La fotografia elettorale è quindi prima di tutto un riconoscimento di una profondità, di un irrazionale estensivo alla politica. Nella fotografia del candidato non troviamo trasfusi i suoi progetti, ma i suoi motivi di presa, tutte le circostanze familiari, mentali, anche erotiche, tutto quello stile di essere di cui egli costituisce insieme il prodotto, l'esempio e l'allettamento. E' manifesto che la maggior parte dei nostri candidati nella loro effige danno a leggere esclusivamente una posizione sociale, il comfort spettacolare delle norme familiari, giuridiche, religiose, la proprietà infusa dei beni borghesi, quali per esempio la messa della domenica, la xenofobia, la bistecca con le patate fritte e la comicità del cornuto, insomma quelle che si chiama un'ideologia.
[...]
(Volevo sottolineare alcune parti notevoli, ma poi mi è sembrata un'offesa alla vostra intelligenza. Tra l'altro, le foto di Berlusconi alla festa di Noemi, le originali, almeno, sono difficili da trovar in rete: questo, a parte il fatto che in una di esse Berlusconi posa con un rettiliano esadattilo, mi fa propendere per la teoria del complotto)
(ah, qui sopra trattasi di Roland Barthes, "Miti d'oggi")
2 commenti:
il neurone solitario ringrazia
prego!!
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