“Bisogna saper ricominciare dal fondo. Senza niente. Senza
una carta da giocare, senza un’arma, senza una proprietà, senza un diritto,
senza dignità.
-
Come un cane.
-
Sì, come un cane.”
Vergogna di J.M.Coetzee è un romanzo duro, che mi è rimasto
impresso e che ho voluto rileggere, in cui nulla di quanto succede è ciò che si
vorrebbe. Ambientato in Sud Africa, è un romanzo che trasmette anche
un sentimento negativo nei confronti degli uomini, dei maschi. La situazione
insostenibile per il protagonista, un professore di mezza età cacciato
dall’università per una relazione con una studentessa, che si rifugia dalla
figlia in campagna, è quella non solo di assistere impotente allo stupro di lei
da parte di tre uomini, ma di vederla imprigionata per sua scelta in una vita
di dipendenza dalla stessa gente che la circonda. Protezione in cambio di terra
e di acquiescenza. Mentre i sentimenti e i pensieri di David, il padre, sono
chiari per tutta la storia, ciò che prova Lucy mi è oscuro, e così immagino per
qualsiasi lettore, perché c’è un ovvio limite ad una esperienza che per mia
fortuna mi è quasi impossibile pensare di poter vivere. Così come ci può
apparire impossibile che Lucy voglia ancora restare in quel posto, una scelta
che fa quasi rabbia, una rabbia prevaricatrice che dà quella sensazione
spiacevole di quando si crede di sapere cosa è bene per gli altri. Ne è stato
tratto un film, con John Malkovich, Disgrace, come da titolo originale.
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