mercoledì 19 dicembre 2012
domenica 16 dicembre 2012
ALMOST FAMOUS ( l'underground è vivo e lotta insieme a noi )
The Zen Circus live @ Urban Club ( Perugia )
domenica 25 novembre 2012
...
Da Latte Nero di Elif Shafak:
Per settant'anni la mia opinione sulle donne non ha fatto che peggiorare, e peggiora ancora. La questione femminile! Certo che c'è una questione femminile! Solo che non riguarda come le donne debbano prendere il controllo della vita, ma come possano smettere di rovinarla.
Tolstoj il misogino
Lo scopo della vita non dovrebbe essere trovare la gioia nel matrimonio, bensì portare più amore e verità nel mondo. Ci sposiamo per aiutarci reciprocamente in questo compito.
Tolstoj il femminista
Per settant'anni la mia opinione sulle donne non ha fatto che peggiorare, e peggiora ancora. La questione femminile! Certo che c'è una questione femminile! Solo che non riguarda come le donne debbano prendere il controllo della vita, ma come possano smettere di rovinarla.
Tolstoj il misogino
Lo scopo della vita non dovrebbe essere trovare la gioia nel matrimonio, bensì portare più amore e verità nel mondo. Ci sposiamo per aiutarci reciprocamente in questo compito.
Tolstoj il femminista
Provo una grande tenerezza per lei ( la figlia Maša ). Solo per lei. Lei compensa gli altri, potrei dire.
Ancora Tolstoj
martedì 20 novembre 2012
Considerazioni alla vigilia di un compito in classe



Ok, non mi odiate, perdonate l'entusiasmo da primo giorno di scuola. Oltretutto faccio un sacco di assenze.
Vado a cercare un poster di DFW
domenica 18 novembre 2012
PRESI ALLA POLVERE
Due grossi volumi, un'antologia della canzone italiana partendo dai primordi. Oltre 1000 testi raccolti. Certo, è una bella spesa, 78 eurotti, ma si trova anche con un poco di sconto. Il curatore, Leonardo Colombati, è anche scrittore di romanzi, Perceber fra gli altri, l'unico che conosco e che ho cominciato a leggere, e che segnalo per il suo essere un romanzo-mondo, come vengono dette queste opere da chi lo sa dire. L'autore si rifà esplicitamente a Joyce e Pynchon, e la storia è ambientata a Roma.
sabato 17 novembre 2012
PRESI ALLA POLVERE
“Sono uno che fa cose tipo salire su un taxi e dire al tassista: “In biblioteca, e a tutta””.
Un piccolo e utile saggio.
Il commento personale, in fondo trascurabile, e, dato il caso, detto davvero senza ironia ( non senza però il compiacimento effettivamente sciocco nello scrivere “detto davvero senza ironia”; un peccatuccio perdonabile in fondo ): Dopo di questo solo liste della spesa. Depressione, divertimento, dedizione, dipendenza. Dopo la seconda lettura. Edmund Wilson scrisse a proposito di Joyce, dell'impegno che richiede, del fatto che se uno scrittore ci ha messo anni a fare un libro, un lettore non può pensare di cavarsela con una sola lettura. In più, alcune letture danno proprio piacere, sono divertenti, ti prendono. Certe opere incidono a fondo. Tolti però l’intrattenimento puro e semplice, anche della maggior qualità possibile, e quella che si potrebbe dire la descrizione del mondo, di noi, certe volte rimane il bisogno di leggere, solo quello, continuo, di conoscere il più possibile. Dentro Infinite Jest ( IJ ) c’è scritto a un certo punto, che ognuno pare avere un’attenzione ossessiva per qualcosa. E in Questa è l’acqua, che credenti o meno, non possiamo esimerci dal venerare ( dunque diventa fondamentale riuscire a scegliere a cosa pensare: che poi sia i giovani tennisti dell'accademia sia i residenti della casa di recupero, sono soggetti a cui viene detto di non pensare: i primi per essere immersi nel gioco senza spazio per il proprio Io, un ostacolo alla vittoria; i secondi perché solo seguendo regole precise possono sperare di farcela contro la dipendenza ). IJ, nel suo modo di prendere il lettore ( ammesso che accada, ovvio ), diventa quasi simile al film diabolico omonimo di cui parla, l’ipotesi di un tentativo analogo, per fortuna impossibile. Per cui verrebbe da dire che Wallace non voglia che i suoi libri siano letti assiduamente, ma con misura. Il nodo alla fine è che IJ racconta l’epoca in cui è stato per la prima volta così accessibile il piacere alla massa. Lo fa in maniera strabiliante nelle descrizioni e nell’azione, e vicina all’essenziale, soprattutto nei dialoghi. Un altro nodo mi sembra la percezione di sé. A parte quando siamo chiaramente felici o tristi, come stiamo? Il fatto stesso che uno ci pensa è indice che le cose potrebbe andare meglio? Mah!
