martedì 16 marzo 2010

Erland and The Carnival




Di mio sarei uno che cerca di imporre l'ascolto di quei dischi che considera fondamentali, belli o anche soltanto interessanti.
Con l'età ho capito che non è una bella cosa.
Cerco di non farlo, di solito mi riesce anche abbastanza.

C'è un disco, però, che ho sempre avuto qualche difficoltà a consigliare.
Di solito funziona così: io nomino l'autore e il mio interlocutore mi risponde "Ah, sì, quello gnuro, che fa le canzoni un po' reggae, che suona la chitarra tenendosela in braccio". E io: "No, quello è BEN HARPER, io sto parlando di ROY HARPER".
Se è uno fissato con gli anni settanta gioco la carta "non tutti sanno che"
"Sai che persino i Led Zeppelin gli hanno dedicato una canzone? Hats off to Roy Harper..."
Di solito non funziona. Se uno è fissato coi Led Zeppelin, solitamente non c'ha voglia di ascoltare altro.
C'è poi l'imbarazzante momento, soprattutto con gli amici un briciolo più anglofoni, in cui svelo il titolo del disco e mi sento ridere in faccia: "ah ah ah ... TEMPESTA DI CAZZO???".
E io lì, a pazientare "No, perché sennò sarebbe COCKSTORM... è STORMCOCK, al limite potrebbe voler dire CAZZO DI TEMPESTA... comunque è una specie di tordo inglese..."

E comunque: Stormcock, di Roy HArper, è un disco fondamentale, datato 1970: Roy Harper ha fatto dischi molto belli e dalla metà dei settanta in poi anche dischi molto brutti, ma questo è da avere/ascoltare a tutti i costi. E' uno con la chitarra e ogni tanto qualcos'altro che fa canzoni (4 in tutto) della durata variabile tra i 7 minuti e i 16, non aspettatevi i King Crimson. Soprattutto non aspettatevi i Led Zeppelin. E' folk, in un modo suo, molto letterario e complesso. E molto bello.

Ma a parte l'amarcord, perché parlarne? Solo perché sto ascoltando un disco di gentaccia inglese, gli Erland and The Carnival (disco omonimo, appena uscito, non riesco a mettere la pur notevole copertina in modo decente, composto da cariatidi del genere ex membri dei Verve e del gruppo di Paul McCartney, addirittura) che ha fatto un operazione molto post moderna (che non va più di moda, e questo rende l'operazione più sopportabile) di recupero di vecchie canzoni, di motivetti tradizionali (recuperano addirittura una cazone del mitico Jackson C. Frank AKA il cantante più sfigato della storia), brani di poesia (c'è del Blake, da qualche parte) e altra roba che ancora non ho riconosciuto. Tra gli organetti, le chitarrine e le canzonette, nei primi due pezzi ho avuto l'impressione di ascoltare il buon Roy Harper, quello bravo, prima che gli anni ottanta lo corrompessero. Poi l'impressione svanisce, gli ETC mischiano più roba, ritmi addirittura ballabili in alcuni punti, o comunque più facili di quelli del buon Roy, e un organetto che trovo adorabile e delle robe molto revival folk tipo Fleet Foxes.
Un disco da ascoltare, insomma: bello e vario e divertente.
Ovviamente, dopo che avrete ascoltato Roy Harper. Ci mancherebbe altro.

9 commenti:

elisabeth ha detto...

non vorrei fare la rompiscatole, ma lo storm-cock é un uccello, se non sbaglio un tordo o simili.

frogproduction inc. ha detto...

Infatti Eli, qui sopra scrivo: "... comunque è una specie di tordo inglese..."

insorgere ha detto...

ohi tessora, ho visto che mi hai chiamato. temo che per te ora sia tardi. stavo aggiro cor faber.

saludos pisanos

elisabeth ha detto...

Ah vero, avevo saltato una riga, sorry per il misreading. Anche se alla faccia del false friend se leggo COCK prima penso all'animale poi al turpiloquio

frogproduction inc. ha detto...

schw, volevo solo sapere come stavi, ma se eri in giro con FB, allora evritinghesfain.

insorgere ha detto...

come sto? boh...ups and downs, tipo humpty dumpty. vorrei una vacanza

frogproduction inc. ha detto...

a chi lo dici, schw!

cassandra ha detto...

"...ho una stima intellettuale della bontà ma la mia passione sta tutta dalla parte dell'intelligenza".

Walter Siti

frogproduction inc. ha detto...

:) cassandra! sei passata a Siti??