giovedì 27 settembre 2007

post in convalescenza:


Prima che un qualche virus si impadronisse del mio corpo, il week-end milanese era stato dedicato alla lettura di Camporesi ("Il paese della fame") e di Philip Pullman ("The Subtle Knife", ovvero il secondo capitolo della trilogia His Dark Materials).
Camporesi l'ho trovato geniale come sempre, anche se forse in questo caso la sua lettura di alcuni esempi di cultura popolare non mi convince del tutto (voglio dire: deve PER FORZA tutto essere un simbolo di antichi culti agrari, ecc. ecc? Cioè: molto probabilmente lo era, ma già all'epoca dei documenti di Camporesi - e alcuni arrivano fino alla fine dell'ottocento - quella loro valenza si era dissolta, o perlomeno annacquata; mi sembra una forzatura fare tutte le inferenze che fa Camporesi, ma devo anche ammettere che di cultura popolare ne so pochissimo e magari sono io che non vedo l'evidenza...).
Il secondo capitolo della trilogia di Pullman è un classico esempio di libro di passaggio (dall'universo chiuso del primo libro all'esplosione dell'ultimo, dal racconto incentrato su una persona - la piccola Lyra - a quello corale), e non può fare a meno di avere alcuni dei difetti propri dei libri che stanno lì per collegarne altri due: snodi narrativi un pò meno felici, meno azione e tensione più flebile. Non che il libro non sia bello, anzi: ma in questo caso la bellezza del libro sta soprattutto nelle finestre che apre sul terzo capitolo, nella spiegazione di quello che sta per avvenire, nelle informazioni che ci vengono centellinate sulla futura lotta tra l'armata di Lord Asriel e "l'Autorità" (nel senso più alto possibile...). Certo, rimangono alcuni punti oscuri: da dove prendono tutto quel carisma i due "cattivi" (cioè la madre e il padre di Lyra, sempre che cattivi siano per davvero, e per il padre rimane sempre un dubbio, perchè che sia stronzo e cinico è sicuro, ma la cattiveria è altro)? Come fa Lord Asriel tutto d'un botto a mettersi a comandare le schiere degli angeli? Lord Asriel, che sembra sapere sempre tutto, lo sa che gran casino ha fatto a figliare?
Ce la sto mettendo tutta per non mettermi subito a leggere il terzo capitolo, e vi assicuro che non è facile.
I punti migliori del libro sono comunque due: il primo è il laconico commento che Lord Boreal fa quando sa della battaglia che Lord Asriel sta preparando: "How medieval". (Va detto che Lord Boreal è veramente il prototipo perfetto del cattivo, ma fa una fine davvero ingloriosa)
Il secondo è l'unica indicazione che viene data alla dottoressa Malone circa il suo ruolo futuro nello svolgersi degli eventi: "YOU MUST PLAY THE SERPENT".
Ecco, dopo aver letto una roba scritta così, c'è da stupirsi se poi l'ultimo Harry Potter mi sia sembrato così tanto una ciofeca (sempre meno del penultimo, ovvio, quello ha un grado di bruttezza inarrivabile)? Ringrazio quindi mister Schwarz per avermelo prestato e avermi così fatto risparmiare ben 28 euri, e se riesco a trovare la forza, primo o poi dirò anche perché l'ho trovato così brutto.

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