoluta" avesse la stessa matrice psicologica di quelli che il vino bisogna berne massimo un bicchiere, e a piccoli sorsi che se ti ubriachi allora che gusto c'è? (c'è il gusto che se non volevo ubriacarmi bevevo il succo dell'ananasso, direi a margine).
Comunque: quasi ogni numero del Foglio ha uno o più articoli in cui insomma si fa presente che chi lo fa troppo e troppo facilmente svilisce il gesto, non lo assapora, e così uno lo riduce a una cosa meccanica che poi ti lascia vuoto dentro, che non era così che prima dell'attuale dominio della carne esibita e della femmina castrante (questa è un'altra paranoia del Foglio, che le donne rivogliono l'omo che le pigli a cazzotti, tesi già sviluppata da Marco Ferrandini e portata a compimento dagli Elii), e che i nostri nonni pigiavano l'uva delle loro carni per trarne vini sessuali più squisiti.
Ecco, questa tesi, a cui vengono dedicati un articolo al giorno, un paio nell'edizione del sabato e riferimenti frequenti in articoli che magari parlano del cazzobuffo (questo sabato: nell'articolo sulle biciclette, ma la cosa più gustosa era l'assunto di partenza - nell'articolo dedicato esplicitamente al sesso - che Onfray non possa che annoiarsi a fare sesso perché, poverino, è ateo) mi indispone. Passi definire le encicliche di Ratzinger capolavori degni del premio Nobel (ci devono essere delle categorie che mi sfuggono): rompere così tanto le palle perché hai deciso che a sessant'anni non ne vale la pena o magari non ci vuoi più provare e comunque, come si faceva una volta era meglio - beh, questo è imperdonabile. Mi leggo Philip Roth, nel caso, che almeno è onesto e da la colpa alla prostata, come io do la colpa al mio stomaco per la mia rinunzia al gotto d'oro rosè.

(Tra parentesi: al Foglio si sono convinti di essere tutti una specie di Mordecai Richler, e affettano un barneysmo che ignora che non basta dire una roba spiacevole per essere fighi e coraggiosi, ma quella cosa spiacevole deve anche essere, se non vera, almeno intelligente, altrimenti sei il Ministro delle Riforme)

La questione di forma, e qui sarò breve che domani mi devo alzare presto e il punto uno mi ha preso la mano: tutti - e dico tutti - gli articoli del Foglio del sabato sono scritti da autori diversi e si sente (per quanto Ferrara, in certi suoi inconfessabili sogni, forse si vede un po’ Karl Kraus o al peggio Mark Twain), ma ci deve essere un ur-editor (che immagino con gli occhi azzurri, grasso e con una un tempo fiammeggiante barba rossa) che prende tutti gli articoli e senza tagliare nulla prende i diversi paragrafi e li mischia, poi toglie tutti i collegamenti logici, mette tutti i tempi in forme infinite e quelli che non può all'imperfetto, e già che c'è infila qui è lì un po’ di santi e di mistici, e qualche insulto a Veronesi, che ci sta sempre bene (sempre nell'articolo sulle biciclette, un capolavoro, nel suo genere) perché sono convinto che sebbene poi Ferrara sia l'unico a non scrivere così, Ferrara è convinto che così scrivono gli scrittori veri, che gli sfavillanti elzeviri che pubblica debbano essere altro che versioni calassate delle sue idee.

(Intanto domani cedo alla tentazione di vedere come è il primo numero del Fatto.)


*non da modello, no.

**mio nonno metteva SEMPRE il vino rosso in frigo, e se avesse visto un sommelier gli avrebbe esploso contro come minimo un paio di cazzotti, se non qualche colpo con la luger P08 che leggende familiari dicono avesse riportato come trofeo dal fronte.