TRE GIORNI? non si poteva stabilire un obiettivo più realistico, prima?
giovedì 25 febbraio 2010
high expectations
TRE GIORNI? non si poteva stabilire un obiettivo più realistico, prima?
Manifesto elettorale dell'anno (verdi verdi lupi)
venerdì 19 febbraio 2010
Troppa politica fa calare la vista
Un lettore mi ha segnalato la campagna di tesseramento di Rifondazione Comunista per le "Donne di Classe". Se devo essere sincero quel manifesto mi sconvolge più per il modo in cui è stato costruito il claim (soprattutto, ma non solo: per i puntini di sospensione. I puntini di sospensione, ci rendiamo conto? NON. SI. USANO. QUANDO. SI.FA.UN.GIOCO.DI.PAROLE. Perché non si usano? Perché, cari amici di rifondazione, è come se, mentre raccontate una barzelletta, ad un certo punto vi fermate e dite:"ora farò una battuta basata sull'ambiguità di un termine che potrebbe essere inteso come sessuale". Se lo fate, otterrete due effetti: 1) il vostro interlocutore non riderà della barzellette; 2) Il vostro interlocutore penserà che LO CONSIDERATE UN CRETINO).
mercoledì 17 febbraio 2010
Critica Contemporanea / La Nuova Canzone Fantasy Italiana Al Festival di Sanremo
Non ho visto la prima puntata di SanRemo e per questo mi cospargo il capo di cenere: recupererò.
Però una rapida scorsa ai testi in gara mi ha confermato che Kurt Vonnegut sarebbe fiero della nostra nazione, è che alla fine gli insegnamenti dei Wu Ming e l’altissimo magistero di Valerio Evangelisti hanno sfondato nella cultura di massa italiana.
Abbiamo infatti il primo festival della canzone italiana fortemente influenzato dalla letteratura di genere: Science Fiction e Fantasy, soprattutto, ma chissà che l’anno prossimo non arrivino delle canzoni noir e horror, o magari una canzone di Albano sui Vampiri (“Il SOLE”?) o una di Toto Cutugno sugli Zombies.
Partiamo con gli esempi: Marco Mengoni, nella sua “Credimi ancora” (un po’ inflazionata, come forma per un titolo, nevvero? BACIAMI ANCORA, CREDIMI ANCORA, PARLAMI ANCORA, UFF….) , parte da uno dei grandi archetipi della mia generazione: LADYHAWKE (1985), con Rutger Hauer, Matthew Broderick e Michelle Pfeiffer.
Vediamo insieme i versi:
mi trasformerò
sarò lupo e rondine per gli occhi tuoi
ti confonderò
sarò forte e debole e mi amerai
restami accanto qui nel mio labirinto
Il Mengoni mischia un po’ le carte e si confonde con il mito del Minotauro, ma vabbè. La New Italian Epic in fondo insegna a ibridare le storie e le narrazioni collettive. Bravo Marco.
ARISA, invece, con la sua “Ma l’amore no” (altra concorrente per il PREMIO TITOLO NON ORIGINALE 2010) cerca di costruire una tipica situazione da science fiction classica. Un lontano futuro, una umanità che ha abbandonato la terra colonizzando altri mondi e una catastrofe già avvenuta.
Può scoppiare in un attimo il sole
Tutto quanto potrebbe finire
Ma l’amore, ma l’amore no
Marzo del 2087
Nuvole pesanti dentro un cielo assente
Il mio pronipote è sulla luna
Emigrato per cercar la sua fortuna
Peccato che la credibilità della storia sia minata dal fatto che se esplode il sole gli emigranti sulla luna non fanno una fine molto migliore di quelli sulla terra. Arisa, Arisa, cerchiamo di dare un setting più preciso a queste canzoni. Perché non far emigrare il pronipote su una stazione mineraria di materiale per spade Jedi su Ilum? Un intero popolo di Nerd ti seguirebbe.
