Le visite occasionali al blog di destra per milano si rivelano highlights ormai irrinunciabili nelle mie giornate.
Qui scopro che il preclaro Roberto Jonghi Lavarini (vedi post del 27 aprile) continua la sua ascesa, accumulando incarichi e recuperando titoli a destra e a manca. (ed è anche un bell'uomo).
Mi pare notevole come dal 1486 in poi al casato di Urnavas non sia stata più riconosciuta una beneamata cippa.
Inoltre: voglio saperne di più sul VESCOVO DI SION, SIGNORE DEL VALLESE E PRINCIPE DEL SACRO ROMANO IMPERO, JODOCO VON SILLENEN.
Vi prego, se in giro c'è qualcuno che studia questa, tra le mille e mille inutilità possibili, mi faccia sapere.
7 commenti:
È lui! È lui! È lupo de lupis!
http://www.lupis.it/Marco_Lupis.html
cassandra, grazie. non puoi immaginare quanto ti sono grato.
Good day!This was a really quality post!
I come from itlay, I was luck to search your blog in yahoo
Also I learn a lot in your blog really thank your very much i will come daily
Tratto dal sito storico: http://www.europamedievale.eu
Dal Libro d'Oro della Nobiltà Italiana:
JONGHI LAVARINI
Nobili - Uradel von Naters – Walser Freiherr von Urnavas
Sippe Walser (famiglia tedesco-vallese) del Monte Rosa, Uradel (di antica nobiltà feudale), originaria di Naters, vicino a Briga (in Svizzera) e trasferitasi, in parte, in Vall d’Ossola, nel XIII secolo, esattamente a Casaleccio di Ornavasso. Nel 1486, il Vescovo di Sion, Iodico von Syllinen, Signore del Vallese e Principe del Sacro Romano Impero, rivendicando il legittimo dominio su quelle terre, nominò, suo Curatore, il Ritter (Cavaliere) Theodorus Jongh, con il titolo di Freiherr von Urnavas (Barone di Ornavasso). Già nel 1495, però, il Ducato di Milano ed i Visconti rientrarono definitivamente in possesso della Baronia di Ornavasso, accordandosi con le “locali genti alemanne” (Walser), alle quali venne concessa una larga autonomia.
Da allora i “todeschi Jonghi di Urnavas” sono sempre citati negli eventi storici della valle. In particolare, nel 1575, Pietro ed Angelino Jonghi, partecipano alla costituzione degli Statuti di Ornavasso in quanto “cardenzari et uomini particolari di detto luoco”. Nel corso dei secoli possedettero molte terre agricole, pascoli, boschi, cave di marmo e palazzi signorili (ancora esistenti come quelli di Ornavasso, Vogogna e Piedimulera), imparentandosi con le più importanti famiglie del Verbano-Cusio-Ossola. Dal 1738 gli Jonghi furono sempre presenti nel Consiglio Generale dell’Ossola come Patriziato Aggregato. Nel 1900, S.M. Re Umberto I concesse al Nobile Cesare Jonghi di aggiungere al proprio cognome anche quello materno Lavarini, insieme al relativo stemma. I Lavarini sono una nota famiglia patrizia ossolana (di remota origine veneta), di medici ed impresari, citata fin dal 1575 che, da allora, fece sempre parte dell’amministrazione di Ornavasso, prima del Feudo e poi del Comune. Fra i tanti personaggi illustri della Famiglia Jonghi Lavarini, ricordiamo: il Capitano Giovanni (1821-1883) combattente decorato per le tre Guerre per l’Indipendenza ed Unità d’Italia; il sopraccitato Comm. Prof. Ing. Cesare (1864-1934), studioso della lingua walser, poeta e filantropo.
La Consulta Araldica del Regno d’Italia riconobbe solo la consolidata Nobiltà Decurionale (More Nobilium) anche se, gli Jonghi Lavarini, soprattutto all’interno della comunità walser, hanno sempre continuato a vantare pubblicamente gli antichi titoli vallesi di “Uradel von Naters” (Nobili di Naters) e di “Freiherr von Urnavas” (Baroni di Ornavasso), riconosciuti dalla Schweizerische Heraldische Gesellschaft (Società Araldica Svizzera), utilizzando le relative distinzioni araldiche baronali.
Stemma: Destra di bianco, pianta verde in campo con forti radici attorniate da due lettere “J” d’oro. Sinistra d’azzurro, tagliato da sbarra d’oro, in alto a dx tre soli d’oro, in basso a sx giglio d’oro Motto: “OTIUM CUM DIGNITATE”.