Un piccolo e utile saggio.
Il commento personale, in fondo trascurabile, e, dato il caso, detto davvero senza ironia ( non senza però il compiacimento effettivamente sciocco nello scrivere “detto davvero senza ironia”; un peccatuccio perdonabile in fondo ): Dopo di questo solo liste della spesa. Depressione, divertimento, dedizione, dipendenza. Dopo la seconda lettura. Edmund Wilson scrisse a proposito di Joyce, dell'impegno che richiede, del fatto che se uno scrittore ci ha messo anni a fare un libro, un lettore non può pensare di cavarsela con una sola lettura. In più, alcune letture danno proprio piacere, sono divertenti, ti prendono. Certe opere incidono a fondo. Tolti però l’intrattenimento puro e semplice, anche della maggior qualità possibile, e quella che si potrebbe dire la descrizione del mondo, di noi, certe volte rimane il bisogno di leggere, solo quello, continuo, di conoscere il più possibile. Dentro Infinite Jest ( IJ ) c’è scritto a un certo punto, che ognuno pare avere un’attenzione ossessiva per qualcosa. E in Questa è l’acqua, che credenti o meno, non possiamo esimerci dal venerare ( dunque diventa fondamentale riuscire a scegliere a cosa pensare: che poi sia i giovani tennisti dell'accademia sia i residenti della casa di recupero, sono soggetti a cui viene detto di non pensare: i primi per essere immersi nel gioco senza spazio per il proprio Io, un ostacolo alla vittoria; i secondi perché solo seguendo regole precise possono sperare di farcela contro la dipendenza ). IJ, nel suo modo di prendere il lettore ( ammesso che accada, ovvio ), diventa quasi simile al film diabolico omonimo di cui parla, l’ipotesi di un tentativo analogo, per fortuna impossibile. Per cui verrebbe da dire che Wallace non voglia che i suoi libri siano letti assiduamente, ma con misura. Il nodo alla fine è che IJ racconta l’epoca in cui è stato per la prima volta così accessibile il piacere alla massa. Lo fa in maniera strabiliante nelle descrizioni e nell’azione, e vicina all’essenziale, soprattutto nei dialoghi. Un altro nodo mi sembra la percezione di sé. A parte quando siamo chiaramente felici o tristi, come stiamo? Il fatto stesso che uno ci pensa è indice che le cose potrebbe andare meglio? Mah!
martedì 13 novembre 2012
sabato 10 novembre 2012
Fiction's about what it is to be a fucking human being
Punch-drunk love - Amour - Io e Te - Clerks.
Un ragazzino che evita gli altri sgusciando di soppiatto da una settimana bianca per rifugiarsi in cantina, per uno scontro-incontro con un’anima ammalata. Un giovane intrappolato in un lavoro poco stimolante, indeciso sul da farsi nel campo sentimentale e sul futuro. Un uomo segnato da un’infanzia opprimente alle prese con un colpo di fulmine e con le sue nevrosi. Un vecchio che assiste impotente la sua compagna appassire, affrontando fino all’ultimo e con ammirevole forza la vita che se ne va. Si passa dalle punte toccanti, strazianti e snervanti di Haneke alla demenzialità delle situazioni messe in scena da Kevin Smith. Bertolucci restringe il campo visivo e si fionda nel mondo interiore di uno sbarbatello incazzoso e solitario che si vede invaso dalla sorellastra sotto “rota”. Paul Thomas Anderson diverte e stupisce con una situazione che si ingarbuglia man mano, si infittisce di tentativi a vuoto e di passi falsi, seguendo le evoluzioni della mente del protagonista sotto pressione. Un balletto bizzarro e confuso mentre sopra le teste dei protagonisti da un momento all’altro sta per cadere qualcosa di grosso.
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