Valerio Scanu, giovane virgulto della scuola di Maria De Filippi, ci delizia invece con un testo (a quanto pare creato dallo scoppiettante cerebellum di Pierdavide – quello della scuola di amici che più assomiglia a Mariangela Fantozzi) privo di connessioni logiche e sintattiche ma in cui è possibile intravedere la storia di una mutazione genetica nel futuro dell’umanità, con i due amanti protagonisti perseguitati dall’universo intero (che sia un’iperbole?) ma al sicuro nel caldo utero rappresentato dalle profondità marine e lacustri
se così potente questo amore che ci difendiamo con tutta la forza ma non basta quasi mai
come se un giorno freddo in pieno inverno
nudi non avessimo poi tanto freddo perché
noi coperti sotto il mare a far l’amore in tutti i modi, in tutti i luoghi in tutti i laghi in tutto il mondo
l’universo che ci si insegue ma ormai siamo irraggiungibili
Fabrizio Moro invece si butta sulla fantascienza sociale, quella un po’ noiosa ma che prima o poi trova sempre degli estimatori che cercano di fartela leggere come “profondo apologo che in realtà parla dei tempi moderni”
Comunicare comunicare
Questa è la parola in cui confido per salvare
Una generazione anche due forse tre
Ogni uomo deve comunicare
Per resistere davvero per capire l’emisfero
Per non sentirsi solo per amare terra e cielo
E trovare le parole per esprimere un disagio
Ci si chiede però, signor Moro, come mai dovremmo capire solo l’emisfero? Non le pare che già che si è messo a scrivere di fantascienza strappa lacrime poteva azzardare mezzo globo-terracqueo in più? ... e poi dalle mie parti, con disagio di solito si indica quello intestinale...
Il successo della nuova canzone fantasy (e fantascientifica) italiana è evidente anche in quegli oscuri individui che cercano di adattare le proprie scarse capacità espressive ricalcando i nuovi codici emergenti: è il caso di Enrico Ruggeri con la sua “La notte delle Fate”
La notte delle fate
Ogni donna ha un paio d’ali chiuse dentro sè
Pronta a certe ascese sconfinate
La notte delle fate
Molly incline alle cadute nelle stanze sconosciute
Chiede indietro un pò di sentimento
Angoli di tenerezza
Dentro a una carezza quasi vera
Uno spunto fantasy del tutto pretestuoso ma usato per raccontare la storia (questa sì del tutto fantascientifica) di una donna che scopa un po’ con chi capita perché in fondo cerca solo un po’ di tenerezza.
(Appena ho tempo leggo anche gli altri testi. E magari ascolto pure le canzoni)
lunedì 15 febbraio 2010
domenica 14 febbraio 2010
venerdì 12 febbraio 2010
talenti sedimentati
"Comunque anch'io quando facevo teatro ero più bravo come mimo: il granchio, la cappadocia, la testa di cazzo mi venivano benissimo"
(a volte il narcisismo di cui ingiustamente mi si accusa mi pare ben giustificato)
Oren Lavie "A Dream Within a Dream"
Oren Lavie è un tizio israelo-norvegese (se non erro) e il suo "the opposite side of the sea" è un disco molto bello, un pò Nick Drake (quello di mezzo, appena appena meno depresso), un po' ruffiano-trombino.
In questi giorni lo ascolto parecchio (da cui la segnalazione, anche se non è un'uscita recente).
Il video come al solito è apocrifo, ahimè.
giovedì 11 febbraio 2010
non ho tempo, ma se dovessi fare un viaggio, sarebbe nel cervello (iperbole) di Belpietro
Tra la fine della settimana scorsa e l'inizio di questa mi ha steso con un fantastico uno-due che mi aveva convinto che finalmente si fosse presa la strada della BEATIFICAZIONE del presidente del consiglio:
- Titolone di prima pagina di sabato 6 febbraio - se non vado errato - "SILVIO RISORGE IN TRE GIORNI"
- Vignetta del 9 febbraio - o dell'8, non ne sono certo, non ce l'ho fatta a comprarlo - con Silvio vestito da San Michele, con tanto di riccioli d'oro, tunica bianca, ali e spada dorata - giuro - e un titolo tipo "San Silvio etc. etc." (se qualcuno ce l'ha, mi fornisce il prezioso documento? giuro di non considerarvi male, farò finta siate andati in emeroteca per me)
Ora invece si è lanciato su Bertolaso con un finissimo "La Protezione Civile va a Mignotte".
(Che poi, fosse quello il problema, ce la stanno mettendo tutta per mandare l'intero paese a puttane, da qualche parte bisognerà pur cominciare)
La cosa che mi chiedo è: come funzionano le riunioni di redazione di Libero? Accendono un registratore, si ubriacano e poi fanno la gara a chi fa il rutto più forte, la scureggia più puzzolente e propone il titolo più improponibile per il giorno successivo?
