Charles Bukowski – Con i soldi
C’è questo fantino superstar che è stato preso da
per la parola scritta e una sera
a casa mia mi ha chiesto
“senti c’è niente che posso leggere?” gli ho risposto:
“be’, c’è un tale Céline, ha scritto un libro intitolato
Viaggio al termine della notte”.
un paio di sere dopo
mi ha telefonato.
“senti, non riesco a trovare quel libro in nessuna
libreria”;
così gli ho detto dove poteva trovare
Céline.
un giorno l’ho incontrato all’ippodromo e gli ho chiesto:
“hai trovato quel libro o no?”
e lui ha detto: “certo”.
ogni volta che l’ho incontrato all’ippodromo dopo quella
volta
gli chiedevo:
“hai letto quel libro o no?”
“no”, mi rispondeva.
l’ultima volta mi ha detto: “non mi ha preso”.
troppo lento”.
“cosa?”, ho detto io.
“eh sì”, ha risposto. “ho passato il libro a mia moglie”.
“ben fatto”, ho detto. “e allora?”
“ha detto che è deprimente”.
ho fatto la mia giocata e poi sono tornato in auto a casa, e
pensavo:
non è possibile che stia parlando di Céline, non il Céline
che ho letto io
quella piovosa sera invernale
così tanti anni fa
dopo una lunga giornata alla Compagnia Elettrica Acme
passata
a imballare lampadari
in casse di legno.
leggendo Céline per la prima volta là in
camera mia
mi sono messo a ridere forte a quella folle verità
mi sono messo a saltare sul letto
mi sono messo a pancia sotto picchiando il materasso
con il pugno, pensando: nessuno è capace di scrivere
così, questo è il principio e la fine e la parte di
mezzo di tutto
quanto!
lo vedo ancora quel fantino all’ippodromo
di tanto in tanto, è una
pasta d’uomo, ma
davvero non è più lo stesso per
me.
parliamo soltanto dei
cavalli e la finiamo
lì.
( mai letto Céline )
Messa da parte la nostalgia, cosa resta? Origin of symmetry, 16 anni – quante pose, quante
possibilità di non pensare al futuro e pure di vedersi ovunque – 16 anni, non
mi ricordo più. Forse era l’estate dei baci dati un po’ per caso un po’ per
forza – o quella sarebbe venuta dopo – forse era già iniziato il mio personale
Medio Evo ( senza splatter e allucinazioni ). Forse era solo un bel disco, per
quel che ne capivo. Soprattutto era un disco vissuto, risuonato, era il credere
che le cose fossero là dentro, incise in quel dischetto di plastica, che i Muse
( ma per ognuno valgano i propri ) fossero uno dei centri del mondo. E per
molti lo sono ancora. Riascoltarli oggi, in cuffia, 11 anni dopo, è un’altra
cosa. Che dire? I Muse prima erano un suono ben preciso, erano reminiscenze
romantiche, erano ambiziosi nel far sembrare travolgente quello che era scarno,
erano sull’orlo della caduta rovinosa. Erano un film a basso costo girato con
talento immenso. Oggi sono un kolossal che rimescola pezzi di rock vario, sono
un’onda d’urto con la musica alle spalle. Per un fatto di poco conto non fanno
più parte di me, non mi hanno tradito loro, li ho lasciati io, e senza dire
niente. Non si torna indietro, come in fondo si trae dal titolo del loro ultimo
album, The 2nd law. Sul web ne ho lette di recensioni, grossomodo si dividono a
metà fra positive e negative, e dopo tre ascolti, in cuffia e tutti in una
notte ne scrivo qualcosa.
LE PORCATE: Supremacy – ingredienti: Led Zeppelin, James
Bond, Morricone.
Survival ( meno il preludio: ma perché Bellamy non scrive
una bella sinfonia o un concerto per piano e orchestra? ) – ingredienti: Queen,
impeto sproporzionato, cori da duello all’ultimo sangue.
Explorers – ingredienti: candore e arpeggi, la neve là
fuori, melodie riprese da riprese di riprese. Carrello a partire dal tenero
abbraccio, stacco sul bambino sorridente, titoli di coda.
LA
TENTATRICE: Madness – ingredienti: non lo so. Fa tanto
ritorno a casa in macchina di notte ripensando alla scena di prima.
LA
DANZERECCIA: Panic Station – ingredienti: Queen, funky, slap
bass, ottoni, ammiccamenti vari
LA
DANCERECCIA: Follow Me – ingredienti: battiti cardiaci
neonatali, I Will survive, la discoteca in fa minore
LA THOM-YORKINA: Animals – ingredienti: John
Frusciante meets Paranoid Android.
LA GNORRI:
Big Freeze – ingredienti: la faccia tosta.
LE NOVITÀ: Save Me + Liquid State – ingredienti: canta il
bassista. Beach Boys e - boh -Foo Fighters?.
LE COLONNE SONORE: Unsustainable + Isolated System –
ingredienti: videogiochi, fantascienza, Philip Glass, bassi pompati, senso di
fine imminente dovuta a un virus inarrestabile.
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