Dal sito storico: http://www.europamedievale.eu
JONGHI LAVARINI
Sippe Walser (famiglia tedesco-vallese) del Monte Rosa, Uradel (di antica nobiltà feudale), originaria di Naters, vicino a Briga (in Svizzera) e trasferitasi, in parte, in Vall d’Ossola, nel XIII secolo, esattamente a Casaleccio di Ornavasso. Nel 1486, il Vescovo di Sion, Iodico von Syllinen, Signore del Vallese e Principe del Sacro Romano Impero, rivendicando il legittimo dominio su quelle terre, nominò, suo Curatore, il Ritter (Cavaliere) Theodorus Jongh, con il titolo di Freiherr von Urnavas (Barone di Ornavasso). Già nel 1495, però, il Ducato di Milano ed i Visconti rientrarono definitivamente in possesso della Baronia di Ornavasso, accordandosi con le “locali genti alemanne” (Walser), alle quali venne concessa una larga autonomia.
Da allora i “todeschi Jonghi di Urnavas” sono sempre citati negli eventi storici della valle. In particolare, nel 1575, Pietro ed Angelino Jonghi, partecipano alla costituzione degli Statuti di Ornavasso in quanto “cardenzari et uomini particolari di detto luoco”. Nel corso dei secoli possedettero molte terre agricole, pascoli, boschi, cave di marmo e palazzi signorili (ancora esistenti come quelli di Ornavasso, Vogogna e Piedimulera), imparentandosi con le più importanti famiglie del Verbano-Cusio-Ossola. Dal 1738 gli Jonghi furono sempre presenti nel Consiglio Generale dell’Ossola come Patriziato Aggregato. Nel 1900, S.M. Re Umberto I concesse al Nobile Cesare Jonghi di aggiungere al proprio cognome anche quello materno Lavarini, insieme al relativo stemma. I Lavarini sono una nota famiglia patrizia ossolana (di remota origine veneta), di medici ed impresari, citata fin dal 1575 che, da allora, fece sempre parte dell’amministrazione di Ornavasso, prima del Feudo e poi del Comune. Fra i tanti personaggi illustri della Famiglia Jonghi Lavarini, ricordiamo: il Capitano Giovanni (1821-1883) combattente decorato per le tre Guerre per l’Indipendenza ed Unità d’Italia; il sopraccitato Comm. Prof. Ing. Cesare (1864-1934), studioso della lingua walser, poeta e filantropo.
La Consulta Araldica del Regno d’Italia riconobbe solo la consolidata Nobiltà Decurionale (More Nobilium) anche se, gli Jonghi Lavarini, soprattutto all’interno della comunità walser, hanno sempre continuato a vantare pubblicamente gli antichi titoli vallesi di “Uradel von Naters” (Nobili di Naters) e di “Freiherr von Urnavas” (Baroni di Ornavasso), riconosciuti dalla Schweizerische Heraldische Gesellschaft (Società Araldica Svizzera), utilizzando le relative distinzioni araldiche baronali.
Stemma: Destra di bianco, pianta verde in campo con forti radici attorniate da due lettere “J” d’oro. Sinistra d’azzurro, tagliato da sbarra d’oro, in alto a dx tre soli d’oro, in basso a sx giglio d’oro Motto: “OTIUM CUM DIGNITATE”.
Dal Libro d'Oro della Nobiltà Italiana:
JONGHI LAVARINI
Nobili - Uradel von Naters – Walser Freiherr von Urnavas
Sippe Walser (famiglia tedesco-vallese) del Monte Rosa, Uradel (di antica nobiltà feudale), originaria di Naters, vicino a Briga (in Svizzera) e trasferitasi, in parte, in Vall d’Ossola, nel XIII secolo, esattamente a Casaleccio di Ornavasso. Nel 1486, il Vescovo di Sion, Iodico von Syllinen, Signore del Vallese e Principe del Sacro Romano Impero, rivendicando il legittimo dominio su quelle terre, nominò, suo Curatore, il Ritter (Cavaliere) Theodorus Jongh, con il titolo di Freiherr von Urnavas (Barone di Ornavasso). Già nel 1495, però, il Ducato di Milano ed i Visconti rientrarono definitivamente in possesso della Baronia di Ornavasso, accordandosi con le “locali genti alemanne” (Walser), alle quali venne concessa una larga autonomia.
Da allora i “todeschi Jonghi di Urnavas” sono sempre citati negli eventi storici della valle. In particolare, nel 1575, Pietro ed Angelino Jonghi, partecipano alla costituzione degli Statuti di Ornavasso in quanto “cardenzari et uomini particolari di detto luoco”. Nel corso dei secoli possedettero molte terre agricole, pascoli, boschi, cave di marmo e palazzi signorili (ancora esistenti come quelli di Ornavasso, Vogogna e Piedimulera), imparentandosi con le più importanti famiglie del Verbano-Cusio-Ossola. Dal 1738 gli Jonghi furono sempre presenti nel Consiglio Generale dell’Ossola come Patriziato Aggregato. Nel 1900, S.M. Re Umberto I concesse al Nobile Cesare Jonghi di aggiungere al proprio cognome anche quello materno Lavarini, insieme al relativo stemma. I Lavarini sono una nota famiglia patrizia ossolana (di remota origine veneta), di medici ed impresari, citata fin dal 1575 che, da allora, fece sempre parte dell’amministrazione di Ornavasso, prima del Feudo e poi del Comune. Fra i tanti personaggi illustri della Famiglia Jonghi Lavarini, ricordiamo: il Capitano Giovanni (1821-1883) combattente decorato per le tre Guerre per l’Indipendenza ed Unità d’Italia; il sopraccitato Comm. Prof. Ing. Cesare (1864-1934), studioso della lingua walser, poeta e filantropo.
