sabato 8 giugno 2013

CORRISPONDENZE

Dalle lettere di Leopardi



A Carlo Leopardi
                                                                                             Roma 6 Dicembre 1822

…Al passeggio, in Chiesa, andando per le strade, non trovate una befana che vi guardi. Io ho fatto  e fo molti giri per Roma in compagnia di giovani molte belli e ben vestiti. Sono passato spesse volte, con loro, vicinissimo a donne giovani: le quali non hanno mai alzato gli occhi; e si vedeva manifestamente che ciò non era per modestia, ma per pienissima e abituale indifferenza e noncuranza: e tutte le donne che qui s’incontrano sono così. Trattando, è così difficile il fermare una donna in Roma come in Recanati, anzi molto di più, a cagione dell’eccessiva frivolezza e dissipatezza di queste bestie femminine, che oltre di ciò non ispirano un interesse al mondo, sono piene d’ipocrisia, non amano altro che il girare e divertirsi non si sa come, non la danno ( credetemi ) se non con quelle infinite difficoltà che si provano negli altri paesi. Il tutto si riduce alle donne pubbliche, le quali trovo ora che sono molto più circospette d’una volta, e in ogni modo sono così pericolose come sapete…

                                                                                              Roma 16 Dicembre 1822

…Cancellieri mi diverte qualche volta con alcuni racconti spirituali, verbigrazia che il Card. Malvasia b.m. metteva le mani in petto alle Dame della sua conversazione, ed era un débauché di prima sfera, e mandava all’inquisizione i mariti e i figli di quelle che le resistevano ec. ec. Cose simili del Card. Brancadoro, simili di tutti i Cardinali ( che sono le più schifose persone della terra ), simili di tutti i Prelati, nessuno dei quali fa fortuna se non per mezzo delle donne…

                                                                                              Roma 22 Marzo 1823

…Io vivo qui molto indifferentemente, non tratto donne; e senza queste nessuna occupazione o circostanza della nostra vita ha diritto di affezionarci o di compiacerci. Io me n’assicuro per esperienza, e posso giurarti che la conversazione o spiritosa o senza spirito m’è venuta in un odio mortale. Tutto è secco fuori del nostro cuore: e questo non si esercita mai: vada al diavolo la società. Addio, Carluccio. Salutami tutti.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sto apprezzando molto questi stralci (e la musica). Indimenticabile Giacomino, era così straziante nella sua banale umanità.

piccolo aiutante di... ha detto...

Ehi! Fa piacere. Beh, lo abbiamo fatto questi ultimi giorni a skuola e così ho approfondito.