venerdì 8 febbraio 2013

... :-) ...








La svastica sotto a Bob Marley e un tizio sconosciuto
di fianco, un camioncino ambulante con gli interni in mattoncino
e un cliente stronzo e strani cori in lontananza e una macchina
a velocità sparata
Rastafarian!

Inside è un posto fuori dal mondo
di porte sbarrate e bagni senza porte
per foto in bianco e nero stile reportage
delle nostre guerre interiori e degli sguardi incrociati
Rastafarian!

Le ragazze vestite alla leggera
nel traffico anarco-quantistico romano
di infiniti incidenti paralleli
e tu non ti distraevi ( oppure sì? )
Rastafarian!



 

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Alcune strade si incrociano per qualche metro. Un bell'accostamento questo, mi dà brividi, e mi permetto di "sfruttarlo" sul mio blog.
Ciao, f

piccolo aiutante di... ha detto...

eh, grazie. Aggiungo un pezzo per completare il discorso, più che altro perché mi sono fissato su questo principio e sul fatto che è affascinante accostarlo alle nostre esperienze anche se in realtà non è proprio sovrapponibile.

“Sarebbe dunque poco fondato attribuire a un’incomprensione sistematica o a un cinico sfruttamento degli enunciati scientifici gli errori dei letterati in tale materia. È invece proprio la difficoltà dei fondatori stessi della teoria quantistica di discernerne l’essenza che ha portato a una tale interpretazione. Come ogni nuova teoria essa on ha potuto emergere se non dalle scorie concettuali da essa rese desuete. Così l’enunciato originale di Heisenberg esprime l’inadeguatezza della fisica classica nel suo linguaggio proprio ( quello in cui posizione e velocità di una particella sono necessariamente ben definite ) invece di sostituirlo con una formula propria della fisica quantistica. Ora noi sappiamo che le “disuguaglianze di Heisenberg”, come oggi si dice in maniera più sobria e meno compromettente, esprimono in realtà la dispersione intrinseca delle grandezze quantistiche, la loro necessaria estensione numerica, il loro carattere “indistinto” ( ma già in quest’ultimo termine fa capolino il rischio di un’indebita metaforizzazione ). In ciò non c’è nulla che possa essere utilizzato per garantire l’idea di limiti insormontabili, opposti dalla natura stessa al nostro desiderio di conoscere, né di perturbazioni incontrollabili del mondo, causate dalla sua osservazione.”

Stralcio da La velocità dell’ombra, di Lévy-Leblond, in un capitolo molto interessante sulla difficoltà che la stessa scienza ha di usare delle metafore per dire quello che fa.

http://www.lescienze.it/news/2012/01/18/news/principio_di_indeterminazione_meccanica_quantistica_heisenberg_posizione_velocit_spin_neutroni-799356/

Anonimo ha detto...

Madonna, e mo' ci sto su tutta la sera! Grazie! :-D
f