La Consulta Araldica del Regno d’Italia riconobbe solo la consolidata Nobiltà Decurionale (More Nobilium) anche se, gli Jonghi Lavarini, soprattutto all’interno della comunità walser, hanno sempre continuato a vantare pubblicamente gli antichi titoli vallesi di “Uradel von Naters” (Nobili di Naters) e di “Freiherr von Urnavas” (Baroni di Ornavasso), riconosciuti dalla Schweizerische Heraldische Gesellschaft (Società Araldica Svizzera), utilizzando le relative distinzioni araldiche baronali.
Stemma: Destra di bianco, pianta verde in campo con forti radici attorniate da due lettere “J” d’oro. Sinistra d’azzurro, tagliato da sbarra d’oro, in alto a dx tre soli d’oro, in basso a sx giglio d’oro Motto: “OTIUM CUM DIGNITATE”.
Dal Libro d'Oro della Nobiltà Italiana:
JONGHI LAVARINI
Nobili - Uradel von Naters – Walser Freiherr von Urnavas
Sippe Walser (famiglia tedesco-vallese) del Monte Rosa, Uradel (di antica nobiltà feudale), originaria di Naters, vicino a Briga (in Svizzera) e trasferitasi, in parte, in Vall d’Ossola, nel XIII secolo, esattamente a Casaleccio di Ornavasso. Nel 1486, il Vescovo di Sion, Iodico von Syllinen, Signore del Vallese e Principe del Sacro Romano Impero, rivendicando il legittimo dominio su quelle terre, nominò, suo Curatore, il Ritter (Cavaliere) Theodorus Jongh, con il titolo di Freiherr von Urnavas (Barone di Ornavasso). Già nel 1495, però, il Ducato di Milano ed i Visconti rientrarono definitivamente in possesso della Baronia di Ornavasso, accordandosi con le “locali genti alemanne” (Walser), alle quali venne concessa una larga autonomia.
Da allora i “todeschi Jonghi di Urnavas” sono sempre citati negli eventi storici della valle. In particolare, nel 1575, Pietro ed Angelino Jonghi, partecipano alla costituzione degli Statuti di Ornavasso in quanto “cardenzari et uomini particolari di detto luoco”. Nel corso dei secoli possedettero molte terre agricole, pascoli, boschi, cave di marmo e palazzi signorili (ancora esistenti come quelli di Ornavasso, Vogogna e Piedimulera), imparentandosi con le più importanti famiglie del Verbano-Cusio-Ossola. Dal 1738 gli Jonghi furono sempre presenti nel Consiglio Generale dell’Ossola come Patriziato Aggregato. Nel 1900, S.M. Re Umberto I concesse al Nobile Cesare Jonghi di aggiungere al proprio cognome anche quello materno Lavarini, insieme al relativo stemma. I Lavarini sono una nota famiglia patrizia ossolana (di remota origine veneta), di medici ed impresari, citata fin dal 1575 che, da allora, fece sempre parte dell’amministrazione di Ornavasso, prima del Feudo e poi del Comune. Fra i tanti personaggi illustri della Famiglia Jonghi Lavarini, ricordiamo: il Capitano Giovanni (1821-1883) combattente decorato per le tre Guerre per l’Indipendenza ed Unità d’Italia; il sopraccitato Comm. Prof. Ing. Cesare (1864-1934), studioso della lingua walser, poeta e filantropo.
La Consulta Araldica del Regno d’Italia riconobbe solo la consolidata Nobiltà Decurionale (More Nobilium) anche se, gli Jonghi Lavarini, soprattutto all’interno della comunità walser, hanno sempre continuato a vantare pubblicamente gli antichi titoli vallesi di “Uradel von Naters” (Nobili di Naters) e di “Freiherr von Urnavas” (Baroni di Ornavasso), riconosciuti dalla Schweizerische Heraldische Gesellschaft (Società Araldica Svizzera), utilizzando le relative distinzioni araldiche baronali.
Stemma: Destra di bianco, pianta verde in campo con forti radici attorniate da due lettere “J” d’oro. Sinistra d’azzurro, tagliato da sbarra d’oro, in alto a dx tre soli d’oro, in basso a sx giglio d’oro Motto: “OTIUM CUM DIGNITATE”.
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