lunedì 23 marzo 2009
Vale la pena mettersi a disegnare un pò di oggetti. Nei disegni gli oggetti hanno un anima. Quando in un disegno ci scrivi ci inserisci del ritmo, ma gli oggetti inseriscono peso. Io so disegnare il martello, le spille da balia, la matita, la sedia, le lampadine, l'ombrello chiuso e l'ombrello aperto, gli orologi da polso e da taschino, i chiodi, la caffettiera e le tazze, le sigarette, che da spente sono più facili che da accese, le carote, le melanzane ma non le zucchine, i pomodori che assomigliano alle mele, le arance ma non i limoni, i libri solo se antichi, le frecce e l'arco, la faretra, i tergicristalli e i capodogli, mentre ho grossi problemi con le megattere, mentre riesco senza problemi a fare le orche, i vasi da fiori, i palloni da basket e le palline da tennis, le mazze da golf, i maglioni piegati. Devo imparare il temperamatite, la penna bic, le valigie, il papa, la scopa, le prese, i rotoli di carta igienica, le scale a pioli, le bustine da thè, gli ingranaggi, le pipe e il portacandela, il dentifricio e lo spazzolino, le valigie e le gobbe, le bilancie, le angurie, gli stendini e le zucche.
(alla fine però, preferisco Foucault che discute col piccione di tecniche del discorso)
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5 commenti:
Capodogli, orche e megattere non sono oggetti, però. Vada per il papa, ma i cetacei no, che diamine!
beh, ma che gusto c'è a fare elenchi se non si scarta un pò di lato?
E mandiamo a benedire l'amor di precisione allora, vai.
beh, sì, l'idea quella era.
perfetto esempio di enumerazione caotica...elementare, Girolamo
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