Diciamocelo francamente: Il Piccolo Principe fa cagare.
No, perche' e' una informazione che non trovo da nessuna parte, su internet.
La voce su wikipedia sembra scritta da un ragazzino delle medie, ed e' piena di "secondo me" e di "a me le cose che piu' mi hanno colpito": insostenibile. Il resto della blogosfera non migliora l'impressione generale: sto piccolo principe sembra la versione disegnata male del fanciullino di Pascoli, senza neanche il vantaggio di poter spettegolare sulla relazione incestuosa con le sorelle.
Il problema e', e Ornella non me lo disse, otto anni fa, quando mi costrinse a leggerlo, che il Piccolo Principe e' un esempio perfetto di uno scrittore che dei bambini non ha palesemente capito un cazzo.
No, Ornella mi disse che era bellissimo, che lo aveva prestato a tutte le sue amiche e che ogni tanto rifacevano delle letture collettive dell'opera, piangendo come fontane, quando il piccolo principe s'accorgeva di quanto fosse importante la sua Rosa (e vabbe', mai nessuno ci ha visto niente di sessuale, in tutto questo? a tutt'oggi e' l'unica cosa che mi sembri decente di tutto il racconto).
Perche', diciamocelo, dei bambini veri, il piccolo principe non ha niente: se ad un bambino vero gli disegni una pecora dentro una scatola coi buchi, il bambino vero urla fino a quando non gliela disegni sul serio, quella cazzo di pecora. Un bambino vero taglia le code alle lucertole, si picchia nel fango, gioca a tana delle tigri (o almeno: ci giocava negli anni ottanta, ora giochera' all'allenamento di Naruto); se vede uno ubriaco gli fa lo sgambetto, lo prende per il culo o al limite corre via se e' spaventato, non si intristisce molto per lui (sempre che quello ubriaco non sia suo padre... insinuo il dubbio: il Piccolo Principe come romanzo consolatorio per figli di alcolizzati, politici e cappellai?). Dicevo: il Piccolo Principe e' come i giornalisti di Repubblica e le mamme del Moige si immaginano i bambini, mica come i bambini sono davvero. E poi i personaggi che lo popolano, dal primo all'ultimo, riescono ad essere profondamente antipatici per quanto l'autore si sforzi di renderceli amabili: non se ne salva nessuno, sono talmente falsi che l'unico motivo per cui ti sembrano veri e' che risulta difficile credere di poter portare sul cazzo cosi' tanto dei personaggi inventati.
Comunque, il piccolo principe non e' mica l'argomento di questo post. L'argomento di questo post e' il secondo libro che in quell'infausta estate Ornella mi convinse a leggere (comunque, non vorrei che questo post sembrasse scritto contro Ornella: consigliarmi la lettura del Piccolo Principe e' stata l'unica cosa brutta che mi ha fatto in tutta la sua vita). Neanche quel libro mi piacque granche': forse perche' dopo aver letto il Piccolo Principe uno perde fiducia nella letteratura, o forse perche' sapevo che era uno dei libri preferiti da Baricco (avevo letto gia' Seta, credo, anche se non sapevo del mitico incipit della recensione che gli dedico' Citati: "Il mattino in cui Baricco scrisse Seta...."). Non so nemmeno se la Holden esistesse gia' all'epoca. Comunque, del Giovane Holden non conservavo un buon ricordo, a parte le ultime due righe, che mi sembrarono e mi sembrano tutt'ora meravigliose: "Don't ever tell anybody anything. If you do, you start missing everybody". In inglese certo tutto sembra meglio, e la copia di "The Catcher in the Rye"** del mio padrone di casa mi sta facendo compagnia ogni mattina mentre vado a lavoro, e lo sto rivalutando.
Ma forse tutto sta nel fatto che voglio tornare a quell'ultima pagina, a quelle due righe. Al fatto che è la prima estate che casa mia e i miei amici ed ex amici di grottaglie non li vedo neanche per un giorno, e che ho iniziato a scrivere questo blog in un periodo in cui mi mancavano, soprattutto quelli con cui mi sono perso del tutto, per motivi che non ho mai capito.
Che ho ho provato a raccontare qualcosa anche di loro, e che hanno finito per mancarmi di meno, dopo averlo fatto. Che non sono d'accordo con una frase che trovo bellissima, che mi fa venire voglia di raccontare ancora di loro, per metterli da parte, perché molti di loro**** sono non soltanto bei ricordi: sono anche persone abbastanza di merda.
** (il terzino nella grappa, come insegna wikipedia in questo caso, sarebbe l'unica traduzione possibile e decente per questo romanzo. Almeno, a me piacerebbe).
****(lo dico con tutto il rimpianto possibile, ovviamente, e dal gruppo ne sono esclusi alcuni, e lo sanno, e in primis l'adorata Linodda)****