Oppure, se l'alcool e la droga sono escluse, come funziona?
mercoledì 10 febbraio 2010
lunedì 8 febbraio 2010
cose che uno scopre andando in giro /3
cose che uno scopre andando in giro /1
giovedì 4 febbraio 2010
qualcuno pagherà per questo
Da giorni questa orribile immagine (e ancor peggio il concetto-claim, ma non ne parlo per non fare l'anziano rancoroso) mi rassicura che no, non può andare avanti così, che ben presto qualcosa si romperà e si farà tutti una brutta fine.
mercoledì 3 febbraio 2010
Critica Contemporanea - Noi Amiamo Silvio - Appendice Fotografica
Certo. Che stupido a non averci pensato. Effettivamente alcuni suoi elettori potevano tenere in mano un libro "Noi amiamo Silvio", composto esclusivamente di sue foto e non riconoscerlo.
E' plausibile. D'altronde votano PDL.
Per vostra gioia alcuni estratti dall'opera madre. Nelle prime due (scusate il riflesso della scansione nella seconda), l'eccezionale presenza della SAGOMA DI CARTONE UFFICIALE del Presdelcons.
Nell'ultima, il MISTERO della MANO BIANCA.
martedì 2 febbraio 2010
Critica Contemporanea: "Italia Amore Mio" di Pupo - Emanuele Filiberto di Savoia
Dell'esistenza della canzone già sapevo: per lavoro ho dovuto leggere un pò di settimanali popolari, nelle scorse settimane, e mi ero imbattuto in diversi resoconti circa la genesi di tale capolavoro.
In sintesi: Emanuele Filiberto con le lacrime agli occhi e un negroni davanti consegna ad un commosso Pupo una sua poesia giovanile sull'Italia (i due si sono conosciuti in TV); Pupo, famoso per l'insonnia di cui soffre (troppi pensieri, troppe emozioni, troppa musica nella testa che si affolla per venire alla luce e - buon Dio! - solo due mani e una voce per poterla scrivere e suonare!), spende una notte al pianoforte limando l'acerbo testo e inserendovi quella poesia e musicalità che universalmente gli vengono riconosciute (com'è che si faceva il simbolo del sarcasmo? è necessario che io lo distribuisca qui e lì?).
Infine, viene coinvolto un tenore e la canzone viene presentata a Sanremo.
Ecco il testo:
(Pupo) Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro,nel sentimento che ci unisce, intorno alla nostra famiglia.Io credo nelle tradizioni, di un popolo che non si arrende,e soffro le preoccupazioni, di chi possiede poco o niente.
(E. Filiberto) Io credo nella mia cultura e nella mia religione,per questo io non ho paura, di esprimere la mia opinione.Io sento battere più forte, il cuore di un’Italia sola,che oggi più serenamente, si specchia in tutta la sua storia.
(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
(E. Filiberto) Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia,chiudevo gli occhi e immaginavo, di stringerla fra le mie braccia.
(Pupo) Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente,ma chi si può paragonare, a chi ha sofferto veramente.
(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mioIo, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio
(Pupo) Io credo ancora nel rispetto, nell’onestà di un ideale,nel sogno chiuso in un cassetto e in un paese più normale.
(E. Filiberto) Sì, stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
lunedì 1 febbraio 2010
Owen Pallett - Heartland
Ora che ha deciso di diventare grande e che i dischi li firma col suo nome (anche perché i legali del videogioco hanno chiesto la sua testa su un vassoio d'argento) non cambia nè stile nè temi, ma coinvolge un'orchestra vera e ne tira fuori arrangiamenti che invece di accompagnare o sostenere le canzoni le sezionano (esempio pop principe? gli arrangiamenti in "YS" della Johanna Newsom. Attenzione però: Owen Pallett, a differenza della Newsom - che io comunque amo abbastanza - non è logorroico e non mette a grave prova la vostra pazienza). Canta anche un pò meglio (ed è giorni che mi sto mangiando il cerebellum per capire a chi diavolo assomiglia così tanto la sua voce...).
Il disco è una meraviglia.
Vi dono anche una sua esibizione live: nel bel mezzo si scatena l'inferno, ma il modo in cui lui va avanti a suonare è semplicemente epico.
Verrebbe voglia di portarselo a casa, offrirgli una zuppa calda e metterlo sul comodino a suonare. Peccato che sia - evidentemente - così difficile da spegnere.