‘ndate a vedere il nuovo Tarantino al cinema che è la
spacconata di uno spaccone poi tornate a casa e spolverate le Colt e in sella
al primo ronzino che vi capita sotto mano via alla volta della frontiera in
cerca di guai.
Tarantino prosegue dopo Bastardi senza gloria con gli sfondi
storici e vergognosi, stavolta guardando in casa propria, pure se in fin dei
conti la casa è di tutti. E uno pensa “eh certo Tarantino, caruccio,
divertente, demenziale, però leggerino”. E invece no, nel suo frullatore visivo
e verbale spuntano certi particolari che ti fanno apprezzare la curiosità. La
storia in breve è quella di un cacciatore di taglie che libera uno schiavo e lo
aiuta ad andare in cerca della moglie schiava anch’essa da qualche parte nel
Mississippi durante il 1858, anni in cui i giudici dell’epoca dibattevano se la
costituzione americana comprendesse i neri liberati oppure no. Il cacciatore di
taglie compare in scena su un carretto fingendo di essere un dentista, e nel
film qua e là ci sono particolari sui denti dei vari personaggi. Tutte
dentature malmesse. E come comincia Robert Darnton per parlare
dell’Illuminismo? Parlando della dentiera di George Washington! Maniacalità a
parte, c’è un sacco di roba strabiliante per gli occhi e smottante per l’animo,
perché certo si ride e si spara però poi Tarantino piazza i suoi colpi duri
facendoli mal digerire ai protagonisti e agli spettatori.
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