Finita di scrivere la frase che riassume il mio commento a questo disco, mi sentirò pronto a tutto.
A un romanzo fiume di Borges, per esempio: avvincente, ma imperfetto dal punto di vista della ricostruzione storica, segno evidente di un autore dalla scarsa erudizione.
Insomma: questo disco dei Massimo Volume, il primo in dieci anni, è molto più bello per le musiche (stupende, davvero) che per i testi.
(I testi sono, ora che Emidio Clementi è diventato più vecchio sono incredibilmente meno personali e veri di quanto fossero una volta. I personaggi non hanno nomi, sono il vecchio, la donna, il malato, con pochissime eccezioni. Ci sarà dietro una scelta id poetica ma non mi convince per niente. E anche alcune immagini sono fin troppo letterarie e finte. Boh)
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