mercoledì 12 settembre 2012

IL MONDO NUOVO ( aspettando il 3D )



Shame – 2011, 99’. Regia di Steve McQueen. Cosa c’è di meglio che rientrare a casa dal lavoro ( un lavoro ben pagato ) e bersi una birra fresca con del cibo cinese pronto, mentre si ascolta Bach suonato da Gould e preparandosi per una sega davanti al pc? Non so nulla di dipendenze in generale e di quelle sessuali in particolari, più o meno quello che si conosce nel tempo da storie smozzicate e da letture sparse. Si assiste dunque ad un uomo infelice, dominato dalla ripetitività che si sfalda pian piano, complice l’arrivo della sorella, al suo contrario instabile, disorganizzata e ipersensibile. È un film che prova a lasciare il segno, magari eccede quando arriva al momento di inquadrare il protagonista in pieno volto, per mostrarlo al culmine della disperazione.

This must be the place – 2011, 118’. Regia di Paolo Sorrentino. Il film di Sorrentino invece è troppo sbilanciato sul versante stilistico, eppure l’ho apprezzato lo stesso. Anche qua un protagonista annoiato e disperato ( la sua ferita profonda è il mancato rapporto con il padre; il senso di colpa lo spinge a inseguire un criminale nazista che vive negli USA ), seppure in maniera sempre dimessa, tanto che quando sfonda un vetro con una valigia quasi non sembra possibile. Il problema principale mi è sembrato che fra l’inizio godibile e scanzonato e il finale che tenta l’impossibile manchi una storia sotto. L’unico legame è Spiegel im spiegel di Arvo Pärt, delicato che più non si può.

Pina – 2011, 106’. Regia di Wim Wenders. Il film di Wenders, che comunque non ho visto con l’ausilio degli occhialetti, è un documentario sulla vita e le opere di Pina Bausch. È molto affascinante, soprattutto considerato che non sono per niente appassionato di danza e teatro. Peccato che la parte iniziale sulla Sagra della Primavera di Igor Stravinskij sia breve.

Per chi volesse approfondire Shame sul piano psicanalitico e non solo c'è una lunga e bella recensione qua.

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