venerdì 25 maggio 2012

...E FORZA FOGGIA!



Mi ricordo che ero milanista, mi ricordo di un disegno in cui c’erano due o tre giocatori del Milan, uno era Gullit, e mi ricordo che le aree di rigore le avevo disegnate male, non tanto imprecise, ma una fuori dall’altra, prima l’area grande, poi quella piccola. Poi mi ricordo che cominciai a tifare Foggia. Vero è che non avevo neanche dieci anni, e che le maglie di Milan e Foggia avevano gli stessi colori, ma a un certo punto tifai Foggia. Poi tifai pure Paris Saint-Germain. Fui preso anch’io dal fascino per Zeman, più che per il gioco che allora non sapevo riconoscere, per il concetto, quello ce l’avevo bene in mente, ovvero l’idea che si giochi per fare gol, e dunque si attacca di continuo, che per un bambino è una maniera spontanea di vedere le cose; senza furbizie, scorrettezze, falli tattici, rispettando le regole.
Così, dato che quest’anno Zeman ha allenato il Pescara, promosso in serie A, ho festeggiato comprando questo cofanetto, un libro e due dvd, firmato da Giuseppe Sansonna. Si ripercorre la storia di quel Foggia, primi anni ’90, capace di arrivare in serie A e parallelamente il percorso di quello di pochi anni fa in lega pro, la vecchia serie C1. Storie di allenamenti durissimi, partite a carte, sigarette e gol. Ogni tanto affiorano i paesaggi sofferti della città, che misti ai silenzi di Zeman, ne fanno un’opera à la cinico tv. C’è anche un pezzetto di Terni, nelle riprese di una partita in cui per una volta allo stadio c’ero anch’io, e in una bella pagina nel libro, che poi è bello tutto, soprattutto quando racconta i giovani del Foggia attuale; Romagnoli, che prima di scendere in campo ripassa Locke in vista di un esame; Kone, che parla dei suoi connazionali che soffrono nei campi dove raccolgono la frutta, e che la sofferenza provano a tenersela dentro.
Insomma, non solo calcio. Per cui, ho ripescato anche Un’ultima stagione da esordienti, di Cristiano Cavina ( ma c’è pure È finito il nostro carnevale, di Fabio Stassi, che porta lo sguardo indietro nel tempo e su ben più vasti orizzonti ), altro imperdibile per chi da ragazzino solcava i campetti e trascorreva la vita appresso a un pallone, prima di accorgersi dell’altro mondo, ben più imponderabile e affascinante, quello dei motori. :-)





2 commenti:

efraim ha detto...

Hai proprio ragione. Ero troppo grande per smettere di essere milanista, anche se non ancora abbastanza per smettere di essere tifoso.
Però è la logica conseguenza, anche se più diffusa nell'ammirazione di altri sport (non per questo più belli, se non nella media degli spettatori): stare dalla parte della ragione e del bello, non da quella di qualcuno, e gioire di chi la riesce a interpretare meglio, non necessariamente un solo contendente (le partite da ricordare sono quelle dal contenuto più elevato).
Zeman e il suo Foggia furono anche per me un segnale discriminante, una bella storia delle migliori, di quelle che ti insegnano a apprezzare le belle storie e ti spronano a cercare di render bella la tua.

piccolo aiutante di... ha detto...

bè, poi milanista lo ridiventai, folgorato da george weah, l'unico di cui ho tenuto il poster per qualche giorno in cameretta, e poi da shevchenko e pirlo. da qualche anno più niente, a volte neanche mi ricordo che gioca. però gioco a calcio ( a 7 ) con gli amici.